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Felix Auger-Aliassime e il percorso alla Steven Bradbury di Madrid: c’è un precedente illustre nel tennis

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Felix Auger-Aliassime
Auger-Aliassime / IPA Sport

A tanti nelle ultime ore è venuto in mente un paragone particolare nel valutare il percorso che il canadese Felix Auger-Aliassime sta compiendo nel Masters1000 di Madrid. Visti i ritiri che hanno riguardato i rivali del nativo di Montreal, ovvero i cechi Jakub Mensik e Jiri Lehecka e il nostro Jannik Sinner (senza scendere in campo), Auger-Aliassime si è spinto alla Finale del torneo spagnolo e ha ricordato quanto fatto dal pattinatore australiano Steven Bradbury nelle Olimpiadi Invernali di Salta Lake City del 2002.

L’atleta di Camden, infatti, riuscì a prendersi la medaglia d’oro nei 1000 metri uomini dello short track, sfruttando le cadute dei suoi forti e temibili rivali in prossimità dell’arrivo. Un epilogo incredibile, legato per le modalità a quanto è accaduto alla Caja Magica.

Un’edizione davvero poco fortunata, se si tiene conto dei problemi fisici del russo Daniil Medvedev, costretto anch’egli ad abbandonare dopo un set contro Lehecka. Situazione anomala che sta alimentando dubbi e perplessità sul calendario del tennis mondiale. Tuttavia, non si tratta di una prima volta.

L’episodio si è verificato in una sola circostanza con questa modalità a partire dal 1990. In altre parole, c’è stato solo un altro tennista giunto all’atto conclusivo per il titolo con tre abbandoni dei suoi avversari lungo il cammino. Si tratta di Novak Djokovic negli US Open del 2016. Nole, infatti, non scese neanche in campo contro il ceco Jiri Vesely (walkover), mentre contro il russo Mikhail Youzhny (4-2 1° set e ritiro) nel terzo turno e il francese Jo-Wilfried Tsonga (6-3 6-2 ritiro) nei quarti di finale strinse la mano prima del tempo. Un’edizione che il serbo però non vinse, visto il successo nella Finale dello svizzero Stan Wawrinka.

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