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ATP Roma, Darderi vince il braccio di ferro di tre ore con Shapovalov e vola al secondo turno

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Luciano Darderi
Darderi / Andrea Ledda

Il riscatto di Luciano Darderi. L’azzurro debutta agli Internazionali d’Italia prendendosi la rivincita su Denis Shapovalov in una partita agonistica, difficilissima e durata oltre tre ore nella rivincita del primo turno di Miami. Alla fine il numero 54 al mondo ha la meglio sul nordamericano, solita croce e delizia per i puristi, con il punteggio di 6-7 6-3 7-6 e si garantisce il secondo turno del 1000 di Roma contro Mariano Navone.

Non ci vuole molto a capire che la regolarità non sarà uno dei punti forti di questa sfida. Darderi ha enormi difficoltà sulla seconda di servizio, venendo costantemente aggredito dal suo avversario che, sappiamo bene, non è mai stato l’emblema dell’equilibrio tennistico nonostante una sensibilità comune a pochissimi. Il risultato sono quattro break, due per parte, nei primi sei giochi, con Shapo che scappa due volte per poi venire ripreso immediatamente, la seconda volta collezionando tre doppi falli da destra e una sventagliata di dritto in corridoio fuori per tutti, tranne che per lui.

Diventa una partita tosta, tra due che interpretano il tennis in due maniere completamente opposte, chi vive sul talento e chi sul sacrificio. Il tiebreak è inevitabile ed il primo round è del canadese, con Shapo che va avanti grazie al dritto a sventaglio e arriva fino al 6-3, punto contestato da Darderi per una palla in corridoio vista solo dai suoi occhi. Serve per distrarre il canadese sul primo set point, bruciato con l’ennesimo doppio fallo, ma non il secondo, concretizzato con lo smash.

L’ex top 10 inizia a utilizzare un po’ di più la palla corta, accorgendosi probabilmente della posizione molto arretrata dell’azzurro che deve macinare chilometri per arrivare su queste smorzate. Ma probabilmente è anche il sintomo che le energie stanno piano piano sparendo. Il quinto game è emblematico, altri due doppi falli, errore di dritto incrociato e arriva il break in favore di Darderi che si ritrova per la prima volta a condurre. Luciano non cede il passo e nel nono gioco arriva un altro crollo di Shapovalov, che concede due set point: l’azzurro chiude a rete e manda la sfida al terzo.

La partita sembra andare piano piano a favore del numero 54 al mondo, apparso più solido e lucido nei 40 minuti del secondo set. Ma si ritrova ad essere lui il primo in sofferenza, con Shapo che torna a regalare un paio di gioie per gli occhi nel quinto gioco. Il canadese si procura la palla break che potrebbe far svoltare la partita, Darderi risponde con un servizio vincente esterno e inizia a variare i propri colpi, su cui l’ex top 10 va in confusione: arriva così il break a suo favore, che viene però vanificato dalla sua testardaggine a giocare costantemente sul delizioso rovescio del canadese che ritrova l’equilibrio quando nessuno quasi se lo attendeva più.

Il nono gioco diventa un’esperienza mistica, con Darderi costretto a dover salvare due palle break grazie ad un errore di Shapovalov e a un buon servizio. Ma entra in gioco l’imprecisione, con le due discese in campo di Lahyani che spezzano il ritmo; il suo rovescio in cross finisce lungo e il canadese va a servire per il match. Darderi ci prova, spinge da matti e si porta a 15-40, ma non finisce il lavoro, poi però arrivano altri due errori del nordamericano che regala il 5 pari. Darderi, che inizia anche leggermente a zoppicare, si garantisce il tiebreak con un game da coltello tra i denti, ripreso per i capelli da 15-40 chiuso con un delizioso pallonetto. E dopo una lotta del genere, sono le energie ad essere il cardine: si arriva sul servizio di Shapovalov sul 5-4 per l’azzurro, che si prende la partita con una fucilata di dritto e l’ennesimo errore del suo avversario.

I dati ci spiegano la maggiore solidità di Darderi e le solite problematiche di Shapovalov, che mette a segno più vincenti, 49 a 21, ma ci sono addirittura 64 errori non forzati per il canadese rispetto ai 25 dell’azzurro, che si prende così l’applauso del Foro Italico.