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Tennis, Lorenzo Musetti tra antiche lacune e novità da metabolizzare nel tempo

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Lorenzo Musetti

Necessario invertire la rotta. Le difficoltà di Lorenzo Musetti sono evidenti agli addetti ai lavori del massimo circuito internazionale. Il carrarino fatica a evolvere il suo tennis in termini di aggressività e di continuità e la sconfitta di ieri contro il russo Pavel Kotov, negli ottavi di finale dell’ATP250 di Hong Kong, pone l’accento sulle criticità nel gioco del toscano.

Un Musetti spesso passivo e poco attento nei momenti più importanti dell’incontro. Le problematiche sono sempre le stesse: poca costanza con il fondamentale del servizio e una seconda troppo morbida; scarsa efficacia in risposta; mancanza di decisione quando è necessario affondare il colpo decisivo. Aspetti che sono legati chiaramente anche alla fiducia.

Per dirla in un altro modo, la pallina a Musetti cammina poco, specialmente dal lato del dritto, e su una superficie rapida come quella di Hong Kong il braccio di ferro da fondo non gli è stato favorevole praticamente mai. Lo aveva anche detto ai nostri microfoni Paolo Canè: “Se Musetti non cambia atteggiamento in campo e non gioca più vicino, diventa un tennista normale“.

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Una considerazione rafforzata soprattutto da una statistica. Come si può verificare sul sito tennisabstract.com, nelle ultime 52 settimane (escludendo l’edizione 2023 della United Cup) il tennista tricolore ha disputato 41 partite contro avversari con un ranking inferiore al suo e ha una percentuale di vittoria del 59% (58.5% per la precisione), avendo perso 17 incontri e vinti 24.

Fonte: tennisabstract.com

Serve voltare pagina già dal prossimo torneo di Adelaide. In un’intervista concessa a OA Sport il coach Simone Tartarini ci aveva parlato di semplificazione nel gioco di Lorenzo e di aggressività. Il ragazzo, specie nel primo parziale della partita di ieri contro Kotov, ha provato anche a eseguire questo spartito, ma è chiaro che ora come ora non giochi con scioltezza. Di conseguenza, le scelte in campo non sono quelle giuste, venendo meno anche l’esecuzione. C’è tanto da lavorare. L’ambizione è quella di portare il toscano tra i primi dieci tennisti del mondo, ma i passi da compiere sono molti, specialmente dal punto di vista mentale.

Foto: IPA Sport

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