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Biathlon, Johannes Bø e le stigmate del successo. Nuovi bastoni per il norvegese dopo le piaghe sulle mani!

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Johannes Boe

Le performance di Johannes Bø durante la recente tappa di Coppa del Mondo di Oberhof hanno lasciato perplessi. Al di là dei piazzamenti (quarto nella sprint e quinto nell’inseguimento), il fuoriclasse norvegese ha sofferto più del previsto nella componente fondo, soprattutto nel giro conclusivo del pursuit sabatino.

Passi per la sprint, fortemente condizionata dai materiali (gli sci Madshus godevano di una superiorità disarmante su tutti gli altri marchi, compresi i Fischer utilizzati dal trentenne scandinavo), ma tale dinamica non si è ripetuta nell’inseguimento, nel quale il nordico ha patito nella tornata conclusiva.

Ebbene, ai più attenti ai dettagli non è sfuggito un particolare. Bø, a Oberhof, è sceso in pista con dei bastoni di una marca differente rispetto a quelli utilizzati abitualmente. Non più Swix, bensì One Way. Questo cambiamento è stato figlio di una controindicazione tutt’altro che irrilevante. Da tempo, Johannes sta combattendo con delle piaghe sulle mani generate dall’impugnatura dei bastoni stessi.

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Nonostante abbia usato Swix da inizio carriera, in questi ultimi mesi l’impugnatura dell’attrezzo ha cominciato a dargli noia, sino a portarlo ad avere delle lesioni cutanee a causa dell’attrito. Ovviamente il dolore e il pensiero che le abrasioni diventassero infette non gli hanno permesso di spingere come avrebbe potuto. Non riuscendo a trovare una soluzione, il dominatore del circuito maschile ha optato per un cambiamento radicale, affidandosi a un nuovo strumento.

Bø sembrerebbe soddisfatto della novità, ma le “stimmate” non sono ancora guarite e l’adattamento ai bastoni One Way è appena cominciato. L’accaduto fa riflettere soprattutto relativamente a una dinamica. Con il passare degli anni, l’organismo e movimenti acquisiti possono cambiare. Inoltre, a volte, un dettaglio può fare un’enorme differenza.

La vita è un gioco di centimetri, e così è il football. Perché in entrambi questi giochi, la vita e il football, il margine di errore è ridottissimo” diceva Al Pacino nei panni del coach Tony D’Amato nel suo iconico discorso nel film “Ogni maledetta domenica”. Si può sostituire “football” con “biathlon”, tranquillamente. Vale per i bersagli, presi o mancati, così come per i bastoni.

Non solo. Si può disquisire per ore sulla ragione della superiorità dell’uno o dell’altro atleta, ma nessuno strapotere biologico dato dal fisico (talento o potenziale che dir si voglia) può essere messo a frutto se la mente non è all’altezza. Quella di Johannes, evidentemente attentissimo a ogni aspetto legato alle sue performance, lo è.

Foto: La Presse