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Volley, World League – Le ambizioni dell’Italia: rivoluzione in gruppo, la novità può sorprendere?

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L’Italia partirà a fari spenti alle Final Six della World League, in programma al Maracanazinho di Rio de Janeiro dal 15 al 19 luglio. La nostra Nazionale di volley maschile sbarca a Rio tra tante difficoltà e incertezze, al termine di un girone preliminare caratterizzato da luci e ombre.

E soprattutto la “Cacciata dei Quattro” che ha destabilizzato tutto l’ambiente. La notte brava di Zaytsev, Travica, Sabbi e Randazzo ha praticamente smantellato quel gruppo di titolari che si era formato nel corso degli ultimi mesi.

Persi il capitano, lo schiacciatore simbolo della squadra e che si era costretto a cambiare ruolo, l’opposto titolare e una riserva. Praticamente addio a mezza squadra.

L’invocato Giannelli in cabina di regia, Vettori forzatamente opposto e chiamato ad essere continuo, Birarelli nuovamente capitano al centro con Anzani o Mengozzi, Lanza di banda verosimilmente affiancato da Antonov, Colaci il libero.

 

Insomma si è cambiato totalmente tutto. E se questo gruppo, nuovo ed erede di quanto è imploso nel weekend di Copa Cabana (ma le ruggini c’erano da almeno un anno…), riuscisse davvero a ritrovarsi e a regalarci una magia?

Di solito le imprese e le grandi vittorie scaturiscono proprio dalle improvvisate, dai gruppi più inaspettati, nei momenti meno immaginabili. Potrebbe arrivare il sorpresone. Anzi è forse più probabile dopo la defenestrazione di quanto lo fosse prima.

 

La stagione è partita con molte incognite, con Mauro Berruto in panchina messo più volte in discussione e con un gioco distante anni luce da quello che ci ha caratterizzato per diverse stagioni.

Una squadra che forse non è più squadra, un sestetto titolare mai totalmente stabilizzato, un cambio di modulo che ha lasciato perplessi i più, una serie di infortuni e un rendimento abbastanza deludente.

L’Italia è stata umiliata dall’Australia a Jesolo, ha poi realizzato l’impresa al Foro Italico sconfiggendo il Brasile ma per il resto è sempre andata in difficoltà. In un match si vedevano dei passi in avanti (come nella gara2 di Belgrado, persa solo al tie-break dopo un incontro tirato), in quello successivo si sprofondava nuovamente.

 

Provare a ritrovare una Nazionale coraggiosa, arrembante, motivata, con un po’ di cuore e soprattutto di rendimento. Continuità, affinità tra i reparti, fluidità, una fase offensiva che supporti quella difensiva, un muro che non sia altalenante, un servizio che non sia troppo falloso.

Mauro Berruto ha dichiarato che vuole la Finale per l’oro ma oggettivamente è difficile arrivarci con questa Italia. Felici di essere smentiti, naturalmente.

Il girone iniziale è davvero ostico. Ritroveremo la Serbia che ci ha inflitto ben tre sconfitte nella Pool A e i Campioni del Mondo della Polonia, secondi nella Pool B. Già passare questo turno sarebbe una vera impresa per poi andare a incrociare l’altro raggruppamento dove si daranno battaglia i padroni di casa del Brasile, gli USA detentori del titolo e la Francia vincitrice del secondo livello.

Gli azzurri hanno conquistato due bronzi consecutivi in World League: a Mar del Plata 2013 e a Firenze 2014 vennero raccolti con rammarico. Se la medaglia dovesse arrivare a Rio de Janeiro verrebbe presa con estrema soddisfazione, un nuovo punto di partenza per tornare a essere quello che siamo. Anche se il Maracanazinho chiama l’oro: qui vincemmo il nostro primo titolo Mondiale e la World League 1995.

 

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