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Sci di fondo

Sci di fondo, la splendida tappa di Goms è una fiamma da cui la Fis può ripartire per rilanciare la Coppa del Mondo

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Jessie Diggins

La Coppa del Mondo di sci di fondo è reduce dal weekend di Goms. Un fine settimana sul quale è doveroso riflettere, proprio in virtù di quanto visto in terra elvetica. L’appuntamento tenutosi in Svizzera può rappresentare una poderosa iniezione di fiducia per una disciplina in crisi di popolarità e, di conseguenza, di credibilità.

Errata corrige. Non è lo sci di fondo in sé a essere in crisi, bensì le competizioni di area Fis. Altri circuiti, a cominciare da quelli in cui è inserito la Marcialonga, godono di ottima salute. A dimostrazione di come il Langrenn, come lo chiamano in Norvegia, possa ancora far presa sulla gente.

Deve però essere valorizzato e coccolato. Un prodotto, bello o brutto che sia, assume valore e attrattiva anche a seconda di come viene presentato. Se poi è valido, allora avrà modo di prosperare. Viceversa, se dovesse rivelarsi tutto fumo e poco arrosto, sarà bocciato dal pubblico. Un pubblico che, però, va concupito. Giusto o sbagliato, nel mondo d’oggi va così.

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Goms rappresenta un contesto da valorizzare. Si è ammirato lo sci di fondo al suo meglio, a cominciare dal piano agonistico. Sono piaciute in particolar modo due gare, la sprint maschile e la 20 km mass start femminile, nelle quali si sono visti gesti atletici di rilievo da parte degli uomini e delle donne di vertice. Anche la partenza in linea maschile si è rivelata meno soporifera del solito.

Merito sicuramente delle piste, complesse e variegate, tutto fuorché banali. Come se non bastasse, gli appassionati svizzeri hanno risposto “Hier!”, ovvero “Presente!”, regalando alla tappa una cornice di pubblico che oramai si vede raramente in Coppa del Mondo (Oberhof, in tal senso, è stata inquietante).

Da Goms deve ripartire la Fis, effettuando un ragionamento pragmatico. Lo sci di fondo ha modo di piacere e di attrarre, ma bisogna spingerlo. Come? Premiando le location, come quella del Canton Vallese, in grado di valorizzarlo. Sia dal punto di vista agonistico che del contorno.

L’augurio è che Goms possa diventare tappa fissa e possa essere collocata in calendario in maniera tale da avere la massima visibilità possibile. Dopodiché, il medesimo ragionamento può essere applicato a tutti gli altri luoghi in grado di garantire tracciati e pubblico degni dell’élite assoluta che li frequenta, nonché della gloriosa tradizione di una disciplina rivitalizzabile.

Bisogna “solo” tirare via la polvere, rimuovere qualche macchia e lucidare il tutto. Sempre che si abbia lo spirito d’iniziativa e la volontà di applicare l’olio di gomito intellettivo necessari…

Foto: La Presse

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