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Rugby, Sei Nazioni 2024: l’Inghilterra ai raggi X. Orfana di Farrell, cavalcherà l’entusiasmo mondiale?

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Marcus Smith

Parte questo fine settimana il Guinness Sei Nazioni 2024 e prima avversaria dell’Italia è l’Inghilterra di Steve Borthwick. Squadra pericolosa, mai battuta dagli azzurri, ma squadra che negli ultimi anni ha faticato a imporsi. Un modesto quarto posto un anno fa, dopo l’esonero di Eddie Jones, aveva fatto presagire il peggio, ma gli inglesi alla Rugby World Cup sono arrivati a sfiorare la finale e hanno conquistato la medaglia di bronzo. È l’inizio di una nuova era?

Quel che è certo è che Borthwick dovrà fare a meno del suo numero 10, Owen Farrell, che si è preso un periodo sabbatico, ufficialmente per recuperare le forze mentali, e che dalla prossima stagione giocherà in Francia. Sarà George Ford o Marcus Smith a prenderne il posto? Nel primo caso vedremo un’Inghilterra forse meno spettacolare, imprevedibile, ma sicuramente cinica e che punta sull’esperienza. Con Smith, invece, la mediana inglese sarà una scommessa, col giocatore che sa essere spettacolare, ma al tempo stesso regalare prestazioni deludenti e inconcludenti. E in difesa non convince.

Tra i giocatori da tenere d’occhio c’è Ben Earl, esploso durante la Rugby World Cup e che vuole confermarsi, mentre in mediana potrebbe fare la differenza Alex Mitchell, giocatore di grande intelligenza tattica. Fascia di capitano per l’esperto tallonatore Jamie George che metterà in campo tutta la sua leadership per guidare una squadra alla ricerca di importanti conferme per vivere un Sei Nazioni da protagonista.

Tra i volti nuovi potrebbero trovare spazio e gloria nomi come l’ala Immanuel Feyi-Waboso, che è stato in una forma impressionante con gli Exeter Chiefs, così come quella dei Northampton Saints Tommy Freeman e il mediano d’apertura Fin Smith, che potrebbe essere un’alternativa a Ford e a Marcus Smith. Importante, infine, il rientro nella trequarti di Henry Slade per dare più alternative di qualità a Borthwick. L’Inghilterra non è favorita per il titolo, ma batterla non sarà facile per nessuno. A partire dall’Italia.

Foto: LaPresse