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Pattinaggio artistico, caso Valieva. Parla Tutberidze: “Chi l’ha difesa? Non poteva esserci verdetto peggiore”

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Dopo due anni di silenzio, parla Eteri Tutberidze. L’allenatrice di Kamila Valieva,  fuoriclasse russa ufficialmente squalificata per quattro anni dal CAS per essere risultata positiva al doping, ha parlato apertamente del caso riguardante la sua allieva su un lungo post pubblicato su Instagram nella giornata di oggi.

La coach a capo dello staff tecnico, secondo buona parte dell’opinione pubblica responsabile di quanto accaduto, ha commentato la sentenza lasciando trasparire molta amarezza, difendendo il proprio operato e sottolineando alcuni punti oscuri della vicenda:

Sono ormai due anni che mi astengo dal commentare la situazione relativa al doping di Kamila Valieva rilevato ai Nazionali Russi del 2021, nonostante l’odio immeritato incessante e le accuse rivolte nei miei confronti – ha detto l’allenatrice -. A tutto il nostro team è stato severamente vietato di commentare o valutare in alcun modo la situazione in corso, poiché avrebbe potuto influenzare e ostacolare le indagini. Io, forse più di chiunque altro, volevo che questa storia fosse indagata a fondo e che non avessi domande persistenti, anche se si trattava di uno sbaglio, di un errore o di un crimine da parte di qualcuno. Per molti anni ho lavorato instancabilmente senza weekend liberi o vacanze per i risultati degli atleti e, come nessun altro, voglio sapere cosa è successo a Kamila e come questa sostanza è entrata nel suo corpo“.

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Tutberidze ha poi insistito su questo ultimo aspetto, sostenendo di lavorare da quattordici anni con pattinatori sempre puliti: “Dal 2010 i nostri atleti gareggiano in competizioni internazionali. Probabilmente sarà impossibile contare il numero dei test antidoping effettuati da loro in questo arco di tempo. I campioni sono sempre stati puliti e spero che rimangano così. Abbiamo sempre insegnato e spiegato ai nostri atleti e ai loro genitori di stare attenti anche ai più semplici rimedi contro il raffreddore e di non fidarsi, purtroppo, assolutamente di nessuno. E dopo due anni nulla si è chiarito, l’origine di questo farmaco non è stata studiata e ci sono ancora molte domande. Ci arrivano solo accuse da diverse parti”.

In ultimo la coach, lodando le doti di Kamila Valieva, ha chiosato lanciando un’accusa molto forte verso i difensori della sua pattinatrice: “Non ho domande per Kamila; è una bambina e, da parte mia, continuerò a sostenerla in ogni modo possibile. Non a scapito di tutti i miei atleti precedenti: Kamila è l’atleta più dotata. Ha affrontato una prova difficile da descrivere a parole. Per quanto riguarda il verdetto, ho una domanda principale: qualcuno ha difeso Kamila durante le udienze? Perché non poteva esserci verdetto peggiore“.

Foto: LaPresse

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