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Volley, Coppa del Mondo – Italia, la forza del sestetto titolare: da Zaytsev a Juantorena

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Per affrontare al meglio una Coppa del Mondo di volley maschile è fondamentale avere un sestetto titolare molto forte, solido, motivato e deciso. Il torneo è durissimo, prevede 11 partite in 15 giorni, si affrontano quattro-cinque delle migliori Nazionali del Pianeta e gli altri incontri sono tutt’altro che semplici. In palio due ambitissimi pass per le Olimpiadi 2016. In Giappone non si scherzerà per nulla dall’8 al 23 settembre.

 

L’Italia si presenta indubbiamente con molte aspettative e con sette individualità di spicco. Certo bisognerà poi vedere come risponderanno insieme, come si saranno amalgamati e come frizioneranno i meccanismi fondamentali in uno sport di squadra. Gli screzi sono ormai alle spalle e tanto è cambiato in gruppo, motivi fondamentali per avere fiducia sugli azzurri.

Che il sestetto titolare sia da sogno è un dato oggettivo: Simone Giannelli in cabina di regia, Ivan Zaytsev opposto, di banda Osmany Juantorena e Filippo Lanza, capitan Simone Buti e Matteo Piano al centro, Massimo Colaci il libero. Insomma una formazione che moltissime squadre potrebbero invidiarci e che se troverà le affinità richieste potrà togliersi moltissime soddisfazioni.

 

Lo Zar è davvero dirompente nel suo ruolo naturale, è l’autentico trascinatore e dalle sue braccia passeranno quantità importanti di palloni per scardinare le difese avversarie.

Simone si porta la freschezza dei suoi 19 anni appena compiuti, il talento naturale ormai universalmente riconosciuto, l’imprevedibilità e la varietà di colpi oltre alla capacità di concludere di prima iniziativa.

La Pantera è l’arma vincente, la carta in più, la pedina in grado di cambiare gli equilibri, fondamentale sia in prima linea che in seconda. Attacco e ricezione in un’unica persona che ci farà svoltare.

Pippo è l’emblema della crescita graduale sul campo, del giovane maturato da veterano passo dopo passo. Gli avversari dovranno passare dalle sue braccia se vorranno fare punto.

Max è l’uomo volante, l’aspirapalloni, colui che tirerà su tutto e ci darà un’infinità di vite quasi fossimo in un videogioco.

Butino è stato promosso capitano dopo la forzata defezione di Birarelli. Il ruolo più importante, di grande responsabilità: la lasagna non ha portato benissimo quest’anno ma il nostro centralone la onorerà al meglio.

E poi c’è Matteo che, di rientro dall’operazione, ha subito ritrovato il suo posto al centro dove le sue stampatone sono davvero fondamentali.

 

Se ne evince che l’Italia ha un reparto offensivo davvero da urlo, un terzetto di assoluto spessore, con grande esperienza e potenza, in grado di mettere in difficoltà chiunque.

La seconda linea sembra poter reggere bene e sarà davvero fondamentale per alleggerire il compito del palleggiatore. Una promessa, talentuoso, già capace di grandi cose ma che dovrà comunque affrontare un torneo nuovo, impegnativo, duro: non facile a 19 anni.

Un reparto centrale che sulla carta può sembrare quello con meno potenziale e che ha perso la guida naturale (Birarelli) ma che in realtà può davvero sorprendere.

E sulla panchina? Altrettanto fondamentale (se non di più) in un tour de force del genere. Ma su quella vi rimando al prossimo articolo.

 

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