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Biathlon, l’Italia maschile è una piramide. Sotto alla punta Giacomel c’è una solida struttura fatta d’esperienza e ambizione
L’Italia del biathlon maschile ha una struttura piramidale. Della punta, ossia Tommaso Giacomel, si parla diffusamente nella monografia dedicata. Appena sotto di lui, troviamo due solide pietre d’appoggio, che rispondono ai nomi di Lukas Hofer e Didier Bionaz. Due massi profondamente diversi, ma egualmente affidabili.
Il blocco di granito altoatesino, della piramide di cui sopra, è stato a lungo il vertice. Non lo è più, perché l’acuminato picco è stato smussato dalle intemperie e perché il divino architetto ha manovrato la gru, ponendo in cima al tetraedro azzurro un più elevato e impressionante pinnacolo. Però, per quanto non più affilato, ci si trova di fronte a un macigno di volontà e perseveranza, che se sarà assistito dalla salute e dalla buona sorte, potrà ancora togliersi soddisfazioni.
La pietra valdostana ha viceversa la stessa età di quella sopra di lui. Non proviene dalla medesima cava, è ormai conclamato, però chissà che un bravo scultore non possa ricavarne qualcosa di pregiato. Giacomel è palesemente un blocco di marmo Bianco Statuario di Carrara, nato però in Trentino. Bionaz, pur non essendo della stessa pietra, avrà modo di assumere l’aspetto di un’opera d’arte, lavorando e applicandosi. In tal senso, si sono già visti contorni interessanti lo scorso anno.
La base della piramide è, infine, formata da tanti mattoni di sostegno. L’argilla è stata cotta con tempistiche e modalità differenti, però Daniele Cappellari, Patrick Braunhofer ed Elia Zeni hanno dimostrato di essere validi componenti dell’edificio. Dai forni stanno già uscendo nuovi poliedri, tutti con il “2” con prima cifra dell’anno di produzione.
Non c’è ragione per dubitare che essi possano ampliare e rafforzare le fondamenta, nella speranza che a un certo punto ci si renda conto di avere a che fare con pregiata roccia metamorfica e non con efficaci sedimenti. Tuttavia, questa natura può essere scoperta solo esaminando a fondo la materia prima tramite le competizioni di carattere internazionale.
