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CiclismoStrada

La Vuelta ‘invita’ la Israel a farsi da parte: “Devono prendere una decisione”

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Israel Premier Tech
Israel Premier Tech / Lapresse

Una manifestazione pro Palestina ha avuto lungo a Bilbao, dove era posto il traguardo dell’undicesima tappa della Vuelta di Spagna. Gli organizzatori sono stati così chiamati ad adottare una soluzione di ripiego per motivi di sicurezza: non assegnare il successo parziale e fermare i corridori a tre chilometri dall’arrivo originario, prendendo i tempi proprio in quel frangente. Il caos è stato inevitabile e si sono dovute aspettare più di tre ore per avere la nuova classifica generale.

Le ragioni della manifestazione sono legate alla presenza in gruppo della Israel-Premier Tech, squadra di livello Professional legata al Paese mediorientale. Quello odierno è soltanto l’ultimo episodio occorso durante il Grande Giro in terra iberico, durante il quale hanno avuto luogo manifestazioni contro la formazione israeliana e che hanno messo in pericolo l’incolumità dei corridori. La sicurezza dell’intero evento non sembra essere garantita e proprio su questo aspetto è voluto intervenire il direttore tecnico della Vuelta.

Kiko Garcia ha dichiarato a Cadena Ser: “Ho appena discusso la situazione con le squadre. Ci hanno ringraziato e hanno capito che era la decisione migliore. Dovevamo trovare un equilibrio tra la sicurezza e il non danneggiare le migliaia di tifosi che si godevano la tappa sulle salite. Quando abbiamo visto il primo passaggio al traguardo, cosa stava succedendo e che la situazione era incontrollabile, abbiamo deciso di utilizzare l’arco dei tre chilometri per cronometrare i tempi e non eliminare nessuna parte della tappa, ma solo il traguardo stesso, il che non avrebbe cambiato nulla“.

Il DT ha poi proseguito:La squadra israeliana continuerà a correre? Non saprei dirlo. Abbiamo espresso loro la nostra opinione. È ora di prendere una decisione. Non solo noi come organizzatori, che tra l’altro non possiamo prendere alcuna decisione perché il regolamento ci obbliga a far gareggiare la squadra. Qualsiasi decisione in tal senso potrebbe far perdere alla gara il calendario World Tour. Cerchiamo tutti insieme di insistere e, soprattutto, di far capire che la situazione non è facile. Dobbiamo trovare una soluzione tutti insieme, che per me… al momento è solo una: che la squadra israeliana si renda conto che la sua presenza qui non facilita la sicurezza di tutti gli altri. Ma non possiamo prendere questa decisione, devono prenderla loro“.

Kiko Garcia ha poi concluso:La squadra israeliana dispone di speciali dispositivi di protezione: durante la gara, per arrivare alle tappe… A questo punto, la nostra preoccupazione è la sicurezza di tutti ed è questo che la gente deve sapere. È a rischio anche la vita di molti atleti che, in fin dei conti, sono qui per fare il loro lavoro. Attenzione, capisco le proteste, sono comprensibili e, a titolo personale, credo che debbano esserci. Ma devono esserci senza oltrepassare il limite della violenza. Se così fosse, entreremmo in qualcosa che potrebbe essere molto peggiore. In questo momento, dobbiamo valutare tutto e decidere se possiamo mettere a rischio una gara come la Vuelta a España, uno dei tre Grandi Giri, o se continuiamo a proteggere una squadra che mette a rischio tutto il resto“.

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