US Open
Jannik Sinner non dimentica…La confessione pre-match e ogni sconfitta vissuta come un’occasione per progredire
“It’s time to revenge”. Questa era il mood di Jannik Sinner in avvicinamento alla sfida degli ottavi di finale degli US Open 2025 contro Alexander Bublik. Letteralmente “È tempo di vendetta” e, allargando al significato sportivo, si parla di rivalsa. Già a Sinner, come del resto a tutti i grandi campioni, perdere non piace proprio e ogni ko è uno stimolo per continuare a progredire e sfruttare la prima occasione buona per ricambiare il favore.
Se l’era legata al dito Jannik quel ko nel secondo turno dell’ATP500 di Halle contro il kazako. L’affermazione in tre set di quest’ultimo aveva toccato nel profondo l’azzurro, reduce poi da un’enorme delusione: il ko nella finale del Roland Garros contro Carlos Alcaraz, fallendo gli arcinoti tre match-point.
C’è stato il modo per regolare i conti e il pusterese l’ha fatto alla grande. A Wimbledon, nella finale dei Championships, Jannik si è imposto in quattro set contro Carlitos, facendo venire a quest’ultimo una specie di crisi di nervi nel corso della partita, perché non in grado di tenere il ritmo indiavolato da fondo dell’altoatesino. E ieri, nella splendida cornice dell’Arthur Ashe Stadium, Sinner ha rifilato un perentorio 6-1 6-1 6-1 al malcapitato tennista dell’Est.
Del resto, la conversazione poche ore prima della partita con l’attore Rami Malek e l’ex direttrice di Vogue, Anna Wintour, ospiti d’onore sulle tribune del Centrale, aveva evidenziato proprio il desiderio di far “pagare” a caro prezzo quanto accaduto sui prati teutonici. Dalle parole ai fatti, giocando tutti i punti con grandissima intensità e con uno sguardo da far paura per determinazione e voglia di vincere. La conseguenza è stata una partita a senso unico, durata poco più di 80′, strappando il servizio in otto circostanze a un giocatore che prima del confronto con l’azzurro mai aveva concesso break…
A questo punto, vedremo se ci sarà la maniera di riscattare anche quel risultato negativo di Cincinnati contro Carlitos, in una partita che nei fatti non c’è stata per il malessere del pusterese, qualora i due dovessero incontrarsi nell’atto conclusivo a Flushing Meadows. Un motivo in più per dare libero sfogo all’istinto da “killer sportivo” dell’azzurro.
