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Pallavolo

De Giorgi tra coraggio e incoscienza: la mossa Francesco Sani e il jolly al servizio

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Simone Anzani
Anzani/Fipav

L’Italia di Ferdinando De Giorgi ha scritto un’altra pagina memorabile della sua storia recente battendo la Polonia con un netto 3-0 nella semifinale mondiale di Manila. Un risultato che dice molto più di quello che appare sul tabellino: la partita, infatti, è stata una continua prova di tenuta mentale e tecnica, in cui gli azzurri hanno dimostrato una capacità straordinaria di rimanere lucidi anche nei momenti più complessi.

La chiave tattica è stata duplice. Da una parte, la solidità ritrovata del sestetto titolare, con Giannelli a dettare i tempi e Romanò a capitalizzare palloni pesanti con il 62% in attacco già nel primo parziale. Dall’altra, la scelta che ha indirizzato l’incontro: l’ingresso di Francesco Sani dalla panchina, utilizzato da De Giorgi come arma tattica al servizio. Un’idea che poteva sembrare azzardata, quasi incosciente, ma che si è rivelata determinante sia nel secondo sia nel terzo set. Sani ha trovato ritmo immediato, forzando la ricezione polacca, firmando un ace e soprattutto aprendo varchi che hanno permesso al muro e alla difesa di trasformare la pressione in break vincenti.

La gestione del primo set ha mostrato il carattere di una squadra capace di rimontare da -3 (10-13) grazie a pazienza e organizzazione. Giannelli ha scelto con intelligenza le alzate, distribuendo il gioco per tenere alta la percentuale di efficienza e sfruttare Russo e Gargiulo in primo tempo. Romanò ha fatto il resto, con 6 punti e presenza costante in attacco. Il 25-21 finale è stato il segnale che l’Italia poteva prendersi la partita senza farsi travolgere dalla fisicità di Leon e compagni.

Nel secondo parziale la gara si è giocata sui dettagli. L’ingresso di Anzani ha aggiunto esperienza e muro, ma la Polonia, nonostante l’assenza pesantissima di Kurek, ha trovato la forza per rientrare da -4 fino al 20-20. Lì si è visto il coraggio di De Giorgi: Sani dalla panchina e servizio che spacca la partita. È stato il colpo di genio del ct, che ha ribaltato inerzia e set, consegnando il 2-0 con il 25-22.

Il terzo set è stato la prova della maturità azzurra. Avanti anche di +5 (13-8), la Polonia sembrava pronta a riaprire la sfida con l’ingresso di Fornal. Invece l’Italia non ha perso lucidità: ha rimontato punto su punto, fino a rimettersi in carreggiata sul 18-18. Ancora Sani al servizio ha spianato la strada, con Anzani che ha firmato due muri consecutivi e Porro che, subentrato con freschezza, ha dato ritmo e coraggio in attacco. Chiudere 25-23 dopo aver inseguito a lungo ha significato certificare la forza mentale di un gruppo che non si arrende mai.

Dal punto di vista tecnico, l’Italia ha vinto la sfida nei fondamentali chiave. Al servizio, con 7 ace e tanta aggressività, ha costretto la Polonia a un numero elevato di errori in attacco. A muro, i 9 vincenti hanno fatto la differenza nelle fasi calde, soprattutto con Anzani e Russo. In ricezione, Balaso ha tenuto la squadra sempre in equilibrio, permettendo a Giannelli di avere le mani libere nelle scelte.

È stato il trionfo della coralità, del gruppo in cui chiunque entra dalla panchina porta un contributo tangibile. Sani e Porro hanno inciso al servizio e in attacco, Anzani ha mostrato che l’esperienza conta quando il pallone pesa, Romanò ha confermato di essere l’opposto di riferimento, mentre Michieletto, pur senza numeri scintillanti, ha garantito qualità e leadership. De Giorgi ha vinto la sua partita più importante con coraggio e qualche dose di sana incoscienza. Ha rotto gli schemi, ha scelto soluzioni impreviste, e si è preso il rischio di affidarsi a un ventenne al servizio in semifinale mondiale. Ma il rischio ha pagato: l’Italia vola in finale per la seconda volta consecutiva, e lo fa mostrando non solo talento, ma soprattutto un’anima di squadra che sa resistere, reinventarsi e colpire nei momenti decisivi.

Domani, contro la sorprendente Bulgaria di Blengini, servirà un’altra partita di questo livello. Ma la semifinale con la Polonia lascia un messaggio chiaro: questa Italia non ha paura di nulla, neppure di osare.