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NuotoVideo Interviste

Michele Busa: “Al Settecolli per mettere a frutto 6 mesi di lavoro. Il pensiero a Los Angeles 2028 c’è”

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Michele Busa
Michele Busa / LaPresse

Il giovane talento del nuoto italiano Michele Busa ha parlato a Focus, trasmissione che va in onda sul canale YouTube di OA Sport, del proprio percorso, dai primi successi fino alla conquista della medaglia di bronzo mondiale nella staffetta 4×100 metri misti ed al recente record italiano nei 50 metri farfalla.

La medaglia conquistata ai Mondiali: “Un bronzo meraviglioso, ma non solo il bronzo, anche le gare individuali me le porto dentro, però il bronzo è stato la ciliegina sulla torta, quello che mi fa essere fiero di quella trasferta completamente“. Il quinto posto individuale nei 50 farfalla: “Un 50 farfalla molto ricercato in vasca corta, una prestazione che finalmente mi fa essere fiero del lavoro fatto nei vari anni, non solo quest’anno, ma anche l’anno scorso ho fatto un Campionato Europeo che magari non mi ha portato ad un massimo livello, ma mi ha inserito un po’ in questo mondo, e quindi è stata la conclusione di un mini percorso che però adesso, secondo me, mi fa partire per un altro percorso un po più lungo“.

I suoi allenatori, Marco Frignani, poi Giorgio Maccolini ed oggi Cesare Casella: “Intanto oltre che essere tre allenatori sono stati anche tre padri, praticamente, perché li vedevo ogni giorno, tutte le settimane, tutti i weekend, sono state tre persone che mi hanno voluto bene prima di tutto dal punto di vista umano, penso che mi voglio ancora bene, sono tre persone che sento non quotidianamente, ma dopo le gare, prima delle gare bene o male mi scrivono tutti. Anche Marco l’ho visto l’altro giorno, sono stato in piscina a Faenza, l’ho salutato, abbiamo chiacchierato un po’ sulle gare. Sono tre persone che probabilmente mi vogliono bene, sia come atleta che come persona, sono tre allenatori che mi hanno dato ognuno qualcosa, nella mia carriera sono tutti e tre fondamentali“.

Su Marco Frignani: “Marco mi ha lasciato sicuramente il senso del lavoro. Io mi sono sempre definito uno che preferisce gareggiare che allenarmi, perché alla fine ho iniziato a nuotare per gareggiare, anche da piccolino quando andavo a fare i corsi di nuoto non ho mai visto l’allenamento come un obiettivo, e forse qui è un errore grandissimo, cioè non è un punto di forza, però anche quando ero piccolino mi iscrivevano ai corsi di nuoto, e mia mamma faceva i corsi, cioè faceva l’istruttrice di nuoto, e mi iscriveva ai corsi con altri istruttori, e io piangevo e non nuotavo mai. Poi tutto si è sbloccato quando nel fare una gara propaganda, mi sono buttato in acqua, ho vinto e ho preso la medaglietta, quella che danno a tutti, e lì mi si è sbloccata la testa. Ho detto ‘Io voglio vincere, mi piace gareggiare per vincere”. Dopo ovviamente capisci l’importanza dell’allenamento. Marco sicuramente mi ha preso da piccolino, poi dopo l’ho ritrovato anche da Assoluto, e quando ero piccolino mi cacciava fuori, però poi mi diceva ‘Non si fa così’, e poi dopo a livello umano, mi ha cresciuto da piccolino, mi ha insegnato la tecnica, le basi“.

Una famiglia di nuotatori: “Mia mamma faceva l’istruttrice, poi ha nuotato, lei aveva una passione incredibile per il nuoto, babbo ha nuotato anche lui un sacco di tempo, e poi dopo si è spostato più sull’ambito pallanuoto, che tra l’altro ho praticato anch’io, mi ha passato questa passione, mia sorella per forza di cose ha nuotato anche lei, e poi io ovviamente se sono qua è perché mi è toccata quella strada. Loro non mi ha mai fatto pesare il fatto di venire, ma perché loro secondo me lo fanno proprio con passione, con amore, per loro non è un peso. Anche, non so, vedermi gareggiare, magari vedermi andar male, per loro non è un problema, cioè non lo fanno con impegno. A loro piace proprio il fatto che io ci metto passione in quello che faccio, esserci sia ad un Mondiale come ad un Campionato Regionale, mi seguirebbero anche se non fossi a questo livello qua, mi seguirebbero ovunque, proprio perché loro sono fatti così, sono vicini e gli piace il nuoto, questo mondo qua“.

Su Giorgio Maccolini: “Praticamente ho fatto il salto da Esordiente A ad Assoluto con Giorgio, lui mi ha portato al primo Campionato Italiano Assoluto, mi ha portato al primo Settecolli, lì c’è stato un passo di maturità, Giorgio mi ha fatto capire che forse il nuoto poteva essere veramente la mia strada, un lavoro in futuro, e lì ho fatto il salto di qualità, mi ha insegnato praticamente ad essere più uomo, più atleta, se magari con Marco ero ancora un bambino, andavo alle trasferte per divertirmi, per stare con gli amici, poi il contorno erano le gare, con Giorgio invece siamo arrivati ad un punto in cui nuotare era quasi un lavoro, anche se comunque andavo a scuola, comunque avevo una vita esterna, però lì ho iniziato più a concentrarmi sull’allenamento, sulle gare, andavo comunque a gare più importanti, quindi Giorgio mi ha dato una maturità in più“.

Su Cesare Casella: “Al primo incontro era un po teso, perché comunque io venivo da Faenza, ero il più grande di tutti, ero quello con più risultati, e quindi sono arrivato ad Imola, conoscevo ovviamente tutti, sono arrivato, ero un po’ teso, però in realtà qua a Imola sono tutti molto bravi a farti sentire a casa, non c’è un una pesantezza di risultati, nessuno ti fa pesare il fatto di essere migliore di altri e l’integrazione è stata praticamente istantanea. Dopo tre giorni ero già amico di tutti, anzi anche Poggio mi ha aiutato molto in questo, mi ospitava a casa, perché io ancora facevo il pendolare, facevo Faenza-Imola ogni giorno. Dopo siamo diventati amici, oenso che con Poggio vada oltre i compagni di squadra, ma come con tutti gli altri, anche con Pinzuti, con Cerasuolo siamo amici, compagni di squadra, colleghi, siamo praticamente una famiglia, e con Cesare invece, che è il grande capo, anche lì ci vuole un bene dell’anima, lui se c’è una cosa che veramente si vede è quanto lui ci tenga a noi, anche durante l’allenamento, nel quotidiano, lui prova con ognuno di noi a fare un lavoro mirato, e si vede l’impegno che ci mette, le qualità le ha, è preparatissimo“.

Il lavoro per arrivare al record italiano nei 50 metri farfalla: “Il lavoro non è cambiato negli ultimi anni, semplicemente sono arrivati i frutti del lavoro che ho fatto da sempre. Con Cesare abbiamo lavorato molto su parti tecniche che magari ho trascurato negli anni precedenti, come poteva essere magari una partenza, una virata, poi ho lavorato per migliorare i miei punti forti, come per esempio la subacquea, come nuotata magari ci sono molti margini di miglioramento, soprattutto sul 100 e magari meno sul 50 in vasca corta, e così facendo abbiamo fatto un buon Campionato Italiano e poi dopo, mantenendo il focus sul lavoro, e comunque mantenendo la concentrazione per lavorare ogni giorno al meglio, siamo arrivati al Campionato del Mondo, che è stata l’incoronazione. Non mi sento ancora soddisfatto, è stata la prima ciliegina sulla torta, se non sulla torta, il contorno“.

Il focus attuale: “Stiamo lavorando in realtà sul 100 in vasca lunga, perché sul 50 non mi sento ancora a mio agio, non sento una nuotata mia, perché sono molto forte nel primo 25, ma poi in nuotata vado un po’ a perdere. Il punto forte sono le subacquee, ma bisogna far diventare punti forti anche la nuotata, che magari è un punto un po’ più carente, soprattutto quando poi la vasca si allunga. Sono molto efficace magari nei primi 25-30-35 metri, poi però succede qualcosa, ma lo sappiamo cosa succede, perdo un po’ il ritmo, perdo un po’ l’efficacia della bracciata, vado un po’ in confusione, non riesco a stare bene a ritmo con le gambe, e stiamo lavorando anche su quello, però in questa fase ci stiamo concentrando più sul 100, che è una gara che mi viene meglio del 50 in vasca lunga, ci sono tanti margini, stiamo lavorando molto sul velocizzare il passaggio, ma comunque tenerlo con una nuotata facile, e poi riuscire a fare un ritorno come ho sempre saputo fare, magari nell’ultimo periodo non mi sta venendo molto bene, però stiamo lavorando per ottimizzare questo 100, poi il 50, quando lavori sulla velocità, secondo me non siamo molto lontani neanche da quello, comunque già quest’anno ho migliorato di 3 decimi anche il 50 in vasca lunga“.

I prossimi obiettivi stagionali: “L’obiettivo principale a breve termine è il Settecolli, per provare a mettere in atto quello per cui abbiamo lavorato questi 5-6 mesi di vasca lunga e provare a dare tutto lì, per l’eventuale Mondiale di Singapore, poi se questo Mondiale arriverà ci concentreremo sulla preparazione al Mondiale, se non arriverà andremo comunque a Chianciano Terme a fare il Campionato Italiano, però magari con Cesare lavoreremo, gli parlerò e gli dirò che preferirei lavorare più sulla preparazione dell’Europeo in vasca corta in Polonia. Un obiettivo sicuramente è qualificarsi per andarci, perché secondo me nulla è scontato, soprattutto all’interno del nuoto ci sono molti giovani che poi arrivano e si qualificano, ci sono fasi comunque di down, quindi diciamo voglio prima concentrarmi su questo Mondiale in vasca lunga, e poi nell’eventualità di non qualificarsi provare questo Campionato Europeo, e voglio comunque migliorare i tempi dell’anno scorso, l’obiettivo sarà quello“.

L’obiettivo a lungo termine è Los Angeles 2028: “L’obiettivo ovviamente è quello, è il sogno di tutti gli atleti penso, di chi come me magari non è più un ragazzino di 14 anni, il sogno olimpico c’è, quello è il sogno e stiamo lavorando per quello, ora che grazie alla Polizia, alle Fiamme Oro, ho anche tempo, voglio lavorare per prendermi anche un’Olimpiade“.

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