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Simone Vagnozzi parla a Jannik Sinner: “Non sarà l’ultima finale Slam. Medvedev un campione, sembrava morto…”

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Jannik Sinner

Jannik Sinner affronterà Daniil Medvedev nella finale degli Australian Open 2024. L’appuntamento è per domenica 28 gennaio (alle ore 09.30 italiane), quando il tennista altoatesino scenderà sul cemento di Melbourne per fronteggiare il formidabile giocatore russo. Sarà il primo atto conclusivo in un torneo dello Slam per il nostro portacolori, capace di battere il serbo Novak Djokovic in un’epocale semifinale. Il numero 4 del ranking ATP incrocerà il numero 3 del mondo, che ha battuto Hubert Hurkacz e Alexander Zverev al quinto set.

Simone Vagnozzi, allenatore di Jannik Sinner, ha analizzato la situazione ai microfoni di Supertennis: “È una bellissima emozione essere qui, ma cerchiamo di viverla serenamente. L’importante è che Jannik capisca che quella di domani sarà una partita importantissima ma non sarà la partita decisiva della sua carriera. Sarà la sua prima finale Slam, ma non sarà l’ultima”.

Il coach del 22enne è tornato anche sulla semifinale di venerdì mattina: “Da Djokovic ti aspetti sempre che possa innestare un’altra marcia, per cui dopo i primi due set non mi ero illuso che fosse finita. Jannik è stato bravo a farsi trovare preparato quando Nole è entrato in partita e poi è stato bravissimo a non farsi abbattere quando non ha convertito il match point e la partita si è allungata al quarto set”.

Un passaggio importante sulla preparazione tecnica che ha portato al primo Slam della stagione: “Quando a dicembre siamo andati ad Alicante, ci siamo concentrati sull’aspetto fisico, sui carichi di lavoro pesante, e anche per questo abbiamo preferito non giocare altri tornei prima degli Australian Open. Per quanto riguarda il campo, ci siamo invece concentrati sul consolidamento del servizio, sulla variazione delle traiettorie durante i punti, sull’aggiunta di qualche slice, sulle discese a rete. Quando in questo torneo ha fatto tutto ciò, lo ha fatto bene. Il percorso è a buon punto, ma siamo dentro un processo nel quale Jannik è il primo ad essere consapevole che si può ancora migliorare molto”.

Il tecnico 41enne ha poi parlato dell’aspetto mentale: “Premetto che Jannik certe cose ce le ha dentro, nel senso che riesce a vivere bene i momenti di pressione, che a lui piace vivere e affrontare certe tensioni. D’altra parte è vero che è progredito anche nella gestione dei vari momenti degli incontri, nel senso che un tempo era un diesel, partiva piano, per poi recuperare. Adesso invece ha imparato che l’intensità deve essere sempre alta, anche se questo non significa che tutti i punti vadano giocati allo stesso modo. Jannik non è cambiato rispetto a quello che ho trovato nel febbraio del 2022. È un ragazzo che ha voglia di ascoltare e di migliorarsi. Il fatto che questo percorso lo abbia portato a determinati risultati gli ha dato ulteriore fiducia nel team che ha intorno. Questo aspetto, l’unità di intenti nel team, è visibile anche da fuori”.

Simone Vagnozzi si è proiettato anche sull’avversario in finale:Sappiamo che campione è Medvedev. Qui sembrava morto tantissime volte, ma alla fine ce l’ha sempre fatta, tirandosi fuori da situazioni estremamente difficili. Sarà un match complicatissimo, nel quale il fatto che Jannik sia rimasto in campo meno di lui è un piccolo vantaggio. Viceversa, il fatto che Sinner abbia vinto le ultime 3 volte non è fondamentale, ma può dargli la spinta per scendere in campo con la stessa fiducia con la quale ha affrontato Djokovic. La finale di qualsiasi torneo è diversa dalle altre partite e domani in particolare ci saranno tante emozioni. Vediamo chi riuscirà a gestirle meglio”.

Foto: Lapresse