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Prada Cup, il rivoluzionario foil a T di New Zealand. Cosa cambia con quello a Y di Luna Rossa

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Nonostante sia in pieno svolgimento la Prada Cup, non smettono di far rumore i Defender di Team New Zealand che scenderanno in acqua solo a marzo per difendere il trofeo dell’America’s Cup. Te Rehutai continua a stupire per delle soluzioni tecniche avveniristiche, inevitabili per questi AC75 di prima generazione.

Si discute in particolare dei nuovi foil (ovvero le ali che consentono alle imbarcazioni di volare) a forma di T che dovrebbero garantire una maggior efficienza aerodinamica. Si tratta di una concezione progettuale differente rispetto a quella di Luna Rossa ed Ineos, che utilizzano dei più classici foil a Y. Una vera e propria rivoluzione che si prefigge di dare scacco matto agli avversari.

Ma cosa sono esattamente questi foil a T e perché fanno così paura? Ce lo ha spiegato Gabriele Bruni, fratello di Francesco, co-timoniere di Luna Rossa insieme a James Spithill: “I foils dei neozelandesi non sono così piccoli come pensiamo. Hanno una forma sicuramente piatta, però per esempio nella parte centrale, essendo un pezzo unico, sfruttano delle aree che invece da noi, avendo la forma a Y, fanno poco sostentamento. Credo che la somma delle aree utili dei foil dei neozelandesi sia più grande di quanto pensiamo. E’ rivoluzionaria la forma, non tanto la superficie. Infatti abbiamo visto che con poco vento si muovevano abbastanza bene sull’acqua. Il foil a Y è più rischioso se non lo gestisci bene, può fare ventilazione. Puoi avere sei tipi di foil. Si sono fatti anni e anni di studi. I neozelandesi si sono orientati verso il foil piatto, vedremo come andrà a finire“, l’osservazione del velista siciliano che giunse undicesimo alle Olimpiadi di Sydney 2000 nella classe 49er.

Bruni, tuttavia, esclude che i padroni di casa siano una spanna sopra alla concorrenza come si potrebbe pensare: “Alla fine alle World Series gli americani avevano battuto i neozelandesi ed eravamo tutti a pari punti. Non mi sento di dire che i neozelandesi sono superiori, anzi sfaterei questo mito. Vedo ad esempio molto forti tatticamente gli inglesi. Vedo una barca molto allround come Luna Rossa, con delle caratteristiche importanti, e ovviamente i neozelandesi sono forti, come si fa a non dirlo? Ne vedremo delle belle“.

Il 46enne di Palermo sostiene che sarà una Coppa America all’insegna dell’equilibrio: “A Valencia potevi scrivere la classifica prima delle regate e ti sbagliavi di poco. Qui nessuno è in grado di farlo. Chi avrebbe detto di un 4-0 di Luna Rossa sugli americani? E ancora adesso, se mi chiedessero se sono pronto a giocarmi tutto quello che ho sulla vittoria di un team, risponderei di no“.

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Foto: Luna Rossa Press

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