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Ginnastica artistica, ITALIA: SEI LEGGENDARIA! Bronzo mitologico nella gara a squadre, impresa della vita. Fate da antologia

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Ci sono quei giorni che non dimenticherai mai, quei pomeriggi che segnano una vita e che scrivono la storia, quei momenti che ti consegnano all’empireo dello sport e che ti fanno entrare nell’Olimpo. Ci sono quelle imprese che vanno oltre ogni limite, che superano qualsiasi immaginazione, che sfondano barriere, che stravolgono pronostici, che entrano nel cuore e ci rimangono per sempre. Questo martedì 8 ottobre 2019 resterà una data memorabile per la ginnastica artistica, l’Italia ha conquistato la medaglia di bronzo nella gara a squadre femminile ai Mondiali: contro tutto e tutti, dopo essersi qualificate alla finale per appena tre centesimi, bisognava abbattere il muro delle corazzate della Polvere di Magnesio, bisognava alzare l’asticella, bisognava gettare il cuore oltre l’ostacolo.

Sembrava impossibile, le Fate lo hanno reso possibile. Sono state leggendarie, nella gara regina, quella che premia il miglior movimento planetario, quella che valuta la bontà di una Nazione in questo sport, le ragazze del DT Enrico Casella hanno semplicemente fatto qualcosa di memorabile, di impensabile, di follemente folle, di magnificamente bello: saliamo sul podio alla Shleyer Halle di Stoccarda, in Germania avevamo ottenuto il nostro miglior piazzamento nella storia contemporanea (quarto posto dodici anni fa proprio in questa località), arriva la seconda medaglia di sempre dopo il bronzo del lontanissimo 1950 ma quella era davvero un’altra ginnastica.

Giorgia Villa, Asia D’Amato, Alice D’Amato, Elisa Iorio, Desiree Carofiglio: i nomi delle cinque eroine, i nomi di cinque giganti, i nomi di cinque azzurre che hanno confezionato una gara da incorniciare, 12 esercizi di cuore e di sostanza senza errori. Col passare delle rotazioni ci si accorgeva che l’Italia stava facendo la gara della vita, contemporaneamente le avversarie dirette sbagliavano (la Cina si suicidava con le due cadute di Liu Tingting alle parallele, la Francia sbagliava di tutto tra staggi e trave guidata da Melanie De Jesus) e all’ultima rotazione ci siamo presentati in seconda posizione con due punti di vantaggio sulla Cina e addirittura 3.3 sulla Russia. Melnikova e compagne volano al volteggio e ci superano, le asiatiche girano nella norma al corpo libero, l’Italia tira fuori le unghie e i denti alla trave dove in qualifica era incappata in tre cadute e si mette al collo il bronzo.

Festa monumentale, il quintetto di Enrico Casella si lascia andare a un pianto di gioia irrefrenabile, avvolto nei body bianco-neri che hanno portato fortuna e in un tricolore enorme. Mascara e rossetto si sciolgono, siamo bellissime sul terzo gradino del podio dietro agli USA e alla Russia. Le azzurre chiudono con 164.796 punti (43.732 al volteggio, 42.299 alle parallele, 38.799 alla trave, 39.966 al corpo libero), la Cina si ferma a 164.230 mentre là davanti trionfano gli USA con un perentorio 172.330 (quinto titolo iridato consecutivo per Simone Biles e compagne) precedendo la Russia (166.529).

LA CRONACA DELLA GARA:

L’Italia incomincia al corpo libero con Giorgia Villa (13.300), Asia D’Amato fa tutto benissimo (13.333) e Desiree Carofiglio non delude da vera specialista qual è (13.333) mentre la francese Pontlevoy mette piede a terra dalle parallele. Le azzurre passano al volteggio, filotto di doppi avvitamenti: 14.533 per le gemelle D’Amato, 14.666 per Villa mentre Charpy e De Jesus cadono dalla trave rovinando la gara della Francia e Liu Tingting vola due volte a terra dagli staggi. Le Fate sono seconde a metà gara e alle parallele continuano a incantare: 14.266 di Giorgia, Alice replica alla grande (14.133) ed Elisa è precisissima (13.900).

Liu Tingting cade dalla trave (è Campionessa del Mondo di specialità) e a quel punto l’Italia, seconda prima dell’ultima rotazione, crede nell’impresa: sarà duello finale con le asiatiche, le azzurre alla trave mentre la corazzata va al corpo libero. Giorgia Villa ruggisce con un perentorio 13.600, Asia D’Amato è bravissima con 13.266 e a Elisa Iorio serve un mesto 11.367 per scrivere la storia. La modenese, che ci aveva salvato in qualifica (suo l’esercizio del pass dopo tre cadute), sbaglia l’entrata e mette piede a terra ma rimane su e porta a casa 11.933 per volare sul podio.

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Foto: Federginnastica

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