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Ginnastica artistica, Europei 2019: chi è Marco Lodadio? Il rivoluzionario d’argento dopo l’apoteosi mondiale

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Venerdì 2 novembre 2018 e sabato 13 aprile 2019, sono queste le due date simbolo della carriera di Marco Lodadio: dall’autunno alla primavera, dal bronzo ai Mondiali all’argento agli Europei sempre sugli amati anelli. Il Cavaliere del Castello ha colpito ancora, il 27enne ha confermato di essere un uomo affidabile, un ragazzo da grandi eventi in grado di fare saltare il banco quando conta davvero: a Doha aveva riportato l’Italia sul podio iridato dopo otto anni di digiuno al maschile, oggi a Stettino ci ha fatto festeggiare dopo tre anni di grandissima difficoltà (l’ultimo sigillo era stato firmato da Alberto Busnari, bronzo al cavallo nel 2015).

In Qatar era stato il pittore laziale a squarciare la tela e a tirare fuori dal tunnel la nostra Nazionale dopo la mancata qualificazione alle Olimpiadi di Rio 2016, in Polonia il movimento maschile è definitivamente esploso (addirittura cinque Finali di Specialità, numeri mai visti negli ultimi 20 anni) e l’allievo di Gigi Rocchini ha messo nuovamente il suo sigillo, il primo a livello continentale. Proprio quando la Federginnastica festeggia i suoi 150 anni, l’Italia trova definitivamente un nuovo Signore degli Anelli capace di fare centro con una certa continuità: non è bello fare paragoni con fenomeni del passato come Jury Chechi e Matteo Morandi, ma Marco ha trovato davvero un posto importante nella storia della nostra Polvere di Magnesio.

Il nativo di Frascati, tesserato per la Ginnastica Civitavecchia e arruolato con l’Aeronautica Militare, è un ragazzo d’oro, un grande lavoratore che in silenzio e senza troppi proclami è riuscito a scalare le gerarchie, partendo dalle varie tappe della World Challenge Cup, facendosi un nome davanti alle giurie, venendo apprezzato per la sua classe al castello. Si distingue per l’elevatissimo D Score (6.3), per la capacità di tenere bene le posizioni di forza, per la compostezza del gesto e oggi è riuscito a stoppare perfettamente anche l’uscita.

La consacrazione arrivata negli ultimi cinque mesi non è assolutamente casuale, è il frutto di tanta caparbietà e tenacia, della volontà di arrivare a un risultato che era assolutamente alla sua portata. Ormai rasenta il muro dei 15 punti (14.900 a Doha, 14.966 oggi), non paga la tensione del momento, è un talento tutto da coccolare che ha già messo nel mirino le Olimpiadi di Tokyo 2020.

 

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Foto: Simone Ferraro/FGI

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