Rugby
Rugby, il Cile che affronterà l’Italia ai raggi X. La rivale che ha sostituito Samoa
A pochi giorni dal test di Genova, l’Italia si prepara a incrociare una delle storie più sorprendenti dell’ultimo rugby internazionale. Il Cile arriva al Ferraris forte della propria seconda qualificazione consecutiva alla Rugby World Cup e con l’entusiasmo di chi, negli ultimi due anni, ha riscritto i confini del possibile. La sfida del 22 novembre non è soltanto un rimpiazzo last minute di Samoa nelle Quilter Nations Series: è la fotografia di un movimento che, tra sacrifici e identità, ha scalato le gerarchie mondiali fino a guadagnarsi un posto stabile nel panorama globale.
Il gruppo convocato è il cuore pulsante dei Selknam, la franchigia cilena del Super Rugby Americas, arricchito da qualche elemento della Major League Rugby e da pochi giocatori del campionato domestico. Un nucleo rodato, cresciuto insieme fra qualificazioni, tournée e Mondiali, ma che a Genova pagherà assenze significative. L’accordo stretto in primavera con i club francesi — che avevano concesso il rilascio dei giocatori per le qualificazioni — impedirà infatti di schierare Ayarza, Escobar ed Eissmann, mentre gli infortuni privano i Condores del mediano Videla, dell’ala Garafulic e soprattutto del capitano Sigren. Nonostante ciò, la struttura del gruppo resta solida: i Saavedra, Martínez, Böhme e Carrasco formano un impianto d’esperienza, mentre i tanti esordienti rappresentano l’ennesimo investimento sul futuro.
La regia sarà ancora nelle mani di Rodrigo Fernández, numero 10 elegante e imprevedibile, ben conosciuto in Italia grazie all’esperienza a Padova e Colorno. Attorno a lui ruotano le armi più riconoscibili della squadra: Matías Garafulic, centro potente e diretto; Santiago Videla, piede affidabile e visione da veterano; Lucas Berti, mediano di formazione francese che gli appassionati italiani ricordano dalle selezioni azzurre giovanili. La freschezza di esordienti come Shae, Gurruchaga o Kennedy, unita a una spina dorsale con molti reduci dalla Coppa del Mondo 2023, rende il Cile un avversario meno ingenuo di quanto la sua storia recente possa suggerire.
A dirigere l’orchestra c’è Pablo Lemoine, tecnico carismatico e figura cardine del rugby sudamericano. L’uomo che ha riportato l’Uruguay ai Mondiali, che ha sfiorato l’impresa con la Germania e che ha trasformato il Cile da promessa a realtà, arriva a Genova avendo dato ai cileni disciplina, forma fisica e una mentalità da underdog organizzato, capace di soffrire e colpire. L’Italia, dunque, non troverà un rimpiazzo, ma una nazionale affamata, consapevole e decisa a lasciare il segno nella sua prima trasferta europea contro una Tier 1. Una sfida che a Genova avrà il peso della storia e il fascino della scoperta.
