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MotoGP, Nicolò Bulega: “La caduta? Rispetto alla SBK devo ricalibrare la mia frenata”

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Nicolò Bulega
Nicolò Bulega Valerio Origo

Si è chiusa con una caduta per Nicolò Bulega la Sprint Race del Gran Premio del Portogallo, ventunesimo e penultimo appuntamento del Mondiale di MotoGP 2025, Il vice-campione del mondo della Superbike ha faticato nella gara odierna e, come detto, ha finito anzitempo con una scivolata nel finale, con l’anteriore della sua GP25 che lo ha abbandonato.

Il pilota emiliano ha raccontato quanto avvenuto in pista nel corso della conferenza stampa post-gara: “Era un po’ che mi dava degli avvertimenti di chiusura sull’anteriore. Purtroppo devo ricalibrare completamente il mio modo di frenare. Con le gomme Pirelli, se non sei aggressivo nella prima parte, la moto non si ferma. Se lo fai con le Michelin, ti si chiude da dritto, ed è quello che è successo. Nei primi due giri me l’ero presa un po’ comoda, perché era la prima volta che usavo la gomma anteriore dura e volevo scaldarla bene”.

Il classe 1999 prosegue nel suo racconto:Dopo aver passato Savadori e volevo cominciare a spingere: stavo andando a prendere anche Morbidelli, ma forse ero un po’ troppo ‘allegro’ e mi si è chiuso l’anteriore sul dritto perché ho frenato proprio in stile Superbike. Avevo provato a liberarmi di tutti i pensieri che avevo avuto nella testa ieri, ma bisogna stare attenti perché il modo di frenare è esattamente l’opposto di quello che devi fare con le Pirelli in Superbike”.

Bulega spiega poi quanto sia più complicato guidare una MotoGP rispetto ad una Superbike: “Nelle staccate dove si arriva forte, come alla prima curva o alla curva 5, con tante moto davanti si sente forte l’effetto scia e bisogna stare attenti: se non freni un pelo prima, è un attimo che li tamponi. I primi due giri, tra questo e la gomma dura, me la sono presa un po’ comoda perché non volevo fare cazzate. Ma quella l’ho fatta un pelo dopo (ride)”.

A questo punto, concentrazione verso la gara di domani: “Non mi voglio porre obiettivi. Quello che voglio fare è cercare di capire la moto giro dopo giro ed avvicinarmi ad andare come vorrei io, perché in questo momento sono un po’ passeggero e non riesco a spingere come vorrei, perché ci sono ancora troppe cose diverse da digerire”.

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