Tennis
Cosa è successo tra Zverev e Sinner. La polemica rovente e la risposta ironica
Parlare per il bene del tennis? La domanda è d’attualità rispetto alle esternazioni di chi ha approfondito il tema dell’uniformità dei campi e prende atto di un modo di giocare identico o molto simile tra i vari tornei. È quanto fatto nel corso della Laver Cup da Roger Federer, leggenda della disciplina con racchetta e pallina.
Secondo il “Maestro”, superfici così vicine tra loro finiscono per appiattire il gioco e favorire i top-player, in questo caso Jannik Sinner e Carlos Alcaraz. A detta dello svizzero, questo sarebbe da ricondurre a una chiara intenzione degli organizzatori dei tornei.
Parlandone nel podcast di Andy Roddick, Roger si era espresso in questi termini: “Nei primi anni della mia carriera, c’era una maggiore distinzione tra chi giocava in modo offensivo e chi si difendeva. Ora tutti giocano in maniera piuttosto simile. Cambiando la velocità dei campi e delle palline, i direttori dei tornei hanno reso ogni settimana praticamente identica. Il fatto che le superfici siano così svantaggia il giocatore più debole, perché è costretto a tirare colpi straordinari per battere Sinner o Alcaraz. Se la superficie è più rapida, il match si decide su pochi punti e le sorprese sono più probabili. I direttori dei tornei si sono accorti che la rivalità fra Jannik e Carlos funziona benissimo e non hanno interesse a metterli in difficoltà“, l’analisi dell’elvetico.
Parole che avevano fatto discutere in quanto la citata uniformità è tale da più di un ventennio e lo stesso Federer, come Rafa Nadal e Novak Djokovic, ne ha usufruito. Per questo fa storcere il naso una presa di posizione del genere, come se nel periodo in cui lo svizzero giocava le cose fossero diverse. Se il pensiero era questo, perché non lo si era evidenziato in piena era Big-Three?
E così, quanto accaduto oggi a Shanghai è ancor più argomento di dibattito tra gli appassionati. Il tedesco Alexander Zverev ha gettato benzina sul fuoco: “Se mi piace l’uniformità delle superfici? No, è qualcosa che detesto. E so che i direttori dei tornei stanno andando in quella direzione perché ovviamente vogliono che Jannik e Carlos vadano bene in ogni torneo. Sono nel Tour da 13 anni: non è possibile giocare allo stesso modo su ogni superficie. Serve favorire i diversi stili di gioco e varietà: è quello che servirebbe al tennis ora“.
Sinner, in conferenza stampa, ha risposto con ironia e garbo: “Io e Carlos non siamo noi a fare i campi. Non è una nostra decisione. Cerchiamo di adattarci in ogni situazione. Sento che comunque ogni settimana è un po’ diversa. Ho giocato dell’ottimo tennis anche quando i campi erano più veloci. Ma non sono io a fare i campi, capisci, quindi cerco solo di adattarmi e giocare il miglior tennis possibile, e basta“.
