Pallavolo
Volley, da chi riparte l’Italia verso Los Angeles 2028: gruppo ancora giovane, ma alcuni innesti sono già pronti
L’Italia maschile della pallavolo si conferma un movimento dal respiro ampio e dalla qualità diffusa. Non è un caso che, dal 2001 a oggi, la Nazionale abbia saputo mettere in bacheca trofei prestigiosi come un Europeo e due Mondiali, dando la sensazione di avere sempre un gruppo solido su cui contare. Il rovescio della medaglia, però, è il rischio che le vittorie dei giocatori più affermati finiscano con l’oscurare chi, dietro le quinte, sta crescendo e maturando. Una generazione nuova, che sta iniziando a bussare con decisione alla porta della Nazionale maggiore e che nel giro di uno o due anni potrebbe essere pronta per un salto definitivo.
Il recente Mondiale ne è stata un’ulteriore conferma. L’Italia si è presentata ancora una volta con una rosa tra le più giovani del lotto – due anni fa era addirittura la più verde in assoluto, stavolta ha lasciato il primato alla Bulgaria, che si è spinta fino in finale. Questo dato non è marginale: significa che buona parte degli azzurri attuali ha ancora due, in alcuni casi addirittura tre cicli olimpici da giocare davanti a sé. Non tutti, naturalmente, riusciranno a rimanere protagonisti a lungo, ma l’ossatura di questo gruppo sembra avere tutte le caratteristiche per durare nel tempo.
Guardando al futuro immediato, il primo nome che balza all’occhio è quello di Daniele Lavia. Lo schiacciatore, frenato da un infortunio che lo ha costretto a saltare il Mondiale, è destinato a tornare al centro del progetto azzurro e, per età ed esperienza, potrà farlo con continuità. Il 2026 dovrebbe segnare il suo pieno reinserimento e difficilmente la squadra potrà rinunciare al suo talento. Un altro rientro molto atteso è quello di Alessandro Bovolenta, opposto di Piacenza. Dopo una stagione in cui dovrebbe avere ampio spazio da titolare in Superlega, il figlio d’arte ha l’occasione giusta per affermarsi ai massimi livelli e candidarsi a un posto stabile in Nazionale.
Il discorso vale anche per il reparto dei liberi, dove la concorrenza è serrata. Gabriele Laurenzano, fresco di scudetto, ha tutte le carte in regola per puntare di nuovo all’azzurro, ma la competizione è spietata: Fabio Balaso resta un punto fermo e Domenico Pace è in piena ascesa, atteso da un’avventura significativa a Piacenza. Per Laurenzano conquistarsi spazio non sarà semplice, ma la qualità non gli manca e le motivazioni potrebbero fare la differenza.
Non meno interessante la situazione in regia. Qui il nome nuovo più chiacchierato è quello di Mattia Boninfante, che già quest’anno avrebbe potuto trovare posto nel gruppo azzurro per il livello espresso in Superlega. La prossima stagione a Civitanova rappresenta per lui una vetrina prestigiosa e, se confermerà i progressi, sarà difficile ignorarlo. Alle sue spalle cresce anche Alessandro Fanizza, che giocherà titolare a Cisterna: un palleggiatore che nelle selezioni giovanili ha già mostrato grande solidità e che ora deve dimostrare di poter reggere il salto definitivo.
Tra gli opposti, oltre a Bovolenta, va segnalato Tommaso Barotto. A Latina avrà spazio come titolare e la curiosità sarà rivederlo in diagonale proprio con Fanizza, ricomponendo una coppia che tanto aveva fatto bene nelle giovanili azzurre. Per lui si tratta di un banco di prova decisivo per misurarsi con i migliori e far capire di poter competere anche a livello internazionale.
Chiudendo con i centrali, l’attenzione si concentra su Pardo Mati. Il giovane talento di Modena ha già dato segnali incoraggianti nella scorsa stagione e resta uno dei prospetti più seguiti del panorama italiano. La continuità che potrà accumulare in Superlega sarà il metro con cui valutarne la crescita e le possibilità di entrare stabilmente nel giro della Nazionale.
In sintesi, l’Italia non solo ha appena dimostrato di essere tra le squadre più forti al mondo, ma può guardare al futuro con fiducia. Alle spalle dei campioni che hanno appena conquistato un altro Mondiale, si muove una nuova generazione che ha fame, qualità e margini di crescita. L’importante sarà saper integrare gradualmente questi giovani senza bruciarne i tempi, permettendo loro di maturare accanto a compagni già affermati. Una sfida non semplice, ma che può garantire alla pallavolo italiana un ricambio continuo e un futuro luminoso.
