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Atletica

Pagelle Mondiali atletica 2025: Scotti si supera, Sioli mostra la sua stoffa, Tamberi e Jacobs secondo le attese

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Edoardo Scotti
Scotti / Grana/FIDAL

PAGELLE MONDIALI ATLETICA 2025

Domenica 14 settembre

Rebecca Lonedo, 6,5: chiude 20ª in 3h33’40”. Non era una giornata semplice: caldo, percorso esigente e livello altissimo. Parte prudente, poi costruisce una seconda metà solida senza crolli, difendendo posizione e dignità tecnica. Non trova il cambio di ritmo per la top15, ma conferma affidabilità e continuità: una base su cui crescere.

Pietro Arese, 8: vince la batteria dei 1500 in 3’40”91 con autorevolezza. Lettura tattica perfetta: si protegge nelle fasi di contatto, poi sceglie il corridoio giusto ai 300 e piazza uno sprint elegante. Segnale da capitano: brillantezza, lucidità e nessuna sbavatura. Così si costruiscono le finali che contano.

Federico Riva, 7: centrata la semifinale con il 4° posto (3’36”28). Gara concreta: sempre dentro la pancia del gruppo, attento alle oscillazioni di ritmo e bravo a non farsi intrappolare. Nel rettilineo soffre ma tiene la posizione. Manca l’acuto, c’è la sostanza. In vista della semifinale servirà osare prima.

Joao Bussotti, 5: impostazione corretta, ma nell’ultimo 300 si irrigidisce e perde progressivamente posizioni fino al 9° posto (3’38”38). Peccato: per due terzi di prova è vigile e reattivo, poi manca l’elasticità di passo nelle accelerazioni decisive. Resta l’esperienza, ma oggi era da pass.

Sara Fantini, 7: 71,06 e finale centrata. Non la sua giornata migliore dal punto di vista delle sensazioni, ma sa tenere i nervi: dopo i primi lanci non perfetti, sistema rincorsa e stacco e trova la misura “sicura”. La gestione emotiva vale il voto: ora servirà ritrovare frustata e continuità.

Giada Carmassi, 7: 12″83 e accesso diretto alla semifinale dei 100 hs. Pulita sulla barriera centrale, efficace nel rilancio dopo il 7° ostacolo, indice di condizione. Partenza non esplosiva ma equilibrata: in semi servirà osare sul primo appoggio. Prestazione matura, senza forzature gratuite.

Elena Carraro, 7: 12″86 e pass diretto. La gara è costruita bene: set-up tecnico regolare, traiettorie centrali precise e contatto con la pista reattivo. Qualche decimo lasciato sul primo e secondo ostacolo, ma gestione complessiva convincente. Continuità ritrovata nel momento giusto.

Marcell Jacobs, 5,5: 10″16 (SB) in semifinale non basta. Avvio finalmente più incisivo, ma tra 60 e 80 si vede il “vuoto” di continuità gara su gara; nel finale manca la progressione di un tempo. Non è un passo indietro, potrebbe essere un punto di ripartenza, ma il futuro è un’incognita.

Edoardo Scotti, 9: 44″45, record italiano e semifinale. Prestazione monumentale: distribuzione da manuale, fase tra 200 e 300 metri filante e ultimi 80 tenuti con carattere. In una batteria di ferro non si accontenta: attacca e si prende la storia. Giornata che cambia carriera e prospettive.

Luca Sito, 5.5: 46″22, ultimo in batteria. Il doppio impegno ravvicinato pesa: parte prudente, ma al 250 il motore non sale di giri e il rettilineo finale è in gestione. Troppi problemi fisici per essere brillante in due 400 corsi a meno di 24 ore di distanza.

Anna Polinari, 6: 51″55, fuori di poco. L’ingresso in curva è discreto, ma tra 250 e 320 manca il cambio di marcia per difendere il piazzamento qualificazione. Resta la solidità tecnica, meno la brillantezza. Prestazione ordinata, non scintillante: basterà poco per tornare in semifinale.

Alice Mangione, 5,5: 51″70 dopo la 4×400 mista di ieri. Partenza accorta, buon back-straight, poi l’ultima curva “pesa” e sul rettilineo non basta l’accelerazione per trovare il tempo giusto per essere ripescata. Generosa come sempre, ma le gambe oggi non rispondevano.

Matteo Sioli, 7: si prende 2,25 e la finale con personalità. Gestisce un turno complicato, con stop-and-go e attese, senza farsi travolgere dal rumore. Qualche incertezza a 2,21, poi si rimette in carreggiata. Salto chiave al momento giusto: segnale forte di maturità competitiva.

Stefano Sottile, 5: si ferma a 2,21. Prova in salita: rincorsa discontinua, stacco spesso “lontano” e difficoltà a chiudere l’azione. Stagione con tanti problemi senza lieto fine. Rimane il talento, ma serve ritrovare serenità e automatismi: oggi resta solo il rammarico.

Manuel Lando, 5: oltre 2,16 al primo, poi stop a 2,21. Qualche buon segnale iniziale, ma quando cresce l’asticella manca il timing pieno sullo stacco e la capacità di “tenere” in volo. È una gara che lascia il sapore dell’occasione a metà: materiale tecnico c’è, va riportato a regime.

Gianmarco Tamberi, 5: eliminato a 2,21. Lo dice lui per primo: giornata storta. Rincorsa mai davvero in bolla, contatto irregolare e nessun salto “pulito”. Il contesto non perdona. Il campione resta, ma oggi i numeri sono impietosi e del resto non si inventa nulla. Si riparte dalla verità del campo e dall’onestà delle parole.

Marta Zenoni, 5: aveva conquistato la finale dei 1500 con 4’08″35 e tanto coraggio. Prende qualche rischio nei contatti e alla fine il rischio non paga.

Gaia Sabbatini, 5: 4’12″93, fuori in semifinale. Prova generosa ma irregolare: quando la batteria si accende, resta spesso all’esterno spendendo energie preziose; nel giro finale manca la brillantezza per inserirsi nelle prime sei. Una stagione a singhiozzo ha presentato il conto inesorabile nella seconda gara in due giorni.