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TennisUS Open

Musetti non sarà una vittima sacrificale: “Ho l’ambizione di provare a battere il n.1 Sinner”

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Lorenzo Musetti
Musetti / LaPresse

Lorenzo Musetti, l’uomo del destino: prima volta ai quarti di finale agli US Open, terza in assoluto negli Slam, e la cosa particolare è che quando ci è arrivato ha poi raggiunto la semifinale. Stavolta sarà più complesso, perché di fronte avrà Jannik Sinner, ma intanto la sfida tra i primi due d’Italia è servita. E il toscano in conferenza stampa si esprime con soddisfazione dopo aver battuto lo spagnolo Jaume Munar.

Prima parte dedicata alla maggior convinzione sui campi veloci: “Secondo me il fatto è che credo di poter giocare meglio su questa superficie, è il primo step che mi ha aiutato a dimostrarlo. Tecnicamente il servizio oggi ha funzionato molto bene, mi ha tolto da quelle poche situazioni difficili che si sono create. Ha funzionato molto bene il dritto, molto in spinta e più aggressivo del solito. Questo è quello che mi fa e mi farà fare il salto di qualità anche su questa superficie“.

Sul discorso della condizione fisica: “Mi sento molto bene fisicamente, non ho acciacchi, non ho problemi e questo per la nostra vita è una cosa non facile da ottenere. Il fatto di aver giocato fino ad ora non tantissime ore è sicuramente una cosa che mi fa piacere, specialmente in uno Slam. Avere una condizione fisica migliore aiuta parecchio“.

Fuori dal campo: “A noi basta veramente poco per trovare un ristorante buono, un locale che ti piace. A me piace camminare per le strade di New York, mi piace la mia stanza. Sono cose che sembrano cavolate, ma che a volte ti fanno avvicinare al torneo in una maniera migliore, con più motivazione. Era un mese che non vedevo la mia famiglia, il fatto di vedere Veronica, il bimbo e i miei genitori qua mi ha fatto piacere e aiutato a riprendere forma. Sono piccole cose che alla fine sono grandi“.

Lunga invece l’analisi sul cambiamento del movimento del servizio: “Credo sia un colpo difficile in generale, perché ti condizioni da solo. Ed è l’unico colpo da fermo di questo sport, è dove puoi crearti dei vantaggi o degli svantaggi. Ovvio che quando va tutto bene sembra quasi facile, ma è un attimo perdere fiducia specialmente se non ti senti a tuo agio con il movimento. Gli aggiustamenti e il cambio in corso d’opera a Cincinnati mi hanno aiutato a semplificare delle cose che mi hanno aiutato a essere più fluido e semplice a livello di movimento. A volte le cose più semplici sono le più funzionali. Specialmente oggi mi sono sentito molto sicuro, e questo mi ha tolto parecchie rogne. Ovviamente è un lavoro molto fresco, non è assimilato al 100%, ma sta dando i suoi frutti. Tanto è stato fatto sulla posizione in partenza dei piedi: prima caricavo più sulla destra e poi c’era una fase di oscillazione tra piede sinistro e destro, mentre ora i piedi restano fermi. In pratica è cambiato sui piedi, per farla semplice“.

Su New York: “Per chi non ci è mai stato la prima volta sembra quasi di essere in un film. Magari cresci con qualcuno di questi, ma basta girare a Manhattan o Central Park o Times Square o Little Italy. Credo sia la città più usata nel panorama cinematografico, sicuramente arriva da quello il fatto di avere una memoria fotografica di qualche film che mi rilassa. Non mi piace camminare in generale, sono abbastanza pigro, ma qui a New York lo faccio volentieri. Mi rilassa, mi sento a mio agio. C’è talmente tanto caos in giro che non vieni considerato, questa cosa mi affascina“.

E poi su Jannik Sinner (ha parlato ovviamente prima di Sinner-Bublik): “Vorrei giocare di più contro Jannik perché a livello di ambizione vorrei provare a battere il numero 1 del mondo. […] Gli auguro il meglio e spero davvero che l’Italia si possa vedere questo derby nei quarti“.

Dichiarazioni da Vanni Gibertini

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