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Pallavolo

L’Europa al potere al Mondiale di Manila: Italia–Polonia rivincita infinita, Cechia–Bulgaria sorpresa da favola

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Gargiulo/Fivb

Il Mondiale di volley maschile nelle Filippine è pronto a vivere la sua penultima giornata di gare con due semifinali che raccontano due anime diverse di questa rassegna iridata: da una parte la favola sportiva di Cechia e Bulgaria, le due grandi sorprese del torneo, dall’altra la riedizione della finale del 2022 tra Italia e Polonia, vero classico della pallavolo mondiale contemporanea tra due squadre a caccia della loro sesta finale iridata, quella che sarebbe la quarta consecutiva per i polacchi e la seconda per gli azzurri. La composizione delle semifinali ricorda un po’ certi tornei iridati o continentali anni ’50 o ’60 quando a farla da padrone erano proprio le squadre dell’Est europeo. La tradizione da quelle parti c’è sempre stata ma da qualche tempo si è ricominciato a lavorare a livello giovanile e i frutti si vedono oggi

Cechia–Bulgaria: il sogno delle outsider

La prima semifinale in programma domani alle 8.30 metterà di fronte due nazionali che hanno ribaltato pronostici e gerarchie. La Cechia, guidata da Jiri Novak, è la vera super sorpresa del Mondiale: dopo aver superato negli ottavi la Tunisia e nei quarti l’Iran, ha costruito il suo capolavoro già nella fase a gironi, battendo la Serbia e condannando così il Brasile all’eliminazione precoce. Una vittoria che ha cambiato la percezione della squadra est-europea, oggi vista come un’avversaria solida, capace di giocare senza pressioni e con grande qualità.

La Cechia è la vera sorpresa del Mondiale filippino. La squadra allenata da Jiří Novák ha sovvertito pronostici e gerarchie, eliminando la Tunisia negli ottavi e l’Iran nei quarti dopo un girone in cui era già riuscita a battere la Serbia, condannando di fatto il Brasile a un’eliminazione precoce. Il fulcro del gioco è il palleggiatore Jakub Bartůněk, che ha preso in mano la squadra con personalità e continuità, mentre in diagonale agisce l’opposto Marek Indra, sempre incisivo nelle fasi calde e in grado di reggere il peso dell’attacco. In banda spiccano lo schiacciatore Lukáš Vašina, capace di garantire equilibrio in ricezione e incisività al servizio, e Miroslav Galabov, punto di riferimento offensivo costante con colpi imprevedibili anche nei momenti più delicati.

Al centro la coppia formata da Zaijcek e Klimes sta disputando un torneo di altissimo livello, risultando determinante sia a muro sia in primo tempo, mentre in seconda linea il libero Martin Moník si conferma una garanzia in difesa e ricezione. È un gruppo che miscela solidità ed entusiasmo, senza stelle assolute ma con tanti giocatori capaci di rendere al massimo all’interno di un sistema di squadra ben organizzato. Proprio questa coralità ha permesso alla Cechia di raggiungere per la prima volta nella sua storia moderna le semifinali Mondiali, riportando alla memoria i fasti della Cecoslovacchia campione del mondo negli anni ’50 e ’60.

Di fronte ci sarà una Bulgaria che, partita senza grandi pressioni, si è trasformata in una delle squadre più convincenti del torneo. Il gruppo di Gianlorenzo Blengini, ex ct dell’Italia, ha vinto tutte le partite disputate finora: prima il girone di ferro con Germania e Slovenia, poi il 3-0 netto al Portogallo negli ottavi e, soprattutto, la memorabile vittoria 3-2 in rimonta sugli USA nei quarti.

Il trascinatore assoluto è Aleksandar Nikolov, che negli ultimi tre set contro gli americani ha giocato una partita da fuoriclasse, risultando praticamente immarcabile. Accanto a lui sta sorprendendo Tatarov, subentrato ad Atanasov e capace di dare equilibrio e solidità in attacco e in ricezione. L’adattamento tattico di Asparuh Asparuhov, schiacciatore naturale che in questo Mondiale si sta reinventando con efficacia da opposto, è una delle chiavi del successo bulgaro. In cabina di regia c’è il giovanissimo Simeon Nikolov, classe 2006, che nonostante la giovane età sta distribuendo il gioco con sorprendente maturità.

Al centro, la coppia composta da Aleks Grozdanov e Denis Petkov sta vivendo un Mondiale straordinario: solidi a muro, incisivi in primo tempo, stanno dando una dimensione in più al gioco bulgaro. Questa Bulgaria è giovane, coraggiosa e capace di esaltarsi nei momenti decisivi.

Sarà una semifinale inedita, che oppone la regolarità e la disciplina tattica della Cechia all’entusiasmo e alla potenza di fuoco della Bulgaria.

Italia–Polonia: la rivincita della rivincita

La seconda semifinale profuma invece di grande classico. Italia e Polonia si ritrovano di fronte dopo aver già incrociato le armi nelle ultime finali più importanti: Mondiale 2022 (vinto dagli azzurri a Katowice), Europeo 2023 e Volleyball Nations League 2025 (entrambe vinte dai polacchi). Una rivalità recente ma già leggendaria, che mette in palio l’accesso all’atto conclusivo di Manila.

L’Italia campione in carica, guidata da Ferdinando De Giorgi, ha trovato la sua miglior pallavolo dopo un inizio incerto, complicato dall’infortunio alla vigilia di Daniele Lavia. Dopo il passo falso con il Belgio nella fase a gironi, gli azzurri hanno cambiato marcia: 3-0 all’Ucraina, 3-0 all’Argentina negli ottavi e 3-0 al Belgio nei quarti. Un crescendo di rendimento in cui sono emersi i colpi di Alessandro Michieletto, sempre più leader tecnico, e l’affidabilità di Mattia Bottolo, che ha saputo ritagliarsi un ruolo da protagonista.

Fondamentale anche la crescita del centrale Roberto Russo, devastante a muro e prezioso in attacco, mentre la regia di Simone Giannelli ha ritrovato fluidità e soluzioni. In seconda linea, come sempre, la garanzia si chiama Fabio Balaso, libero tra i migliori al mondo. L’Italia ha ritrovato compattezza e, soprattutto, quella sensazione di squadra che sa esaltarsi nelle grandi sfide.

La Polonia di Nikola Grbic arriva imbattuta alla semifinale, pur con qualche affanno in più: 3-1 al Canada negli ottavi, 3-0 alla Turchia nei quarti. I polacchi sono reduci da un biennio straordinario, in cui hanno vinto praticamente tutto a eccezione dell’oro olimpico. Il loro punto di forza è la profondità del roster: Leon e Semeniuk garantiscono qualità in banda, Kurek resta un opposto capace di accendersi nei momenti decisivi, mentre i centrali Huber e Kochanowski rappresentano una sicurezza sia a muro che in attacco.

Il palleggiatore Komenda sta gestendo al meglio le rotazioni, mentre in seconda linea non manca la solidità. La Polonia ha tutto per confermarsi come la squadra più completa del torneo, ma dovrà fare i conti con una Nazionale azzurra che sembra aver ritrovato proprio ora il suo picco di rendimento.