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Jannik Sinner contro Lorenzo Musetti, agli US Open derby con vista sulla semifinale
In 30 derby italiani al maschile negli Slam, mai si era visto che il confronto tutto tricolore arrivasse ai quarti di finale. Ma c’è di più: a giocarsela saranno, da numero 1 e numero 10 del mondo rispettivamente, Jannik Sinner e Lorenzo Musetti. Da una parte l’uomo del 2024 e 2025, per tutto quello che è riuscito a fare e per quanto ha riscritto varie storie di tennis non solo italiano, ma mondiale. Dall’altra colui che è passato dal promettere bene all’essere sempre più concreto, dalla stagione sul rosso fino a quello che è un cammino a New York capace di cancellare mesi molto complicati.
Per entrambi un solo set perso: contro Denis Shapovalov al terzo turno quello di Sinner, contro Giovanni Mpetshi Perricard al primo turno quello di Musetti. Contro il canadese, Jannik aveva vissuto la sua giornata più complicata nel torneo, cancellata rapidamente dal dominio incontrastato nell’ottavo contro il kazako Alexander Bublik. Contro il francese, Lorenzo si era trovato a dover cercare una soluzione contro le spaventose bordate che arrivavano dall’altra parte in forma di servizio. Ce l’ha fatta, e di lì è stato sia bravo (Goffin e in buona misura Munar) che fortunato (Cobolli non ha potuto giocarsi fino in fondo le sue carte, e lo stesso Munar col tempo non è stato bene).
Si giocherà in notturna, come secondo match sull’Arthur Ashe Stadium, verosimilmente non prima delle 2:30 (ma anche più avanti, e si spiegherà più in là il perché). Sarebbe stato molto bello per il pubblico italiano poter assistere a un match di tale importanza in orario umano, ma la forza intrinseca del match Sinner-Musetti in quanto tale ha ovviamente convinto l’organizzazione a dare uno slot che per gli States è effettivamente di primo piano. Due i precedenti ufficiali, entrambi vinti da Sinner (sarebbero tre con le prequalificazioni di Roma 2019, che a livello statistico appartengono però a un capitolo a parte).
Non c’è mai stato, come si diceva, un match tanto importante in una fase così importante di un torneo di questa rilevanza. L’occasione arriva, peraltro, nell’evento in cui di confronti tra italiani ce ne sono stati ben tre (Cobolli-Passaro e Musetti-Cobolli in precedenza). Ed è forse anche il modo ideale per chiudere un anno, a livello Slam, nel quale ci sono sempre stati due italiani tra i migliori otto: il nostro è il quarto Paese a riuscire a compiere un colpo del genere in Era Open. Sinner contro Musetti è anche un totale scontro di stili: solidità e potenza da fondo contro un numero pressoché infinito di variazioni. Due talenti diversi, divisi da meno di un anno di età e che stanno regalando all’Italia gli anni più belli del tennis maschile.
Si diceva del maggior appeal di Sinner-Musetti come match per la sessione serale. Molte ore prima, in apertura della sessione diurna, sarà Felix Auger-Aliassime a cercare il ritorno in semifinale a New York al cospetto di Alex de Minaur, con l’australiano che vuole togliersi definitivamente di dosso quello che per lui è finora sempre stato l’ostacolo dei migliori otto per andare tra i migliori quattro. Dopo i primi due mesi dell’anno, Auger-Aliassime si era un po’ eclissato, tranne saltuari casi: a New York si è ripresentato col fuoco negli occhi, tanto da rimettersi anche un po’ in corsa per le ATP Finals. Sul circuito maggiore 2-1 i precedenti a favore del canadese.
In campo femminile, invece, assodata l’assoluta stranezza di quanto accaduto nella notte (il forfait di Marketa Vondrousova), ecco che ci si avvia per due interessanti confronti nella parte bassa. Il primo è il remake della finale di Wimbledon tra Iga Swiatek e Amanda Anisimova. Come dicono gli anglofoni, in questo caso è necessario un disclaimer: non è umanamente possibile ripetere il 6-0 6-0 visto sul Centre Court. Sarà una partita diversa, con Swiatek e il suo infinito campionario di colpi e variazioni opposto a un’avversaria, l’americana, che è in gran forma soprattutto quando si tratta di colpire da dietro, fatto che ha spiegato senza parlare alla brasiliana Beatriz Haddad Maia negli ottavi (6-0 6-2).
Nella notte la sfida forse più ricca di spettacolo: Karolina Muchova contro Naomi Osaka. La ceca, una mano fatata che si attiva ogni volta che può, ha il bilancio in parità contro la nipponica che sta ritrovando sempre più il senso dei suoi giorni migliori. Quelli, in sostanza, di quando pareva avviata a essere tra le dominatrici del circuito. Adesso stanno tornando a parlare le sue doti di intelligenza sul campo, ma l’attenzione in questo caso non può non essere alta di fronte a chi, dopo un tempo piuttosto lungo che non l’ha vista primeggiare, sta ritrovando anche lei la strada giusta.
Ed è previsto anche il ritorno in campo di Sara Errani e Jasmine Paolini. Le due azzurre vanno in cerca della finale di doppio, la prima insieme a New York, ma la seconda per Errani dopo 13 anni da quella raggiunta in coppia con Roberta Vinci. Forse è il caso di dire che finalmente si vderà una delle sfide più ambite in assoluto del circuito WTA, quella con la coppia Dabrowski/Routliffe, canadese e neozelandese che viaggiano da numero 3 del seeding in un torneo che ha finora rispettato in maniera incontrovertibile l’ordine costituito delle teste di serie.
