Superbike
Superbike, Bautista resta in Ducati? “Pronto ad accettare una riduzione dell’ingaggio per amore delle corse”
Ducati, nel pianificare il futuro del proprio team Superbike, aveva preso la decisione di sostituire Alvaro Bautista. La Casa di Borgo Panigale ha scelto di affidare a Nicolò Bulega i galloni di capitano, peraltro acquisiti sul campo a furia di risultati, confermandolo per il 2026 e investendolo anche un ruolo da collaudatore nell’ambito della MotoGP.
La mossa lascia presupporre che si stia considerando l’ipotesi di trasferire il venticinquenne emiliano nel Motomondiale a partire dal 2027. D’altronde gli agganci non mancherebbero, poiché il pilota ha già gareggiato sia per il Team VR46 che per Gresini fra Moto2 e Moto3. Alla luce di questa prospettiva, ancora ipotetica ma non improbabile, Ducati ha ritenuto saggio creare un’alternativa e preparare la successione a Bulega in Superbike.
Tuttavia, il compito si è rivelato più difficile del previsto. Un centauro con lo stesso profilo di Nicolò, in questo momento, non c’è. In Supersport Jaume Masià, punta di diamante dell’azienda bolognese, non sta demeritando. Però non sta neppure facendo la differenza e le sue performance non danno alcuna garanzia di successo in Superbike (viceversa, Bulega è stato dominante nella categoria cadetta delle derivate di serie).
Da quanto si evince, Ducati sperava di attirare qualche pilota di Moto2 senza sbocchi in MotoGP. Al riguardo, un nome caldo era quello di Jake Dixon, che in effetti si sposterà in Superbike, ma in sella a una Honda. Il britannico ha accettato la succosa offerta della Casa giapponese, firmando un contratto biennale.
Si era parlato con insistenza anche di Aròn Canet, però lo spagnolo sarebbe intenzionato a restare in Moto2, nella speranza di trovare spazio in MotoGP un domani. Il medesimo discorso vale per i vari Manuel Gonzalzez, Diogo Moreira e Deniz Öncü, che non ritengono attraente la prospettiva di gareggiare in Superbike.
Di giovani o centauri nel proprio prime liberi fra le derivate di serie non se ne vedono. Andrea Locatelli è legato a Yamaha; recuperare Axel Bassani sarebbe una scommessa affascinante, però il ventiseienne veneto è in quota Bimota/Kawasaki. Puntare su un Jonathan Rea piuttosto che un Sam Lowes, entrambi più vicini ai 40 anni che ai 30 non avrebbe molto senso.
Allora, se il nuovo non convince, ecco sorgere l’ipotesi di affidarsi all’usato sicuro, quell’Alvaro Bautista inizialmente scaricato. Dopotutto, il castigliano si propone con continuità sul podio e nel suo caso può valere il detto “chi lascia la vecchia strada per la nuova, sa quel che perde non sa quel che trova”. Allo stato attuale delle cose, qualsiasi alternativa all’iberico potrebbe essere un salto nel buio.
A tenere vive le braci di una permanenza in Ducati è lo stesso Bautista, che ha spiegato “di avere firmato un contratto anche per il 2026, nel quale era inserita una clausola per risolverlo già alla fine del 2025. Ducati ha deciso di esercitarla, dicendomi che non poteva più offrirmi le stesse condizioni stabilite nel momento in cui l’accordo è stato stilato.
Però non mi hanno mai detto che non mi vogliono più, oppure che il mio contratto possa essere rinegoziato. Ora come ora, mi è stato solo detto di aspettare, perché non hanno ancora preso una decisione legata al secondo pilota. La porta non è chiusa. Al momento, non ho ricevuto alcuna offerta da Ducati. Nonostante sia un bi-campione del mondo, sono pronto ad accettare una riduzione dell’ingaggio per amore delle corse”.
Alla fine, è una questione di soldi. L’ingaggio di Bulega è stato innalzato e Ducati non aveva intenzione di spendere ciò che veniva speso per Bautista. Tuttavia, se lo spagnolo dovesse accettare una riduzione degli emolumenti e l’offerta fosse congrua, ecco allora come si spalancherebbero le porte di un’inattesa permanenza a Borgo Panigale.
