ArtisticaGinnastica e cultura fisica
Ginnastica artistica, la gara mista merita le Olimpiadi? Adrenalina pura di Manila, ma servono modifiche
“Questa gara è stata adrenalina pura“. Manila Esposito ha commentato a caldo la propria esperienza nella prova a coppie miste che si è disputata ieri pomeriggio agli Europei 2025 di ginnastica artistica, esprimendo la propria soddisfazione e un entusiasmo ampiamente giustificato dopo aver conquistato la medaglia di bronzo in coppia con Lorenzo Minh Casali. Se i protagonisti unici e indiscussi dell’evento si sono divertiti non può che farci piacere, ma urge soffermarsi anche su altri aspetti perché su questa gara ricadeva una smisurata attenzione visto che il CIO ha deciso di inserirla nel programma delle Olimpiadi di Los Angeles 2028.
Le prove a coppie/squadre miste stanno dilagando ai Giochi e l’universo della Polvere di Magnesio, che è sport di classe A nella rassegna a cinque cerchi al pari di atletica e nuoto, ha avuto il diritto di inserire un evento aggiuntivo. La domanda sorge spontanea: la gara mista di ginnastica artistica merita le Olimpiadi? Bisogna abituarsi a qualcosa di nuovo e che nei fatti non si è mai visto a livello senior, se non alla Swiss Cup (evento autunnale, ma non di primaria importanza). I punti critici emersi a Lipsia sono però diversi e servirebbero delle modifiche per migliorare lo svolgimento della prova.
Partiamo dall’aspetto tecnico. Ogni Nazione schiera un uomo e una donna, ma c’è un’evidente disparità in termini di attrezzi: il fatto che ogni ginnasta possa scegliere soltanto tra tre attrezzi definiti a priori è limitante, nei fatti un Paese non potrebbe sfruttare un picco alle parallele asimmetriche o delle doti spiccata in due specialità iconiche del settore maschile come gli anelli e il cavallo con maniglie. Inoltre le ragazze che arrivano in fondo saranno salite su tre attrezzi (il 75% del giro completo a loro disposizione), mentre gli uomini si saranno fermati al 50% del loro programma (tre su sei).
Soffermiamoci anche sulla fruibilità. Si è parlato tanto della volontà di ridurre la durata degli eventi, ma ieri si è gareggiato per più di due ore e mezza: se si vuole davvero rispettare il dettame imperante di rimanere sotto le due ore di tempo (salvo rare eccezioni) occorrerà operare dei tagli. Il regolamento era davvero troppo arzigogolato e non immediatamente comprensibile a un pubblico generalista: già la ginnastica è uno sport molto tecnico, se poi ci si aggiungono discorsi come scelta di attrezzi, tre fasi di gara con eliminazioni progressive, scontri diretti disputati in specialità differenti, somme di punteggi non immediate allora si complica tutto ulteriormente.
È stata criticata anche l’eccessiva importanza della strategia, ma questo ci può stare perché fa parte dello sport. Scegliere il momento giusto in cui adottare un determinato attrezzo è parte integrante della lungimiranza di atleti e tecnici, dote che merita di essere premiata e che non è accessoria: bisognerà inevitabilmente abituarsi e studiare correttamente la situazione, aspetto che non era facilissimo fare all’esordio visto che andavano studiati certi meccanismi senza avere nulla sulla carta.
Vedremo se ci saranno delle modifiche nel prossimo futuro, mancano tre anni ai Giochi e c’è tutto il tempo per migliorare una gara che ha tutto il potenziale per essere divertente e apportare un po’ di linfa fresca al movimento. Quando ritroveremo la gara a coppie miste? Di sicuro non ai Mondiali che si disputeranno a ottobre in quel di Jakarta, visto che l’evento non prevederà nessuna prova a squadre ma solo eventi per individualisti.
