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Ciclismo su pista, Simone Consonni: “Bravi ad avere seguito il traino di Ganna”, Jonathan Milan: “L’unione fa la differenza”

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L’adrenalina è ancora alle stelle, ma la prestazione messa in scena dal nostro quartetto azzurro dell’inseguimento a squadre, ha letteralmente scritto una pagina della storia del ciclismo su pista. L’Italia, infatti, ha vinto la propria semifinale ai Giochi Olimpici di Tokyo contro i temibili neozelandesi e, come se non bastasse, è andata a stampare anche il nuovo primato del mondo.

Una gara straordinaria, con un finale stellare di Filippo Ganna che ha permesso ai nostri di recuperare qualcosa come mezzo secondo agli oceanici, fino ad andare a cogliere un successo esaltante che permetterà al nostro quartetto di andarsi a giocare la medaglia d’oro domani contro i fortissimi danesi.

Filippo Ganna, come si sapeva, è il nostro faro e punto di riferimento e, al termine della prova odierna ha, da un lato esaltato quanto fatto all’Izu Velodrome della capitale nipponica, dall’altro ha preferito puntare sulla calma in vista della finale di domani (ore 11.06 italiane). Andiamo, quindi, ad ascoltare le parole dei suoi compagni di squadra.

Iniziamo con Simone Consonni che analizza la prestazione del quartetto azzurro nel suo complesso:  “Siamo partiti subito con una tabella alta, sapevamo che era una semifinale impegnativa perchè ci poteva aprire le porte per la finale per la medaglia d’oro – spiega ai microfoni di Federciclismo – Era una “finalona” sia per noi, sia per la Nuova Zelanda, e si è visto sin dall’avvio. Sappiamo di avere l’uomo in più che è Filippo Ganna che, nell’ultimo chilometro, fa la differenza rispetto a tutti gli altri, però direi bravi anche a noi per essergli stati a ruota perchè, vi assicuro, quando parte con la sua potenza è davvero complicato tenere il suo passo”.

Questa finale conquistata con pieno merito va a sottolineare un movimento che, nonostante tante difficoltà logistiche (per colpa della carenza degli impianti) sta davvero facendo grandi cose. “Sì, il movimento c’è. Senza dubbio quello che ha fatto scattare tutta questa attenzione è stata la vittoria di Elia Viviani a Rio 2016. E’ merito suo se siamo qua, ma sappiamo che l’Italia ci segue e ci supporta. Dal nostro punto di vista speriamo di regalare loro emozioni e, soprattutto, una medaglia pesante”.

Ultima battuta per Jonathan Milan, il più giovane del nostro pacchetto, ma che sta facendo già vedere tutto il proprio valore. “Faccio 21 anni ad ottobre, per cui potete perfettamente capire che per me sia una emozione indescrivibile. Quello che sto vivendo è tutto nuovo, si fa fatica a realizzare dove sono. Però tutto questo ci dà la carica per andare a conquistare altre medaglie, come l’unione del gruppo, e la grinta che abbiamo messo in questa semifinale ci è servita. Stanotte? Proverò a dormire anche se non sarà facile. Per le dediche? No, troppo presto, prima vediamo come va la finale di domani…”.

Foto: Lapresse

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