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US Open 2020: Martic, l’occasione della vita tra Kerber, Osaka e Kvitova. Il caso Mannarino, Coric e la caduta di Tsitsipas
Forse le sorprese non sono state tante, ma sono state particolarmente rumorose nella quinta giornata degli US Open 2020. I primi incontri di terzo turno, oltre a quelli rimanenti del secondo che erano stati sospesi per pioggia giovedì, hanno dato allo Slam di New York due fisionomie totalmente differenti al maschile e al femminile.
Tra gli uomini, è abbastanza chiara la situazione: da una parte c’è la continuazione del torneo senza problemi per Novak Djokovic (il serbo ha regolato senza tante storie, di nuovo, il tedesco Jan-Lennard Struff), dall’altra la caduta di Stefanos Tsitsipas. Clamorosa fino a un certo punto, perché Borna Coric sono diversi anni che, una volta completato l’assestamento, sta continuando ad attuare un percorso di miglioramento. Certo è, però, che in tanti si aspettavano grandi cose dal greco, che si è letteralmente divorato un ottavo di finale già guadagnato, ricordando per certi versi quanto capitato, tra le donne, a Kiki Mladenovic contro la russa Varvara Gracheva. Nel caso della transalpina i match point sono stati quattro, in questa fattispecie ben sei, dal 5-1 del quarto set. E per il croato, a questo punto, il premio alla solidità si chiama Jordan Thompson: con l’australiano c’è una più che ghiotta occasione di guadagnare un appuntamento con Alexander Zverev (che, al di là del caso Mannarino di cui parleremo, fila via abbastanza liscio) di arrivare fino ai quarti di finale. E occhio anche al talento del francese Corentin Moutet, bravo a eliminare il britannico Dan Evans e atteso oggi da una sfida che si preannuncia molto bella con il canadese Felix Auger-Aliassime.
In campo femminile, c’è tutta una serie di occasioni della vita. La più grande ce l’ha forse chi uscirà vincitrice dall’ottavo tra la croata Petra Martic e la kazaka Yulia Putintseva. Per quanto riguarda Martic, la storia è quella di una giocatrice che, solo tre anni fa, pareva con la carriera segnata da un infortunio davvero brutto alla schiena. E pareva essersene andata la chance di elevare quel gioco che tanto spettacolo regala ai livelli che oggi, invece, le competono: c’è tanto del suo merito se è arrivato il numero 15 del ranking WTA. La tedesca Angelique Kerber ha anche lei un’occasione per farsi vedere di nuovo ai piani alti, dopo una carriera molto lunga che proprio su questi campi è sbocciata nel 2011 (come Flavia Pennetta amaramente ricorda), mentre la ceca Petra Kvitova è in una di quelle sue tipiche fasi per cui è difficile da fermare. In questo senso il quarto eventuale contro la giapponese Naomi Osaka potrebbe essere davvero una delle battaglie del torneo, comprendendo tutti e due i tabelloni. Nel frattempo, con tutti i riflettori puntati (assolutamente senza torto) su Coco Gauff, c’è un’altra potenziale stella del futuro che sta emergendo: è Caty McNally, con Gauff ha in comune la bandiera a stelle e strisce e ha superato d’autorità la russa Ekaterina Alexandrova. E la sua parte di tabellone contiene davvero ogni argomento di conversazione possibile e immaginabile (per fare qualche nome: Azarenka, Cirstea, Jabeur e Kenin, che peraltro giocano l’una contro l’altra oggi).
Il capitolo finale è relativo all’incredibile caso che ha coinvolto Adrian Mannarino. Il francese non è sceso in campo per quasi tre ore contro Zverev, costringendolo a un’attesa davvero infinita non del tutto per proprie colpe. Quel che è accaduto, infatti, è che lui, come gli altri francesi venuti a contatto con Benoit Paire, è sottoposto a forti restrizioni. Tranne quando è in campo. Solo che questa volta è intervenuto anche il governatore dello Stato di New York, Andrew Cuomo, che, come ha dichiarato lo stesso transalpino in conferenza stampa, ha espresso parecchi dubbi sulla possibilità di farlo giocare. Ironia della sorte, proprio Cuomo, dopo fitto dialogo, ha dovuto firmare un permesso per farlo andare in campo. Senza dubbio, il momento più irreale quest’anno a Flushing Meadows, ancor più delle porte chiuse.
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federico.rossini@oasport.it
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Foto: LaPresse