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F1, Ferrari impreparata al Red Bull Ring, ma qualcuno è stato furbo nel lockdown?

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I primi responsi della pista sono arrivati in F1, ma il risultato finale del GP d’Austria è stato un po’ “bugiardo”. Sì, perché l’andamento della corsa, per via della presenza della Safety Car in tre circostanze, problemi di affidabilità e penalità, è stato decisamente particolare.

Alla fine della fiera la Mercedes è riuscita comunque a imporsi con il finlandese Valtteri Bottas, ma senza dubbio il secondo e il terzo posto della Ferrari del monegasco Charles Leclerc e del britannico Lando Norris non sono la rappresentazione fedele dei valori in pista. Guardandola, nell’ottica puramente prestazionale, le “Frecce Nere” sono su un altro pianeta e a guidare il gruppo delle inseguitrici vi è la Red Bull, uscita con le ossa rotte dal primo round con due zeri legati a problemi tecnici sulle monoposto dell’olandese Max Verstappen e del thailandese Alexander Albon.

E la Rossa? Il Cavallino Rampante ha potuto giovare di una macchina affidabile, fortuna e di un grande Leclerc, bravissimo a cogliere tutte le occasioni che la gara gli ha offerto, mettendoci tanto del suo. Tuttavia la SF1000 è una monoposto in difficoltà, molto lenta in rettilineo e non competitiva come pacchetto nel proprio insieme. Tanti, in questo senso, hanno notato come la Ferrari sia arrivata impreparata al primo weekend del Mondiale. Se gli altri sono riusciti a introdurre degli aggiornamenti dal punto di vista aerodinamico, la scuderia di Maranello si è presentata con la stessa configurazione dei test a Barcellona. Questo ha alimentato dei forti malumori, anche perché lo stesso Team Principal Mattia Binotto aveva manifestato un atteggiamento sorpreso per le numerose novità viste sulle monoposto dei rivali in un tempo di sole cinque settimane dopo il lungo lockdown causato dalla pandemia.

Mercedes, Red Bull e Renault hanno fatto debuttare dei pacchetti aerodinamici evoluti rispetto alle macchine che erano state spedite a Melbourne per il mancato GP dell’Australia. A questo punto, c’è da chiedersi se davvero in casa Ferrari abbiano lavorato male, o se gli avversari siano stati furbi nella periodo della quarantena. L’azienda di Maranello aveva deciso il 9 marzo la chiusura anticipata degli impianti a causa del Covid-19 in Italia, mentre in terra britannica hanno potuto lavorare per altri 15 giorni prima dello shutdown FIA, acquisendo un vantaggio competitivo.

Ci sarebbe un dossier, secondo quanto rivelato da Motorsport.com, sulle violazioni nel rispetto dei tempi di chiusura delle factory, ma non si è a conoscenza con precisione di chi abbia potuto lavorare quando non avrebbe dovuto…E’ chiaro che questa sia una situazione decisamente antipatica, proprio per le regole che la Federazione ha varato in nome di un risparmio dei costi, per i riflessi del Coronavirus dal punto di vista economico. Come è noto, dal GP d’Austria sono state congelate molte parti delle vetture (telaio, cambio e motore, per fare alcune menzioni, mentre le sospensioni non potranno essere toccate dal 15 settembre). In un contesto del genere, se le squadre si sono presentate in condizioni diverse per le violazioni citate, da parte della FIA sarebbe opportuno prendere provvedimenti, anche perché la Ferrari nel caso non può essere penalizzata per aver rispettato le regole imposte.

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giandomenico.tiseo@oasport.it

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Foto: LaPresse

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