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Storia delle Olimpiadi: USA-URSS a Monaco 1972, i 3″ più lunghi della storia del basket

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Olimpiadi di Monaco 1972. Siamo in un periodo di guerra fredda, da una parte gli USA, dall’altra l’URSS, con il mondo diviso dalla Cortina di Ferro. Il 5 settembre un commando palestinese fa irruzione nel Villaggio Olimpico spargendo sangue e morte tra gli atleti israeliani. Lo sport si ferma per 24 ore, ma poi riparte cercando di vincere la violenza e l’odio che hanno macchiato il sacro fuoco di Olimpia.

9 Settembre: il mondo è sotto shock, il rumore del fuoco e l’immagine di sangue è ancora viva, vicina e drammatica. Alle 23.45 si gioca la finale olimpica di basket ed in campo ci sono gli USA e l’URSS in una partita che si preannuncia calda e, soprattutto, che non è solo una pagina di sport, ma anche di storia.

Gli USA hanno vinto tutte le sette edizioni dei Giochi, hanno vinto 63 partite, ne hanno perse zero. Quell’anno però l’URSS vuole vincere, vuole finalmente sconfiggere i rivali americani. In squadra ci sono Sergey, Alexandr Belov e Korkia, giocatori che si sono allenati una stagione per questa partita, per gli USA i nomi sono quelli di Jones, Collins e Brewer.

La partita vede sempre davanti i sovietici, che si portano subito sul 7-0. Gli USA reggono, ma nel secondo tempo l’espulsione di Jones e l’infortunio di Brewer sembrano chiudere ogni speranza agli statunitensi. Questa non è una partita come tutte le altre e negli ultimi dieci minuti gli States recuperano e da -10 si portano a -1. E qui finisce una semplice partita di basket e si entra in una dimensione storica ed epica.

Mancano 40″ alla fine, palla ai sovietici sul 49-48. La palla viene tenuta per tutti i 30″ e poi viene persa, la recupera Doug Collins, che subisce fallo e va in lunetta con due liberi. Doug viene dall’Università dell’Illinois: il suo punto debole sono i tiri liberi e passa le giornate nei playgrounds ad allenarsi.

E non sbaglia i due liberi più importanti della sua carriera: USA-URSS 50-49, a 3″ dalla fine. La palla viene rimessa in gioco subito mentre il coach sovietico chiama a gran voce il time out, che viene accordato solo ad un secondo dalla fine. Il frastuono di Monaco è incredibile e nessuno capisce cosa stia accadendo.

Si riparte con un secondo da giocare, il tiro non arriva al canestro: partita finita ed USA campioni olimpici. Tutti in campo si abbracciano, gli USA hanno sconfitto quei sovietici che si sono allenati solo per battere il nemico statunitense. Non è così: entra in campo William Jones, segretario della FIBA, che ordina agli arbitri di far ripetere l’azione perché mancavano tre secondi e non uno.

Tra le furiose polemiche degli USA, che stavano festeggiando, si riparte per la terza volta. Edeshko lancia una palla disperata, Alexandr Belov riesce a prenderla, elude un difensore statunitense e segna, lasciandosi andare in una corsa folle: URSS-USA 51-50, questa volta è davvero finita!

L’imbattibilità USA si conclude, dopo 36 anni, in seguito ai 3″ più lunghi della storia del basket. Viene fatto ricorso, ma non viene accettato. Gli USA non salgono sul podio, le medaglie sono ancora lì a Losanna, nella sede del CIO, non sono mai state ritirate (e mai lo saranno). Al primo posto c’è l’URSS, al terzo Cuba, il secondo gradino è vuoto.

Alexandr Belov, l’autore di quel canestro storico, morirà a soli 26 anni: era in carcere per contrabbando di jeans americani. Doug Collins rimane nel mondo NBA, amato e rispettato da tutti, allenerà anche un tale Michael Jordan, ma mai dimenticherà quella sconfitta e quella pagina di sport nera per lo sport americano: “Ho avuto una vita felice. Ma se Dio mi concedesse di tornare indietro, per una volta, non avrei dubbi: chiederei di poter rigiocare una partita. Quella“.

Roberto Vallalta

NELLE PUNTATE PRECEDENTI…

Prima puntata: Jury Chechi
Seconda puntata: Ondina Valla
Terza puntata: Tania Cagnotto
Quarta puntata: Michael Johnson
Quinta puntata: Andrea Benelli
Sesta puntata: Mark Spitz
Settima puntata: Vincenzo Maenza
Ottava puntata: Cathy Freeman
Nona puntata: Daniele Molmenti
Decima puntata: Tommie Smith e John Carlos
Undicesima puntata: Agostino Straulino
Dodicesima puntata: Nadia Comaneci
Tredicesima puntata: Graziano Mancinelli
Quattordicesima puntata: Hicham El Guerrouj
Quindicesima puntata: Abdon Pamich

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Foto: LaPresse

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