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Sci Alpino
Sci, slalom parallelo Varettoni-Alfieri: “Shiffrin: stupisce il rapporto numeri-età. Jakobsen e croati, che sciare! Azzurri, in America per vincere”
La seconda tappa di Coppa del Mondo 2019-2020 è andata in archivio, nello sci alpino. Gli atleti si trovano adesso quasi tutti già in America o in viaggio verso gli Stati Uniti. Per noi è tempo di quarta puntata della rubrica “Slalom parallelo”, sorta di botta e risposta tra Silvano Varettoni e Camilla Alfieri sulle stesse domande (ma senza conoscere l’uno le risposte dell’altra), con tanti argomenti interessanti da affrontare dopo gli slalom di Levi.
Buona lettura!
Partiamo dallo slalom maschile, che ha regalato un bellissimo spettacolo. Atteso, a questi livelli?
Silvano Varettoni: “Rispondo alla domanda con una domanda: avete visto quanto distacco accumula il trentesimo classificato, tra gli uomini? Poco. Segno che il livello è altissimo. Vero, quello di Levi è sempre stato un slalom molto tirato, ricordo che un anno si centrava la qualificazione con un secondo e mezzo di ritardo, però resta comunque un grande spettacolo. Kristoffersen ha dato le risposte che aspettavamo, ma senza l’errore di Noel avrebbe però vinto il francese. Non so perché sia entrato così “dritto” sul muro, nella seconda manche, forse si è un po’ scomposto già una porta prima. Ecco, se non sbaglia lì, secondo me vince lui. Detto questo, Henrik mi ha lasciato un grandissima impressione perché sul ripido, in entrambe le manche, ha fatto segnare i parziali migliori. E vuol dire tanto. Pinturault me l’aspettavo sul podio e invece nemmeno l’ho trovato nella seconda run. Ha sciato proprio male, girava i piedi in ingresso curva e non è mai stato pulito“.
Camilla Alfieri: “C’è poco da dire, se non che il livello medio è pazzesco! Un bene sicuramente per tutta la Coppa del Mondo maschile, ma non è una novità. Personalmente mi è piaciuta di più la seconda manche rispetto alla prima, nonostante la copiosa nevicata. Tanta tecnica, rischi presi da parte di tutti gli atleti altrimenti non fai nemmeno la run decisiva: così alla fine ci si diverte per forza”.
Shiffrin ha raggiunto quota 41 vittorie in slalom, Stenmark si “fermò” a 40. E’ giusto paragonare due atleti (per altro di sesso diverso) appartenenti a epoche così lontane, fra loro?
V: “E’ giusto farlo, ma solo perché ora è l’americana la più grande slalomista della storia, almeno in rapporto ai successi ottenuti in Coppa del Mondo. Questo in realtà è solo un piccolo step per lei, è già pronto un altro record da battere e sono abbastanza sicuro che supererà le 100 vittorie nel circuito maggiore. Il dato che personalmente mi lascia basito è un altro: Mikaela ha ottenuto 41 vittorie su 50 podi raggiunti in slalom. E’ qualcosa di incredibile, assurdo. Lì sta la sua vera grandezza: arriva in fondo e vince, punto. Certo, anche Noel tra i maschi, dove la concorrenza è ben diversa come detto, è partito nella stessa scia: 5 podi con quello di ieri, e tre vittorie. Mi ha stupito Vlhova perché la davanti al 70% di forma, ma evidentemente era ed è più avanti. In ogni caso secondo me avrebbe vinto comunque Shiffrin anche senza l’errore della slovacca. Tornando al paragone Stenmark-Shiffrin, ovvio che sci maschile e femminile siano quasi due sport diversi, ma ci sta comunque visto che parliamo dei due massimi interpreti dello slalom, nella storia. Se guardiamo i numeri è così“.
A: “Domanda complessa. Non so effettivamente quanto senso possa avere paragonare vittorie ottenute in epoche così lontane. E’ come paragonare, per dire, Giacomo Agostini con Valentino Rossi nel Motomondiale o i vari tennisti tra di loro. Sono ere troppo diverse. E’ chiaro che i numeri di Shiffrin restano davvero importanti, ma li guarderei sotto un’altra ottica: è il rapporto età-numeri che, nella sua singolarità, dà la vera misura del fenomeno Shiffrin. Sta battendo un record dopo l’altro, sì, ne batterà ancora tanti, ma lo sta facendo a 24 anni o l’ho già fatta anche da più piccina. E’ questo il dato clamoroso, più che il confronto con un fenomeno maschile del passato come Stenmark“.
Perché esiste tale differenza di livello ‘medio’ tra ragazze e ragazzi nello sci?
V: “E’ così un po’ in tutte le discipline dello sci e persino in altri sport. Nell’alpino tra le donne troviamo 2-3 fenomeni in slalom, 5-6 in gigante, 4-5 tra discesa e superG e basta; le altre rimangono molto distanti dal vertice. In velocità al maschile possono vincere in 15, andate un po’ a guardare il campo partenti. I dati sono questi e possono essere letti in due modi: o i fenomeni al femminile sono davvero bravi bravi, oppure, ed è la mia interpretazione, semplicemente trattasi di un livello medio moto più alto nel maschile. In altre parole, non ci sono 2-3 atleti che fanno un altro sport, ma in tanti possono giocarsi anche il primo gradino del podio. Il discorso secondo me è legato anche alla fisicità, ovviamente più marcata al maschile, e alla capacità di andare oltre i propri limiti in velocità senza paura, aspetto magari più diffuso tra i ragazzi in maniera naturale. Certamente questo fa sì che a livello femminile esistano ancora le polivalenti o quanto meno atlete in grado di vincere in tre specialità; tra i maschi, invece, al momento nessuno può pensare di vincere in gigante, superG e discesa. In futuro, forse, potrà farlo Odermatt, ma non è così scontato. E con gli uomini nessuno può permettersi in questa stagione di sciare al 70-80%, come a volte faceva Hirscher fino all’annata scorsa. Devi tirare a tutta altrimenti non fai risultato e lo dimostra proprio ieri Kristoffersen: ha spinto al massimo dall’inizio alla fine “.
A: “Qui la risposta è relativamente semplice e mi spiego. Quando in uno sport di fisico e tecnica come lo sci maschile in questo momento ti trovi ad affrontare gare con un livello medio così alto, inevitabilmente non hai alternative: o azzecchi la gara perfetta e devi tendere a quello, o se commetti anche solo un errore sei fuori dai giochi. O sei fuori dalla seconda manche, Pinturault docet. A livello femminile non è così: esiste un gap tra due, massimo tre atlete, e le altre. Questo fa sì in realtà che ci siano tante possibilità per tutte. La differenza maggiore è proprio questa e in passato a Levi ho visto distacchi persino più bassi tra il primo e il trentesimo classificato al termine della prima manche, nello slalom maschile. Fate un po’ voi..”.
Cosa ne pensate delle gare di Alex Vinatzer e Martina Peterlini in chiave azzurra?
V: “Peterlini ha dimostrato di essere brava. Certamente ha sciato meglio nella prima, poi dopo forse ha voluto un po’ arrivare, ma ci sta. Ha un fisico particolare è vero, con leve più lunghe della media, ma nello sci moderno non credo sia un problema, anzi. Vlhova ha un fisico possente e vince, orse viene aiutata maggiormente dalla sua potenza, più che dall’altezza. E tra i maschi i giovani sono tutti abbastanza alti, vedi Noel. Vinatzer mi è piaciuto, ha margine, ha commesso dei piccolo errori, poteva togliere 3-4 decimi al suo tempo e sarebbe magari entrato nei primi dieci. Al momento il suo livello è quello, tra il decimo e il 15esimo posto. Poi se fa una bella gara può entrare tranquillamente nei primi cinque. Moelgg alla grande nella prima manche, poi magari ha voluto ‘strafare’. Ma bravo!”.
A: “Bisogna fare un distinguo importante tra i due: Alex Vinatzer, partendo comunque già tra i primi 30 della start list, doveva “dimostrare” di poter andare forte e lo ha fatto. Ha una sciato decisamente moderna e piace molto per questo. Peterlini brava: a lei si chiedeva solo la qualificazione alla seconda manche, era l’atleta su cui un po’ tutti puntavano visti i risultati degli allenamenti ed è arrivata. Ecco, resta da migliorare per me la gestione della seconda manche da parte di chi è alle ‘prime volte’: va benissimo arrivare e tra l’altro nel caso dell’Italia è stato ‘creato’ un posto in più in vista della prossima gara in slalom (e non fa mai male, anzi) ma senza scordarsi di attaccare. Ovviamente ci si arriverà con l’esperienza. Però Peterlini ha lasciato una bella impressione“.
Gli atleti che vi hanno stupito o colpito di più a Levi, al di là dei nomi già noti?
V: “A Sölden avevo parlato con lo skiman di Jakobsen, che è italiano, e mi aveva detto: “Ogni tanto va veramente forte in slalom”. Beh, alla faccia! Lo svedese ha tirato fuori una seconda manche “spaziale”. E’ l’emblema dei giovani attuali: piede giù sempre a tutta, senza paura, hanno grande voglia di fare e di farsi vedere. A livello femminile è andato tutto secondo programma: il mio pronostico pre-gara recitava Shiffrin-Vlhova-Holdener e senza l’errore di Petra forse lo azzecco pure!“.
A: “I croati sono tornati e… fa anche rima: ne hanno quattro che sciano veramente bene, questo significa che dietro esiste un imprinting di un certo tipo, alla base. Poi mi ha impressionato ovviamente Jakobsen, davvero bravissimo. Altri exploit particolari non ne ho visti. A livello femminile va detto che le austriache, in difficoltà in gigante, in slalom sono tante e tutte sciano davvero bene“.
Nel prossimo weekend si gareggia a Killington, con le donne, e Lake Louise per gli uomini. E’ possibile attendersi la prima vittoria azzurra nella Coppa del Mondo 2019-2020?
V: “Sì, Paris parte per vincere sia in discesa sia in superG, so che sta molto bene. Ma… la gara è gara, nessuno ti regala niente quindi non si può dare niente per scontato. A livello femminile il gigante è tosto, vincere è più difficile, Brignone però vale il podio. E se scia come un anno fa…”.
A: “Le ragazze italiane hanno sempre fatto bene a Killington, segno che trattasi di pista gradita, che piace molto. Se la neve sarà barrata e quindi compatta, può uscir fuori qualcosa di interessante per le azzurre. Ovviamente Paris può fare bene, la pista di Lake Louise si adatta perfettamente a Domme. Dietro di lui l’infermeria è piena, in questo momento gli altri maschi sono costretti a recuperare da infortuni o acciacchi vari. Serve un po’ di pazienza. In assoluto, esistono buone chance per ottenere i primi podi, il che già mi sembra molto importante”.
LE PUNTATE PRECEDENTI
Prima puntata: il pre-Coppa del Mondo
Seconda puntata: l’analisi post-Soelden
Terza puntata: l’avvicinamento a Levi
gianmario.bonzi@gmail.com
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