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Ginnastica artistica, Europei 2019: le pagelle dell’Italia, i voti dei 10 azzurri. Alice D’Amato e Marco Lodadio, medaglie di lusso

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Si sono conclusi gli Europei 2019 di ginnastica artistica, l’Italia è stata grande protagonista alla Netto Arena di Stettino: 2 medaglie conquistate (una per sesso: un argento e un bronzo, non accadeva dal 2013), 8 finali di specialità (5 maschili e 3 femminili, non capitava dal 2007). Di seguito le pagelle degli azzurri scesi in pedana in Polonia.

ALICE D’AMATO: 10. Conquista una spettacolare medaglia di bronzo alle parallele asimmetriche, da autentica outsider della vigilia fa saltare il banco e riporta il tricolore sul podio continentale dopo cinque anni di digiuno: è riuscita in un’autentica impresa mettendosi in luce per personalità, caparbietà, tenacia, eleganza e linee sugli staggi. Impressionante il quarto posto nel concorso generale individuale, sublime il sigillo nella finale di specialità a coronare una settimana da sogno: a volte, sbagliando, si parla di lei come la gemella di Asia o la compagna di Giorgia ma in realtà è una gran ginnasta che è esplosa definitivamente in questa occasione dopo due brutti infortuni che avrebbero addirittura rischiato di compromettere la sua attività agonistica. Si riparte da qui, da quel 14.400 (6.0 il D Score), da quel podio e da quelle lacrime di gioia: questi Europei devono essere solo un punto di partenza, un trampolino di lancio verso grandi traguardi.

ASIA D’AMATO: 8. Conquista con personalità la finale di specialità al volteggio e arriva ad appena 8 centesimi dal podio dando praticamente il massimo e facendo capire di avere ancora notevoli margini di miglioramento (in diverse occasioni abbiamo ammirato un doppio avvitamento migliore di quello visto in finale, si è sempre distinta per l’ampiezza del suo volo e per la qualità dell’atterraggio). La genovese ha superato brillantemente l’esame, le si era chiesto di accedere all’atto conclusivo e ha sbrigato la pratica con grandissima disinvoltura andando poi ad accarezzare una medaglia che sarebbe stata eccezionale, un segno di continuità con l’oro vinto lo scorso anno tra le juniores (ma non bisogna dimenticare che tra le under 16 si possono eseguire due salti della stessa famiglia). E che efficienza anche sui quattro attrezzi…

GIORGIA VILLA: 7,5. La febbre, i problemi al piede e l’infortunio a un dito devono avere un certo peso sul giudizio che viene dato alla bergamasca. Fino a cinque settimane fa si pensava che la 16enne potesse presentarsi all’appuntamento per salire sul podio all-around e per lottare per altre medaglie, poi purtroppo la sorte le si è accanita contro e l’ha costretta a rivedere il cammino d’avvicinamento all’evento a cui si è presentata in condizioni fisiche tutt’altro che ottimali. Nonostante questo è riuscita a qualificarsi alla finale alla trave col miglior punteggio, a concludere il concorso generale al sesto posto e a mostrare sprazzi importanti del suo talento: al top della forma avrebbe tranquillamente racimolato 55 punti per vincere una medaglia sul giro completo, peccato per le due cadute nell’atto conclusivo sui 10 cm ma siamo certi che si rifarà nelle prossime occasioni.

ELISA IORIO: 5. La sua gara in qualifica è stata sottotono, l’emiliana è capace di ben altre prestazioni e proprio per questo motivo dispiace che non sia riuscita a mettersi in luce in questa occasione: non esegue il dty al volteggio perché sbaglia la rincorsa, commette degli errori gravi alle parallele, al corpo libero non si distingue. La 16enne è ben consapevole dei suoi mezzi, questo non è il suo valore: bisognerà fare tesoro di questa gara, resettare e ripartire verso i prossimi appuntamenti perché ha tutti i mezzi per poter emergere nei contesti più importanti.

MARCO LODADIO: 10. L’Italia ha trovato la sua garanzia, l’uomo che non delude mai: bronzo ai Mondiali, argento agli Europei, manca solo il sigillo alle Olimpiadi e la corsa verso Tokyo 2020 è già partita. Il laziale era chiamato a salire sul podio agli anelli e ha centrato l’obiettivo con grande risolutezza, eseguendo un esercizio dal grande respiro tecnico (6.3 il D Score) con il piglio dei giorni migliori: semplicemente impeccabile, il suo 14.966 è vertiginoso e vale un alloro sacrosanto. Il Cavaliere del Castello non si ferma più, ora bisogna continuare a lavorare e a seguire questa strada: non ci sono limiti per l’azzurro che ci ha riportati sul podio continentale dopo quattro anni di digiuno.

NICOLA BARTOLINI: 8. Disputare due finali di specialità agli Europei non è cosa da tutti i giorni. Al grande rientro in Nazionale è sembrato maturo, preciso, puntuale, concreto: i passi in avanti mostrati negli ultimi mesi sono evidenti. Ottavo al corpo libero, sesto al volteggio a un decimo dal podio: il sardo può ritenersi ampiamente soddisfatto, si deve ripartire da qui e crescere ulteriormente.

CARLO MACCHINI: 7,5. Quarto alla sbarra alle spalle di colossi come Zonderland, Srbic e Dalaloyan. Il 23enne è entrato in una nuova dimensione e lo ha fatto con pieno merito, mostrando una grande qualità nei suoi esercizi: è giovane, può crescere ancora e questa finale ha certificato la bontà del lavoro svolto.

NICOLÒ MOZZATO: 7. Al debutto in Nazionale maggiore centra subito l’accesso alla finale all-around e la conclude a ridosso della top ten. L’anno scorso vinse l’oro nel concorso generale individuale tra gli juniores, non ha tremato tra i grandi e si conferma un buon prospetto molto continuo e poco falloso. Potrà togliersi delle soddisfazioni.

LUDOVICO EDALLI: 7. Il nostro all-arounder che non delude mai, concreto sul giro completo e bravo anche a entrare in finale alla sbarra. Un ragazzo su cui si può sempre fare affidamento e che centra sempre l’obiettivo.

MARCO SARRUGERIO: 6. L’unico azzurro a non accedere a delle finali, prestazioni comunque discrete e confortanti: è stato chiamato in causa e ha risposto presente senza deludere le aspettative.

 

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Foto: Alessia Lunghi

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