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Atletica, Europei 2018: IL PAGELLONE dell’Italia. Sempre più a picco: Tortu sottotono, Vallortigara manca, 4 bronzi non bastano

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L’Italia esce con le ossa rotta dagli Europei 2018 di atletica leggera con appena 4 bronzi conquistati (oltre a un oro e un argento nelle gare a squadre di maratona). Di seguito le pagelle degli azzurri di punta impegnati a Berlino.

ANTONELLA PALMISANO: 7. La pugliese conquista la medaglia di bronzo nella 20 km di marcia ma era lecito aspettarsi addirittura qualcosa di più da una ragazza che lo scorso anno era salita sul podio ai Mondiali. Disputa una buona prova ma nel finale crolla fisicamente e si deve accontentare, ammettendo che non si era preparata nel migliore dei modi perché distratta dai preparativi per il matrimonio. A Tokyo 2020 bisognerà cercare il colpaccio.

YEMAN CRIPPA: 8,5. La nota più piacevole di questi Europei. La stagione del trentino d’adozione era stata eccellente ma in pochi avrebbero scommesso sulla sua esplosione nel momento clou e invece non ha deluso le aspettative: bronzo sui 10000 metri e quarto posto sulla mezza distanza mettendo sempre in pista tanto cuore e forza di volontà.

YOHANES CHIAPPINELLI: 8. Strepitoso bronzo sui 3000 metri siepi, contro ogni pronostico. L’azzurro si è distinto per il suo ardore, è andato in fuga in batteria e in finale non si è tirato indietro cogliendo un risultato inaspettato.

YASSINE RACHIK: 8. La medaglia che non ti aspetti, quella impronosticabile e che arriva in coda nel momento più complicato. Il ragazzo di origini marocchine disputa una maratona con i fiocchi e conquista un bronzo pesantissimo che dà morale: ha letto benissimo la gara e si è consacrato con merito, lavorando ancora può togliersi delle soddisfazioni importanti.

FILIPPO TORTU: 5. Ha deluso le aspettative della vigilia, questo è innegabile. Tutti si attendevano delle prestazioni da urlo da parte del 20enne dopo il roboante 9.99 di Madrid e invece il brianzolo non è parso in forma: quinto posto sui 100 metri con un podio alla sua portata, sottotono anche nelle batterie della staffetta poi squalificata. Un passo indietro importante, bisognerà risalire rapidamente.

ESEOSA DESALU: 8. Lo strepitoso 20.13 corso sui 200 metri è una delle migliori cartoline arrivate da Berlino. Il lombardo ha dato il massimo in finale concludendo al sesto posto, è diventato il secondo italiano di sempre sul mezzo giro di pista dietro solo al mito Pietro Mennea. Questi Europei devono essere un trampolino di lancio.

GIANMARCO TAMBERI: 6. Gimbo sta cercando di tornare quello dei giorni migliori, quello che due anni fa sfiorava 2.40 e vinceva Mondiali indoor ed Europei. Il marchigiano sta recuperando dall’infortunio, qualche lampo del suo talento si è vista e per un soffio non ha preso la medaglia nel salto in alto. Si riparte da qui sperando in un futuro decisamente migliore.

ELENA VALLORTIGARA: 4. Dal volo a 2.02 di poche settimane fa a un’eliminazione in qualifica non riuscendo a saltare 1.90: dalle stelle alle stalle. La veneta era tornata alla ribalta dopo otto anni difficili ma nell’evento più importante si è eclissata.

LIBANIA GRENOT: 2. L’ultima frazione della 4×400 metri è stata uno dei punti più bassi per i nostri colori in questa rassegna continentale. La Panterita aveva ricevuto il testimone in seconda posizione e poteva addirittura lottare per la vittoria, invece è finita giù dal podio spegnendosi progressivamente. Ha mancato la finale individuale dopo due trionfi consecutivi, dichiarazioni post-gara fuori luogo.

ALESSIA TROST: 5. Agguanta sì la finale superando 1.90 ma poi nell’atto conclusivo non riesce mai a essere in partita. Il ritorno a grandi livelli è sempre più problematico, il lavoro con coach Tamberi non sta rendendo come ci si aspettava: ora bisogna porsi dei seri interrogativi in ottica futuro.

MASSIMO STANO: 8. L’Italia ha scoperto un nome nuovo nella marcia. Già terzo in Coppa del Mondo pochi mesi fa, il pugliese ha ribadito di poter essere un ottimo prospetto nelle gare che contano e ha chiuso ai piedi del podio, a un solo secondo dalla medaglia di bronzo. Può regalarci delle soddisfazioni, ottima la sua presenza in gara e la capacità di leggere le varie situazioni.

MARCEL JACOBS, DAVIDE MANENTI, ANDREW HOWE: 5. Sono tutti fuori forma, arrivati non al meglio all’evento clou. Jacobs si era spinto fino a 10.08 e qui è stato solo una comparsa, Manenti lontano dai suoi standard, Howe arrivato in rincorsa ma non ha ancora nelle corde i 200 dei bei tempi.

MATTEO GALVAN e DAVIDE RE: 6-4. I nostri due 400centisti di punta hanno avuto un rendimento opposto con Galvan che è rientrato bene e Re regredito rispetto ai Giochi del Mediterraneo. Nel complesso non possiamo ritenerci soddisfatti.

YADISLEIDY PEDROSO: 5. La medaglia sui 400 metri ostacoli era assolutamente alla portata ma non corre una finale all’altezza delle aspettative, sbaglia i tempi e dice addio ai sogni di gloria. Questa era una ghiottissima occasione per l’italo-cubana che manca ancora l’appuntamento con l’evento più importante della stagione.

AYOMIDE FOLORUNSO: 5,5. La media tra una cocente eliminazione nelle semifinali dei 400 metri ostacoli (4) e due buone frazioni con la staffetta del miglio (7). Ma ci si aspettava un guizzo in più…

ISABEL MATTUZZI: 7. Seconda italiana di sempre sui 3000 metri siepi: questa deve essere una base di partenza.

SIMONE CAIROLI: 7. L’Italia ha finalmente un nome anche nel decathlon: a suon di personali e prestazioni importanti ha chiuso in top ten e ha sfiorato gli 8000 punti. Per sei prove ci ha fatto sognare anche un podio impossibile.

ELEONORA GIORGI: 5. Arriva l’ennesima squalifica. Il problema tecnico è davvero importante per la brianzola che ancora una volta non riesce a terminare la gara. Bisogna analizzare seriamente la situazione.

SARA DOSSENA: 5,5. Si poteva attendere un colpaccio dopo il sesto posto nella Maratona di New York, ci prova per metà gara poi il passo delle avversarie è insostenibile. Chiude in sesta posizione.

DAISY OSAKUE: 8. Finita sotto i riflettori dopo l’aggressione subita a Moncalieri, la discobola si è esalta agli Europei e ha chiuso al quinto posto andando vicinissima al personale. Oltre le più rosee aspettative, la nota più bella del settore dei lanci letteralmente sparito.

STAFFETTE: 5. 4×100 maschile squalificata, 4×400 femminile accreditata delle medaglie e lontanissima dal podio. Non bastano le finali della veloce donne e del miglio uomini per ottenere la sufficienza.

VELOCISTE: 5. Purtroppo Irene Siragusa e Anna Bongiorni sono solo delle comparse in un contesto di questo livello.

 

Analizzando più nel profondo emergono una crisi cronica dei lanci (esclusa Osakue), delle difficoltà importanti nei salti (tripliste deludenti, la finale di Kevin Ojiaku nel lungo è poca cosa, l’eterno capitano Fabrizio Donato non può durare per sempre) e anche negli ostacoli (Lorenzo Perini a parte, bravo a sfiorare la finale nei 110). Fondo e mezzofondo hanno lanciato dei segnali, nella velocità dipendevamo da Tortu, su strada rimaniamo ancora a galla (non male nemmeno Marco De Luca nella 50 km).

 





Foto: FIDAL/Colombo

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