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Atletica, Mondiali 2017 – IL PAGELLONE DELL’ITALIA: sfilza di bocciature. Palmisano Reginetta, Meucci al top, Tamberi e Tortu promossi, Lingua emozionante

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LIBANIA GRENOT: 4. Una delle prestazioni peggiori della carriera per la Panterita, davvero irriconoscibile in staffetta. Parte bene in terza frazione, poi si spegne e l’Italia vede sfumare il sogno della finale con la staffetta del miglio, peraltro già raggiunta alle Olimpiadi di Rio 2016. La due volte Campionessa d’Europa

MARZIA CARAVELLI: 4. Eliminata in batteria sui 400m ostacoli (56.92), probabilmente arrivata con qualche anno di ritardo al giro di pista con barriere. Lontana dalla Caravelli dei giorni migliori.

ERIKA FURLANI: 4. Proprio non ci siamo. Esce con un mesto 1.80 dopo che in stagione aveva superato 1.92. La controprestazione nel momento più importante. Preparazione da rivedere in vista del futuro, è molto giovane ma deve prontamente riscattarsi.

SIMONE FALLONI: 4. Un desolante 69.90, misura davvero modestissima per un Mondiale. L’azzurro in stagione si era spinto anche oltre i 75 metri con il suo martello. Vero che le qualifiche si sono svolte sotto un acquazzone ma quel lancio è stato davvero non all’altezza del contesto.

 

YUSNEYSI SANTIUSTI: 4. Prestazione anonima sugli 800m dove corre un pessimo 2:02.75, tempo due secondi sopra lo stagionale e assolutamente non all’altezza della sua caratura. Non si qualifica alla semifinale, davvero obiettivo minimo alla vigilia.

KEVIN OJIAKU: 4. In stagione era volato addirittura a 8.20, si presenta all’appuntamento più importante e non riesce ad andare oltre 7.82. L’atleta stesso era desolato per la sua prestazione e per la mancata capacità di alzare l’asticella dopo la prima prova. E dire che la finale era lontana soltanto nove centimetri. Controprestazione importante.

MARGHERITA MAGNANI: 4. I 1500m non sono la sua specialità ed è stata lei stessa a dichiararlo al termine dell’eliminazione in batteria. Ora punterà al fondo, la sua gara chiusa in 4:09.15 non si è dimostrata all’altezza di un contesto internazionale ma per passare il turno le serviva pedalare in 4:05.8, fuori dalla sua portata.

FRANCESCA BERTONI: 4. Si è qualificata con i target numbers, il contesto era oggettivamente troppo competitivo per il suo livello medio. Ci si aspettava che però scendesse almeno sotto i 10 minuti e si avvicinasse al suo personale…

 

ABDOULLAH BAMOUSSA e YOHANNES CHIAPPINELLI: 4. Il loro destino è praticamente lo stesso: corrono in tempi alti (8:34.86 e 8:36.48), lontani dai propri personali e dalla qualificazione alla finale dei 3000m siepi.

GLORIA HOOPER e IRENE SIRAGUSA: 4. Escono con degli altissimi 23.51 e 23.73, tempi che hanno poco a che fare con un Mondiale. Non all’altezza della situazione sui 200m.

STEFANO LA ROSA: 4. Non ha terminato la Maratona, fuori condizione.

LORENZO VERGANI: 4. Passare un turno non era forse un obiettivo plausibile ma certamente lo era correre più veloce di 50.37, tempo davvero troppo alto in una stagione discreta fino all’appuntamento clou.

LAURA STRATI: 4. Va bene che quella sera la pedana era bagnata ma lo era anche per le altre ragazze. Saltare soltanto 6.21m è davvero troppo poco, tra l’altro in una stagione in cui aveva ben figurato. La finale si acciuffava con 6.46. Occasione sciupata.

MATTEO GIUPPONI: 4. Purtroppo è stato una mesta comparsa: 48esimo (1h25:20) nella 20km di marcia, piazzamento e tempo che non rispecchiano le attese della vigilia e le potenzialità dell’atleta.

MICHELE ANTONELLI: 4. Non è mai stato in gara e si è ritirato poco dopo il 45esimo chilometro. Prestazione davvero sottotono dell’azzurro, terzo in Coppa Europa ma questa volta davvero fuori dal contesto.

 

(Foto di FIDAL COLOMBO/FIDAL)

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1 Commento

1 Commento

  1. lorenzo333

    14 Agosto 2017 at 15:22

    Un’Italia che ormai da minimo vent’anni nell’atletica mondiale non conta quasi piu’ nulla , ma questa volta si e’ toccato proprio il fondo. Fino a qualche anno fa reggeva l’alibi che gli altri hanno molti atleti di colore i quali piu’ predisposti da madre natura per molte discipline, ora da qualche anno in nazionale gli atleti di colore c’e’ li abbiamo anche noi , eccome se c’e ne abbiamo , ma purtroppo i risultati non cambiano , quindi caduti tutti gli alibi ora scuse non c’e’ ne sono piu’ . Il problema e’ semplicemente tecnico , non abbiamo la gente giusta che sappia spronare al meglio il giovane atleta ed anche probabilmente un problema di organizzazione .
    Probabilmente alle prossime olimpiadi e ai prossimi mondiali si fara’ meglio , ma solo per il fatto che peggio di questa volta veramente e’ molto difficile fare; l’Italia e# stata semplicemente una mosca bianca

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