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Atletica, Mondiali 2017 – IL PAGELLONE DELL’ITALIA: sfilza di bocciature. Palmisano Reginetta, Meucci al top, Tamberi e Tortu promossi, Lingua emozionante

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JOSE’ BENCOSME: 5,5. Ritornava a Londra a cinque anni di distanza dalla sua unica esperienza olimpica, recuperato dopo diverse stagioni tribolate e una serie infinita di infortuni. Raggiunge la semifinale dei 400m ostacoli, oggettivamente il traguardo minimo e ampiamente alla portata, ma nella gara decisiva non tira fuori la cattiveria giusta, correndo in un alto 50.29. Serviva un guizzo in più, speriamo che questa tappa sia l’inizio della rinascita.

AYOMIDE FOLORUNSO: 5,5. Luci e ombre per uno dei nostri migliori talenti che in prospettiva potrebbe provare a dire la sua. Arrabbiatissima in zona mista dopo una semifinale non all’altezza, in batteria aveva però realizzato lo stagionale (una delle poche italiane a riuscirci) e si era spinta a soli 15 centesimi dal personale. In staffetta era lecito aspettarsi di più ma in ultima frazione non riesce a rimontare sulle Nazioni che la precedono e la 4x400m rimane fuori dalla finale. Ampi margini di miglioramento ma ci sono diversi aspetti da rivedere.

GIORGIO RUBINO: 5,5. Veniva da un momento davvero tutto particolare, chiude la 20km in 16esima posizione (1h20:47): sono risultati non all’altezza di quello che è stato Giorgio (tra l’altro ieri ha ricevuto il bronzo “postumo” di Berlino 2009 causa squalifica altrui per doping) però cogliamo il risultato in maniera positiva, come se avessimo ritrovato un uomo più che un atleta. Lo aspettiamo però agli Europei: è l’ultimo treno per fare un risultato di spessore. Rimandato.

 

ELEONORA GIORGI: 5. Dopo un anno difficile, con le squalifiche di Roma e di Rio 2016 che hanno preceduto un intervento, è riuscita finalmente a concludere una gara ma un 14esimo posto in 1h30:34 non può certamente soddisfare la primatista italiana. Prestazione e futuro sono tutti da valutare.

MARIA BENEDICTA CHIGBOLU: 4,5. Una ragazza del suo calibro non può correre i 400m in 53.00, un tempo davvero troppo alto anche perché con tre decimi in meno avrebbe passato il turno in una batteria non eccezionale. Si riscatta lievemente con una buona frazione d’apertura in staffetta ma non può bastare.

YADISLEIDY PEDROSO: 4. In stagione ci aveva fatto ben sperare, aveva corso il secondo tempo della carriera e sembrava essere in palla per lottare per l’ingresso in finale. Nell’appuntamento che conta, però, la primatista italiana si imballa totalmente e va in grandissima crisi. Accede alle semifinali per il rotto della cuffia e corre in un altissimo 55.95. Lei stessa è incredula del risultato anche perché sarebbe bastato un accessibilissimo 55.3 per staccare il pass. Non riesce a darsi spiegazioni, ma la delusione è davvero tantissima.

ALESSIA TROST: 4. L’atleta è purtroppo entrata in una spirale negativa e fatica a risalire la china. Della ragazza che quattro anni fa saltò due metri e che da giovane dominava le gare battendo a ripetizione Mariya Kuchina sembra essere rimasto poco o nulla. L’ultimo anno è stato davvero complicato con la perdita della mamma, il trasferimento alla corte di Marco Tamberi, la perdita di alcuni chili e il cambio della tecnica. La friulana non è riuscita a risorgere nella gara più importante, incapace di superare la modesta misura di 1.92. Purtroppo la bocciatura è sonora considerando anche le aspettative della vigilia.

 

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1 Commento

1 Commento

  1. lorenzo333

    14 Agosto 2017 at 15:22

    Un’Italia che ormai da minimo vent’anni nell’atletica mondiale non conta quasi piu’ nulla , ma questa volta si e’ toccato proprio il fondo. Fino a qualche anno fa reggeva l’alibi che gli altri hanno molti atleti di colore i quali piu’ predisposti da madre natura per molte discipline, ora da qualche anno in nazionale gli atleti di colore c’e’ li abbiamo anche noi , eccome se c’e ne abbiamo , ma purtroppo i risultati non cambiano , quindi caduti tutti gli alibi ora scuse non c’e’ ne sono piu’ . Il problema e’ semplicemente tecnico , non abbiamo la gente giusta che sappia spronare al meglio il giovane atleta ed anche probabilmente un problema di organizzazione .
    Probabilmente alle prossime olimpiadi e ai prossimi mondiali si fara’ meglio , ma solo per il fatto che peggio di questa volta veramente e’ molto difficile fare; l’Italia e# stata semplicemente una mosca bianca

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