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Editoriali

Pagellone 2016: tutti i voti allo sport italiano! Tiro a volo inarrivabile, bene il judo. Atletica e basket gravemente insufficienti

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Quattro senza-canottaggio-foto mimmo perna

Canottaggio: 7. Quattro finali olimpiche e due medaglie di bronzo con quattro senza (Matteo Castaldo, Matteo Lodo, Domenico Montrone e Giuseppe Vicino) e due senza (Giovanni Abagnale e Marco Di Costanzo). Il canottaggio tricolore non ha deluso a Rio. Lo ha fatto grazie allo splendido lavoro del settore di punta senior, capace di ritornare sul podio a cinque cerchi dopo 12 anni. Un gruppo giovane con età media di 24,8 che, nonostante i cambiamenti di formazione dell’ultimo minuto, è riuscito a farsi trovare pronto nell’appuntamento più importante. Rimangono a bocca asciutta pesi leggeri e coppia, quest’ultima sempre sul podio da Seoul 1988. La medaglia per Romano Battisti e Francesco Fossi non era prevista alla vigilia e il quarto posto carioca si è rivelato la miglior perfomance stagionale. Bravi anche Stefano Oppo, Martino Goretti, Livio La Padula e Pietro Ruta. Il quattro senza pesi leggeri ci ha fatto sognare vincendo batterie e semifinali ma il quarto posto resta comunque un grande risultato. Chi ha deluso è stato il doppio pesi leggeri di Marcello Miani e Andrea Micheletti, gli unici sotto le attese con una gara anonima. Non ci si poteva aspettare di più infine dal settore femminile. Le due barche che hanno partecipato a Rio dovranno essere un trampolino di lancio per Tokyo 2020, rassegna olimpica in cui saranno presenti sette barche al via.

Canoa velocità: 6. Il voto come sempre comprende sia il settore maschile che quello femminile. Lo scorso anno il mancato raggiungimento di pass olimpici ai Mondiali di Milano aveva pesantemente segnato il giudizio sugli uomini. L’abbuffata di barche qualificate per Rio attraverso le gare di Duisburg e gli scandali doping non può che premiare un settore che ha visto la conquista di ben tre finali olimpiche. Storico il risultato di Carlo Tacchini, capace di riportare una barca azzurra al vertice della canadese 56 anni dopo l’argento nel C2 1000m di Aldo Dezi e Francesco La Macchia. Straordinari Giulio Dressino-Nicola Ripamonti, in grado di cancellare un inizio di stagione sottotono con un sesto posto che rilancia la grande tradizione italiana nel K2 1000. Immenso Manfredi Rizza che con una partenza migliore avrebbe persino potuto portare l’Italia sul podio del K1 200. Lo sprinter pavese nel 2016 è l’azzurro che ha più impressionato, vincendo tra l’altro la tappa di Coppa del mondo di Duisburg. Rimandato per l’ennesima volta invece il settore femminile, troppo lontano dal resto del mondo per poter ambire a qualcosa.

Canoa slalom, 6. Come i cugini della velocità, anche qui bisogna fare delle distinzioni. Nel kayak l’Italia non ha ripetuto il trionfo di Daniele Molmenti a Londra 2012 ma ha comunque dimostrato di avere un movimento florido. Giovanni De Gennaro si è preso il pass a cinque cerchi battendo proprio il campione olimpico in carica. La top ten raggiunta dal bresciano a Rio è senza dubbio un risultato di spessore, al quale bisogna aggiungere la finale agguantata da Stefanie Horn nel K1 femminile. Non va dimenticata nemmeno la storica doppietta Di Gennaro-Molmenti nella tappa di Coppa del mondo di Ivrea. Qualcosa è mancato invece nella canadese. Un vero peccato il mancato raggiungimento di pass olimpici, soprattutto nella canadese biposto con Pietro Camporesi e Niccolò Ferrari incapaci di strappare un biglietto pienamente alla loro portata. Il 2016 è stato l’anno anche del quinto posto di Roberto Colazingari nel C1 in Coppa del Mondo ad Ivrea. Un risultato che speriamo sia il primo di una lunga serie per il canoista originario di Subiaco, tra i grandi della specialità dopo gli svariati titoli giovanili.

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