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Editoriali

Pagellone 2016: tutti i voti allo sport italiano! Tiro a volo inarrivabile, bene il judo. Atletica e basket gravemente insufficienti

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Zaytsev e Juantorena esultano Pier Colombo

Pallanuoto: 9. Le calottine azzurre non si beccano un bel 10 e lode solo perché è mancato l’oro olimpico, il non plus ultra, ma il 2016 è stata un’annata assolutamente da ricordare, che ha certificato ulteriormente l’ottimo stato di salute dell’intero settore-waterpolo nostrano. Doppia medaglia olimpica: mai successo dal 2000 (anno in cui la pallanuoto in rosa ha fatto la sua comparsa ai Giochi) ad oggi. Ma c’è di più. La combo a cinque cerchi argento Setterosa-bronzo Settebello ha rappresentato anche la prima doppietta di due squadre italiane nello stesso sport, nell’intera storia delle Olimpiadi. Se a tutto ciò ci aggiungiamo anche il bronzo europeo conquistato dalle ragazze guidate dal faro Fabio Conti, la proficua sinergia tra le Nazionali giovanili e quelle maggiori (l’accoppiata vincente Conti-Zizza ne è l’emblema) ed il graduale, intelligente, imprescindibile ricambio generazionale avviato subito dopo la spedizione brasiliana, possiamo tranquillamente individuare nel 2016 pallanuotistico italiano un punto d’arrivo e di partenza, allo stesso tempo, per successi internazionali sempre più prestigiosi.

Volley (maschile): 8,5. L’Italia ha scaldato tutta la Nazione. Alle Olimpiadi è nata la volley mania, tutto il Paese è impazzito per i ragazzi di Chicco Blengini che si sono resi protagonisti di una cavalcata palpitante ed emozionante al Maracanazinho.
La chiave di svolta nella semifinale giocata contro gli USA: sotto 2-1 e spalle al muro, il turno in battuta di Ivan Zaytsev è entrato nella leggenda dello sport italiano: 4 aces consecutivi per stendere emotivamente la formazione stelle e strisce e proiettare gli azzurri verso la Finalissima contro il Brasile. Per la terza volta nella nostra storia ci trovavamo a lottare per l’oro: dopo la beffa di Atlanta 1996 quando la Generazione dei Fenomeni si dovette arrendere all’Olanda e dopo l’impossibile missione di Atene 2004 (quei verdeoro erano inarrivabili per noi), questa volta sembrava quella buona.
I padroni di casa non sembravano una corazzata, avevano faticato a imporsi nel girone eliminatorio (qualificazione arrivata all’ultimo giornata nello spareggione contro la Francia che a sua volta polemizzò con l’Italia per il presunto biscotto confezionato contro il Canada). L’Italia si è un po’ sciolta sul più bello, due episodi girati male e addio sogni d’oro.
Lo Zar è diventato un protagonista, i palazzetti in SuperLega sono sempre più pieni, Birarelli e compagni sono diventati degli eroi: un patrimonio che dovrà essere coltivato nel migliore dei modi. Peccato per il quarto posto in World League (ci siamo rifatti con gli interessi contro la Francia, battuta sonoramente ai Giochi).
Per quanto riguarda i club va elogiata la Diatec Trentino, vicecampionessa d’Europa con una formazione infarcita di italiani (Giannelli, Lanza, Colaci, Antonov e da quest’anno anche Mazzone e Nelli). I ragazzi di Stoytchev hanno perso la finale contro la corazzata Zenit Kazan, quando erano a un passo dalla Coppa. Alla Final Four ha partecipato anche Civitanova, segno di un buon movimento tra le società.

Volley (femminile): 4. Alle Olimpiadi di Rio 2016 sono state collezionate solo delle figuracce. È vero che le ragazze di Bonitta hanno perso nel girone eliminatorio contro le 4 squadre che avrebbero poi disputato le semifinali ma ci si aspettava un atteggiamento ben diverso da parte delle azzurre che invece sono sembrate spaesate e totalmente alla deriva contro le super potenza della pallavolo internazionale.
Le bordate di Cina, Serbia, USA e Olanda hanno fatto malissimo ad Antonella Del Core e compagne, praticamente mai in partita e incapaci di reagire. L’avventura a cinque cerchi si è rivelata un autentico calvario, salvato solo dalla scontata vittoria finale contro il modesto Porto Rico ma è indubbiamente stata l’Olimpiade peggiore della storia per il movimento.
Sia chiaro: non avevamo molte ambizioni. La qualificazione (la quinta consecutiva) è arrivata davvero in extremis e per il rotto della cuffia, accolta come un’impresa vista come si era messa. Il preolimpico di Ankara è stato al cardiopalma: nel girone eliminatorio eravamo a un solo punto dall’eliminazione (il famoso match-point avuto dal Belgio e annullato da Valentina Diouf, poi al centro del caos non convocazione), poi ci siamo salvate e nella finalina per il terzo posto abbiamo battuto la Turchia al tie-break soffrendo tantissimo. Poi nel ripescaggio in Giappone è stato tutto relativamente semplice contro squadre tecnicamente inferiori.
Il mix di giovani e veterane non ha funzionato, Bonitta ha deluso alla guida e non è riuscito a dare la giusta sterzata alle sue ragazze. Egonu, Orro, Danesi, Sylla, Guerra, Malinov: i nomi buoni per il futuro ci sono insieme alle più esperte Diouf, Chirichella, De Gennaro. Per le Olimpiadi di Tokyo 2020 si può guardare con fiducia, ma nel frattempo…
Casalmaggiore si è laureata Campionessa d’Europa e vicecampionessa del Mondo. Le ragazze in rosa sono state straordinarie: la Final Four di Montichiari ha esaltato l’eterna Francesca Piccinini, la competizione iridata di Manila ha fatto volare Valentina Tirozzi e compagni, crollate solo contro la corazzata Eczacibasi Istanbul. Un risultato confortante che riporta la Champions League nel nostro Paese dopo una lunga assenza.

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