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Volley, Coppa del Mondo – Italia e la prima fase: punti di forza e debolezze. Tra gruppo e Zaytsev scatenato

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L’Italia ha concluso la prima fase della Coppa del Mondo con 4 vittorie (Canada, Australia, Egitto e Giappone) e 1 sconfitta (USA). Ora gli azzurri si stanno trasferendo da Hiroshima a Osaka dove mercoledì inizierà la seconda fase (contro Iran, Venezuela e Tunisia).

Come sta la nostra Nazionale? Cosa abbiamo visto in questi primi cinque incontri? Abbiamo individuato dei punti di forza e dei punti deboli.

 

  • GRUPPO. Era quello che andavamo cercando dopo un anno disastroso con una squadra sfilacciata e che aveva attraversato i ben noti problemi di spogliatoio. Le individualità sono forti ma si sta vedendo una vera squadra che si sta formando partita dopo partita. È vero che ci sono tanti punti deboli, è vero che questa Nazionale è nata dalle ceneri ed ha provato ad amalgamarsi in un solo mese, ma i passi in avanti ci sono. Chissà che nel giro di una settimana non si sia al top…
  • IVAN ZAYTSEV. È bastato ridargli il suo ruolo preferito, è stato sufficiente dargli lo spazio che merita (indubbiamente da stella e non da comprimario), forse è anche servita la “cacciata da Rio” e abbiamo ritrovato il nostro Campione. La carretta è stata spesso tirata avanti da lui: I 4 aces consecutivi contro il Giappone, la capacità di tirarci fuori dalle sabbie mobili egiziane, la caparbietà nel match durissimo contro gli USA.
  • QUATTRO VITTORIE. Diciamolo: gli azzurri hanno fatto il loro. Non doveva essere una missione difficile, anzi era il minimo sindacale sconfiggere Canada, Australia, Egitto e Giappone. Viste però le figuracce degli ultimi mesi (Porto Rico ai Mondiali, Australia a Jesolo giusto per citare quelle più clamorose) era tutto tranne che scontato. Inoltre questi successi erano fondamentali per mantenere intatte le speranze di qualificarsi alle Olimpiadi 2016 attraverso questo torneo

 

  • BIG MATCH. Ne abbiamo giocato solo uno, purtroppo perso nettamente. Non abbiamo sfigurato, però è mancato quel quid in più per poter seriamente contrastare gli USA. Abbiamo profuso il massimo sforzo nel secondo e terzo set, giocando quasi alla pari contro una squadra molto più rodata di noi e che ormai si conosce a memoria. Per qualificarsi a Rio bisognerà comunque vincere questi big match, Russia e Polonia andranno sconfitte (entrambi o una se ci saranno strani arrivi alla pari) ed è questo che fa paura: questa Nazionale è già abbastanza matura per portare a casa questi partitoni?
  • CARENZE NEI FONDAMENTALI. Blengini era stato chiaro prima della partenza: “Abbiamo potuto allenare bene solo alcune cose, altre non le abbiamo preparate al meglio”. La scelta è anche corretta considerando il poco tempo a disposizione di questo gruppo nuovo però si sta rischiando. La ricezione è andata spesso in difficoltà, praticamente in tutti i match (Australia esclusa) e le bordate di avversari che spingono molto in attacchi fanno paura. È bastato l’estro degli statunitensi per annientare le poche certezze di Juantorena e Lanza.
  • PANCHINA CORTISSIMA. Contro gli USA ci serviva una sterzata: Vettori e Sabbi incapaci di darla, bravi Antonov e Anzani ma davvero serviva di più. Per il momento la stanchezza non ha ancora pervaso il sestetto titolare, durerà ancora a lungo? Almeno per le sfide a Venezuela e Tunisia serve far rifiatare qualcuno e soprattutto c’è bisogno di qualche uomo che sorprenda entrando a partita incontro.
  • OSMANY JUANTORENA. Probabilmente ci si aspettava di più dalla Pantera che invece deve ancora mettere in moto la macchina del suo talento. Ha faticato in ricezione contro gli USA, ha lasciato andare il braccio in attacco solo contro Giappone e Canada. C’è bisogno di lui costantemente per fare un deciso salto di qualità.

 

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