Seguici su

Calcio

Calcio, Europei 2015 under 21: il solito problema dell’Italia di Di Biagio

Pubblicato

il

Lungi da me voler scrivere un de profundis sugli azzurrini, attenti per oltre cinquantacinque minuti ma colpevoli di aver calato la guardia – e non aver sfruttato la superiorità numerica – a metà ripresa. Il 2-1 con la Svezia fa male, perché obbliga l’Italia under 21 a vincere contro il Portogallo domenica. E potrebbe addirittura non bastare, perché sullo sfondo c’è la terza sfida, contro l’Inghilterra.

Quest’analisi, piuttosto, verte su un punto chiave dell’interpretazione delle partite da parte dei ragazzi di Luigi Di Biagio. L’intensità. Già a ottobre, durante il play-off contro la Slovacchia, era risultata palese la differenza di atletismo tra l’Italia e la sua rivale. 1-1 sofferto in trasferta, 3-1 con più che un brivido a Reggio Emilia nonostante la doppia superiorità numerica. E’ un difetto, questo, che da sempre accompagna la gestione Di Biagio.

Il 4-2-3-1, che spesso diventava 4-2-4, da metà gara in poi non offriva le giuste garanzie a livello di copertura. Più volte lo è stato chiesto al ct, che proprio a Reggio Emilia confermò l’intenzione di voler cambiare modulo (e passare al 4-3-3, come visto nell’esordio europeo) per equilibrare la squadra. Logico pensare che in otto mesi le cose sarebbero migliorate, anche grazie all’innesto di un talento a tutto campo come Cataldi. E invece no.

L’Italia under 21 continua a soffrire tremendamente i secondi tempi. Sarà a causa della scarsa esperienza internazionale di molti interpreti (ma un’espulsione ingenua come quella di Sturaro, titolare contro il Real Madrid in semifinale di Champions, non è giustificabile per colui che dovrebbe fare la differenza), sarà a causa dei mancati ripiegamenti di due ali comunque volenterose come Berardi e Battocchio, sarà a causa della stanchezza di fine stagione. Chissà. Resta il fatto che regalando il centrocampo – e dunque l’inerzia del gioco – agli avversari nei momenti clou delle gare difficilmente si fa strada. Aggiungiamo una difesa che va in affanno alla prima verticalizzazione e un attacco privo dell’inventiva di Bernardeschi e la somma è semplice.

 

Clicca qui per mettere “Mi piace” alla nostra pagina Facebook

Clicca qui per iscriverti al nostro gruppo

Clicca qui per seguirci su Twitter

Clicca qui e metti mi piace alla pagina “La storia dell’Italia nelle fasi finali di Mondiali ed Europei

 

francesco.caligaris@oasport.it

Twitter: @FCaligaris

Foto da: Wikipedia

Clicca per commentare

Tu cosa ne pensi?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *