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Boxe: Mayweather campione di arroganza

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 Il verdetto del ring è stato emesso: Floyd Mayweather è il campione mondiale dei pesi welter. Lo statunitense ha infatti conservato i titoli WBC e WBA, aggiungendovi quello WBO della categoria, grazie al successo ai punti contro il filippino Manny Pacquiao, in un match che si è rivelato in realtà poco entusiasmante dal punto di vista tecnico. Ma quello che ha colpito – ed infastidito – molti appassionati è stata soprattutto l’arroganza di Money, sia prima che durante il match.

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Mayweather non è mai stata una persona umile: da quando è riuscito a farsi un nome, ed un conseguente cospicuo conto in banca, il pugile dalle quarantotto vittorie e zero sconfitte ha sempre ostentato in modo spesso eccessivo la sua ricchezza, tanto da decidere di indossare un paradenti di oro e diamanti per la sfida contro Pacquiao. Le classifiche lo hanno anche incoronato come sportivo più pagato al mondo, tutte cose che hanno contribuito a forgiare il suo soprannome, Money. Ma Mayweather non era soddisfatto di essere il più ricco, voleva anche essere il migliore: e così, il pugile del Michigan ha deciso di autoproclamarsi TBE – The Best Ever, ovvero “il migliore di sempre”, affermando di essere superiore anche al leggendario Muhammad Ali ed a tutti gli altri grandi campioni che lo hanno preceduto nella storia della nobile arte. Un’affermazione che ha provocato la reazione stizzita persino di Mike Tyson, neanche preso in considerazione da Mayweather, il quale non ha nascosto i suoi favori per Pacquiao nella giornata precedente l’incontro.

Grazie a questo tipo di atteggiamenti, Mayweather è riuscito nella difficile impresa di mettersi contro anche la maggioranza del pubblico statunitense, come dimostrato dai pesanti fischi che hanno accompagnato la sua pesata. I prezzi relativamente bassi di questo evento hanno infatti permesso a molte persone “normali” (quelle che non si potevano permettere di pagare almeno 1.500 dollari per seguire l’incontro dal vivo) di poter esprimere il loro parere negativo nei confronti di un Mayweather che ha fatto troppo presto a dimenticare le sue origini modeste. Come se non bastasse, Money ha manifestato questo stesso modo di fare anche sul ring, apostrofando spesso il suo avversario filippino con frasi provocatorie: “Non mi fai male, non mi fai male“.

In fin dei conti, Mayweather può continuare a credere di essere il miglior pugile della storia, ma, nonostante la sconfitta, Manny Pacquiao resta quanto meno il migliore del passato decennio (2000-2009), ed anche l’unico, assieme a Muhammad Ali, Joe Frazier e Sugar Ray Leonard, ad essere stato scelto per tre volte come pugile dell’anno. Quanto a Money (preferiamo continuare a chiamarlo così), dovrebbe quanto meno affrontare un incontro fuori casa prima della fine della sua carriera: nessuna delle quarantotto vittorie da lui ottenute fino ad ora è stata infatti ottenuta in un Paese diverso dagli Stati Uniti.

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Immagine: UsaToday

giulio.chinappi@oasport.it

2 Commenti

2 Comments

  1. ale sandro

    3 Maggio 2015 at 12:45

    Sarebbe davvero una grossa sorpresa se Mayweather rinunciasse al ritiro che mi sembra abbia anche confermato, per concedere così la rivincita a Pacquiao. Ma potrebbe anche dipendere dalla borsa. Mi è sembrato il classico incontro dove si concede poco allo spettacolo, ed è vero era preventivabile come diceva giustamente Luca del quale condivido molte cose che ha scritto. Personalmente lo ritengo un po’ il segno dei tempi, non mi esprimo nemmeno su discorsi di migliore della storia perchè trovo queste cose abbastanza discutibili(per usare un eufemismo), se non addirittura ridicole in alcune circostanze.

  2. Luca46

    3 Maggio 2015 at 09:39

    Credo che il pubblico oltre che per l’arroganza fuori dal ring abbia fischiato per aver visto Mayweather vincere ma in uno sport non ben definito che nell’immaginario collettivo non è di certo il pugilato. Chi ha speso fior di quattrini avrebbe preferito vedere 10″ di Tyson piuttosto che 1 ora di Mayweather. Certamente chi li ha spesi doveva anche prevedere che le cose sarebbero andate così. Lo statunitense attendista e un Paquiao che non poteva andare allo sbaraglio. Purtroppo il filippino dopo il quarto round non è riuscito a dar seguito e portare il match sul proprio terreno. Insomma mi viene in mente quella pubblicita’ che dice “l’attesa del piacere non è essa stessa il piacere”. Mayweather con la sua boxe alla fine ha avuto ragione e resterà uno dei più grandi di sempre ma non sarà mai a livello di un Maradona un Valentino Rossi o un McEnroe. Per me la carriera di Paquiao resta migliore di quella di Floyd.

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