Seguici su
LEGGI OA SPORT SENZA PUBBLICITÀ
ABBONATI

Strada

Wout van Aert: “Vincere Fiandre e Roubaix? Se non ci credo io… I miei successi hanno lasciato il segno”

Pubblicato

il

Wout van Aert
van Aert / Lapresse

Wout van Aert si appresta a fare il proprio debutto stagionale nel ciclocross: l’appuntamento è per sabato 20 dicembre nel fango di Anversa, dove andrà in scena una tappa della Coppa del Mondo. Il fuoriclasse belga si appresta a dare vita all’attesissimo duello con l’olandese Mathieu van der Poel, Campione del Mondo che ha già debuttato con soddisfazione imponendosi a Namur.

L’alfiere del Team Visma | Lease a Bike ha voluto raccontare la sua stagione a margine della premiazione per la consegna del premio Flandrien: “È vero che non ho avuto l’anno di maggior successo della mia carriera, ma ho sentito che le mie vittorie hanno lasciato il segno. Sono arrivato quarto al Giro delle Fiandre, ma sentivo di aver dato il massimo. Ho dato tutto, come sempre, e come sempre ho corso per vincere. Ho attaccato nel finale, anche se Tadej e Mathieu erano sicuramente più forti. E non mi ha dato fastidio e ho accettato di avere questo livello. Il fatto comunque di essere vicino a corridori come loro è importante e questo adesso, mi fa godere di più le mie vittorie“.

Wout van Aert si è soffermato anche sugli infortuni degli ultimi anni:Nel 2024, quando sono caduto due volte, ho guardato tutte le gare più importanti in televisione: le Classiche e i Mondiali. Al Tour de France ero lì, ma non al livello che speravo. Quella sensazione orribile di non poter nemmeno competere mi ha fatto capire oggi quanto per me sia importante il fatto di poter essere ancora in questo sport. Tutto è cambiato durante la scorsa primavera. Non osavo più tirare su il ritmo. Ero combattuto tra il sollievo di non essere caduto e la frustrazione di non essere al posto giusto. Ad un certo punto, mi sono reso conto che pedalare anonimamente nel gruppo non mi rendeva felice. A volte riuscivo ad aiutare la squadra, altre volte nemmeno quello. Oggi so molto chiaramente cosa significhi per me correre: raggiungere il mio massimo livello e dare il massimo“.

Il belga si è soffermato su un aspetto importante:Se non riuscissi più a credere di poter vincere il Giro delle Fiandre, allora solo tre corridori potrebbero farlo. È molto difficile vincere, ovviamente, e vale anche per la Roubaix, ma questi sono obiettivi logici nella mia carriera. Sono ancora molto vicino a raggiungere questo risultato. Devo credere di poter arrivare a un livello superiore rispetto allo scorso anno. Ci sono tutte le condizioni per essere più forte. Nel 2025, se Mathieu fosse stato più vicino a Tadej, avrebbero potuto neutralizzarsi a vicenda. Spesso lavorano bene insieme, ma negli ultimi dieci chilometri è stato diverso. Lo scenario peggiore per me era che uno di loro attaccasse dopo il Paterberg e creasse un distacco importante. La cosa principale per me era di restare con loro. Ma in futuro potrebbe esserci un’edizione in cui si guarderanno a vicenda e allora potrebbero neutralizzarsi e potrebbe arrivare l’occasione per me“.

Un interessante passaggio sul Giro d’Italia:Stavo vivendo una buona primavera, ma mi mancava quel tocco finale. Speravo di iniziare il Giro vincendo una tappa, ma mi sono ammalato prima della Grande Partenza. Ero così debilitato che il quinto giorno mi sono chiesto se valesse la pena continuare. La tappa delle Strade Bianche? Non pensavo proprio che sarebbe stata la mia giornata. La mia famiglia era al traguardo e non la vedevo da dieci giorni. Siena è anche il luogo in cui è iniziata la mia carriera ciclistica su strada. Le condizioni di gara lì mi hanno aiutato e ne avevo bisogno perché non ero assolutamente al meglio. A volte, credo che le cose siano destinate ad andare così, che sia scritto nelle stelle. Quello che ho provato quel giorno, non riesco a descriverlo“.

Google News Rimani aggiornato seguendoci su Google News!
SEGUICI