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Domen Prevc e Ryoyu Kobayashi illuminano la vigilia della Tournée dei 4 trampolini, ma quale astro brillerà il 6 gennaio?

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Ryoyu Kobayashi
Ryoyu Kobayashi / LaPresse (Fredrik Sandberg/TT News Agency via AP)

L’edizione 2025-26 della Tournée dei 4 Trampolini viene illuminata da un sistema binario di astri. Domen Prevc e Ryoyu Kobayashi, citati secondo l’ordine della classifica generale. Il ventiseienne sloveno e il ventinovenne giapponese sono stati, rispettivamente, il principale protagonista e il primario antagonista della parte iniziale di stagione.

Cinque vittorie e nove podi per la Stella Alpina, due affermazioni e sei top-three per il Sol Levante (il quale, peraltro, non si è mai classificato peggio di settimo). Forse non è un caso che, dopo il proverbiale “giro di vite” deciso dalla Fis in merito ai materiali, la nuova stagione sia nata nel segno dei due saltatori più talentuosi in assoluto.

Sinora Prevc si è dimostrato più forte di Kobayashi, ma ora comincia un’altra storia. Sarà così anche dal 28 dicembre al 6 gennnaio? L’impressione è che l’europeo sia già vicino al proprio limite, mentre l’asiatico abbia margine di crescita rispetto a quanto mostrato fra Lillehammer ed Engelberg. Si ragiona per sensazioni, sia chiaro. Quelle sensazioni cruciali in una disciplina quale il salto con gli sci, dove tutto dipende da ciò che l’atleta prova mentre vola il più lontano possibile.

Sarebbe però miope e stolto ridurre la sfida per la settantaquattresima edizione della manifestazione più prestigiosa nel panorama degli sport nordici al binomio citato. Sono i più accreditati alla vigilia, nulla quaestio, ma derubricare ad outsider l’altro sloveno Anze Lanisek e il tedesco Philipp Raimund rappresenterebbe un’ingiustizia e un madornale errore di valutazione. Entrambi sono pretendenti credibili al successo finale, seppur partendo dalla seconda fila rispetto a chi sta nella front row. Vanno considerati “contro favoriti” rispetto ai due favoriti.

Nessuno, peraltro, si fida degli austriaci, dominatori assoluti del 2024-25. Per quanto Daniel Tschofenig, vincitore lo scorso anno, sia in oggettiva difficoltà, mentre Stefan Kraft e Jan Hörl siano privi di continuità, le lezioni del passato ci insegnano che il team rot-weiss-rot è capace di alzare l’asticella proprio quando più conta, magari tirando fuori qualche proverbiale asso dalla manica in tema di materiali (restano nella legalità, beninteso).

Di mine vaganti ne abbiamo a bizzeffe. Quelle dal potenziale più dirompente sono il giapponese Ren Nikaido, l’austriaco Stephan Embacher e il tedesco Felix Hoffmann. Per come stanno saltando, meritano di essere citati come estremi outsider  il polacco Kacper Tomasiak, i norvegesi Kristoffer Eriksen Sundal e Johann Andre Forfang, nonché il francese Valentin Foubert.

C’è sempre poi l’ipotesi della sorpresissima. Per esempio, nessuno nel 2013-14 avrebbe puntato uno scellino su Thomas Diethart o nel 2019-20 avrebbe scommesso uno złoty su Dawid Kubacki. Eppure, furono loro a primeggiare nelle Tournée di quegli inverni, sovvertendo ogni previsione e pronostico della vigilia.