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Beach Volley

Beach volley italiano, il 2025 della transizione: luci femminili, ombre maschili e un movimento che cambia volto

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Gottardi Orsi Toth
Gottardi Orsi Toth/Fivb

Il 2025 del beach volley italiano è stato un anno di transizione profonda, quasi inevitabile dopo l’addio contemporaneo di tre figure che hanno segnato un’epoca: Paolo Nicolai, oggi nuovo direttore tecnico delle squadre nazionali maschili; Adrian Carambula, entrato nello staff dei campionissimi Mol/Sørum; e Marta Menegatti, diventata mamma pochi mesi fa. Tre colonne che hanno lasciato un vuoto tecnico ed emotivo, ma anche un’eredità importante in termini di cultura del lavoro e consapevolezza internazionale. Dentro questo contesto, il movimento azzurro ha vissuto un anno dai due volti: straordinario al femminile, molto più sofferto al maschile, dove la mancata qualificazione al Mondiale (aperto addirittura a 42 coppie) ha certificato un gap da colmare.

Il faro della stagione è stato il percorso di Reka Orsi Toth e Valentina Gottardi, oggi considerate da molti tecnici internazionali tra le coppie più complete del circuito. Il 2025 le ha consacrate come riferimento assoluto: vittoria storica dell’Elite16 di Amburgo, primo trionfo italiano al femminile nel livello più alto del Beach Pro Tour, e una serie di piazzamenti pesanti (quinti posti a Saquarema, Brasília, Ostrava, Alanya, Rio, Cape Town e Adelaide) che hanno consolidato la loro presenza stabile nella top ten mondiale. Il Mondiale australiano, chiuso al quinto posto con rammarico, ha mostrato quanto la coppia sia ormai vicina alle migliori del pianeta: continuità in side-out, muro punto sempre più efficace grazie a Orsi Toth e una Gottardi esplosiva nelle transizioni, qualità che le hanno rese una delle squadre più temute del circuito.

L’altra coppia femminile, Claudia Scampoli e Giada Bianchi, ha vissuto una stagione molto più frastagliata. L’anno era iniziato nel migliore dei modi con Scampoli che, in coppia con Gottardi, aveva addirittura vinto il primo Challenge stagionale a Yucatán, aprendo il 2025 con un segnale fortissimo. La nuova formazione con Bianchi aveva mostrato buon potenziale nei primi tornei (noni posti a Saquarema e Brasília, quarti ad Alanya), ma il doppio infortunio di Bianchi nella parte centrale della stagione ha compromesso ritmo, fiducia e continuità. La coppia è però riuscita a rialzarsi nel finale: 17° posto al Mondiale, ma soprattutto un significativo quinto posto all’Elite16 di Itapema, risultato che certifica la ritrovata competitività e apre prospettive incoraggianti per il 2026. Nel complesso, il settore femminile azzurro ha mostrato una crescita costante, sostenuta da una struttura tecnica solida e dall’impatto di Gottardi, considerata oggi — non senza ragioni — una delle migliori giocatrici al mondo.

Molto diversa la situazione maschile, dove il 2025 ha messo in luce limiti già emersi negli ultimi mesi del ciclo olimpico. La coppia teoricamente di punta, Samuele Cottafava – Gianluca Dal Corso, non è riuscita a trovare continuità: un infortunio di Cottafava nella fase cruciale della stagione ha rallentato il percorso, e il gruppo ha faticato a competere con regolarità contro le prime dieci formazioni del ranking. Solo nel finale, a Veracruz, è arrivato un incoraggiante quarto posto in un Challenge, troppo poco però per raddrizzare la stagione e soprattutto per centrare la qualificazione al Mondiale.

Ancora più complicato il 2025 di Enrico Rossi e Marco Viscovich, incapaci di trovare stabilità nei risultati: qualche lampo, come la vittoria nel Futures di Battipaglia e il quinto posto a Nuvali, ma poca competitività negli appuntamenti di livello superiore. Il bilancio li colloca lontani dalle posizioni che contano, segnale chiaro che occorrerà intervenire su continuità, side-out e qualità della fase break. Chi invece si è distinto in positivo è stata la coppia Alex Ranghieri – Manuel Alfieri, oggi numero uno del movimento maschile italiano. Freschi campioni d’Italia, hanno conquistato un podio internazionale, diversi piazzamenti in top10 e, soprattutto, la prestigiosa vittoria nel King of the Court di Londra, segnale di una solidità ritrovata e di una competitività che può diventare internazionale anche nel formato tradizionale. Alfieri ha mostrato una delle migliori stagioni della carriera per continuità, mentre Ranghieri ha confermato di poter ancora essere un riferimento fisico e tecnico nel circuito.

Il quadro complessivo maschile indica però un problema strutturale: l’Italia oggi dispone di buoni interpreti, ma non ancora di una coppia in grado di competere stabilmente a livello Elite16 o di insidiare i podi mondiali. Un tema su cui il nuovo responsabile Paolo Nicolai sarà chiamato a intervenire, anche sviluppando il lavoro sulla “terza coppia esterna”, ruolo strategico nel progetto delle squadre nazionali.

Sul fronte giovanile, il 2025 ha offerto indicazioni incoraggianti: bronzo europeo per Marco Di Felice – Riccardo Santomassimo a Corigliano Rossano e bronzo mondiale a Doha, risultati che mostrano una filiera tecnica finalmente competitiva. In campo femminile, l’Italia non ha centrato medaglie ma si è confermata vicina al gruppo di testa, con un movimento in crescita e atlete sempre più presenti nei tornei internazionali giovanili.

In sintesi, il 2025 del beach volley italiano racconta un movimento in trasformazione: eccellente al femminile, dove l’Italia può contare su una coppia già da podio mondiale e su una seconda formazione in crescita, più fragile al maschile, dove servirà ricostruire ambizioni e competitività. Con una nuova guida tecnica, un ricambio generazionale che inizia a produrre risultati e una struttura federale sempre più attenta ai dettagli, il futuro resta aperto. Ma il punto di partenza è chiaro: se oggi il beach volley italiano ha una certezza, questa certezza parla al femminile.