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Skeleton, una schiera di ‘Virago’ pronte a darsi battaglia per la Coppa del Mondo femminile!
La Coppa del Mondo femminile 2025-26 di skeleton scatterà da Cortina d’Ampezzo a fine novembre, nello stesso impianto dove a febbraio si assegneranno le medaglie dei Giochi olimpici, in quello che sarà l’ultimo atto di una stagione circolare. Nel mezzo, la circonferenza del massimo circuito toccherà Innsbruck, Lillehammer, Sigulda, Winterberg, St.Moritz e Altenberg. Il calendario è, ovviamente, il medesimo per gli uomini.
Fra le donne, la sommità della disciplina é contraddistinta da valori dinamici, poiché esiste un drappello di atlete particolarmente quotate, al cui interno si erge, quale prima inter pares, Kimberley Bos. La trentaduenne olandese, dopo aver vinto le Sfere di cristallo 2021-22 e 2023-24, nel marzo 2025 ha finalmente conseguito la tanto agognata medaglia d’oro ai Mondiali. Per lei, bronzo olimpico a Pechino 2022, il grande obiettivo sarà quello di completare il proprio palmares con il metallo più pregiato anche nell’ambito a Cinque cerchi.
Però, la trentaseienne austriaca Janine Flock, capace di riprendersi più volte da seri problemi fisici, non è seconda a nessuna. Un esempio di determinazione e abnegazione. L’anno scorso, la veterana tirolese ha vinto la terza Coppa del Mondo della sua carriera, imponendosi in classifica generale a dieci anni di distanza dal primo successo. Vale la pena di ricordare che, nel settore femminile, nessuna atleta è ancora stata capace di primeggiare in quattro inverni differenti. Però è verosimile pensare che Flock punterà il mirino su Milano Cortina 2026, l’ultima occasione di mettersi al collo una medaglia olimpica.
Per il resto, si può fare la “lista della spesa”, perché l’elenco delle aspiranti alla gloria è lungo e variegato. Si parte dalle solide tedesche, siano esse tali per passaporto (come le blasonate Hannah Neise e Jacqueline Pfeifer) o “in maschera”, quali la talentuosa Kim Meylemans, bavarese naturalizzata belga. In Europa occhio anche alle vulcaniche britanniche Amelia Coltman e Freya Tarbit, incostanti, ma sempre pericolose, così come la ceca Anna Fernstäd.
Fuori dal “Vecchio Continente”, riflettori puntati sulle Americhe. Sì, al plurale! Settentrionale e meridionale, perché oltre all’esuberante statunitense Mystique Ro, si è ammirata la prepotente crescita dell’esotica brasiliana Nicole Rocha Silveira. Però anche le asiatiche, soprattutto la cinese Zhao Dan, non sono da meno.
In conclusione, per dare l’idea di quanto sia ampia la rosa delle pretendenti alle posizioni di rilievo, basta citare questo dato. Nel 2024-25 si sono avute nove gare di primo livello (8 di Coppa del Mondo + quella dei Mondiali). Si contano sei vincitrici differenti e undici diverse donne capaci di issarsi sul podio. Peraltro, non tutte le ragazze con i crismi per riuscirci ce l’hanno fatta, compresa l’azzurra Valentina Margaglio, delle cui ambizioni e prospettive si parla nella monografia dedicata al movimento italiano, in uscita domani.
