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Salto con gli sci, il 2025-26 dell’Italia femminile è cominciato sotto una cattiva stella, ma ci sarà modo di far bene
Il 2025-2026 dell’Italia del salto con gli sci femminile è cominciato sotto una cattiva stella, che ha privato il movimento della propria punta di diamante. All’inizio di agosto, Lara Malsiner si è infortunata gravemente a entrambe le ginocchia alla vigilia della gara inaugurale del Summer Grand Prix (il massimo circuito estivo, che proprio lei aveva vinto nel 2024).
Le lesioni riportate dalla venticinquenne altoatesina non hanno lasciato alcuna speranza nell’ottica di Milano Cortina 2026. Irreparabili no, ma con tempi di guarigione e pieno recupero incompatibili con il calendario della manifestazione a Cinque cerchi. Dunque, niente Giochi olimpici di casa per l’azzurra, che avrebbe ambito a far breccia nella top-10, magari sul prediletto trampolino piccolo.
L’Italia ripone, dunque, le principali speranze di ben figurare in Annika Sieff. Anche lei ha dovuto fare i conti con un imprevisto fisico estivo, fortunatamente meno serio di quello patito dalla compagna di squadra. Difatti, la ventiduenne trentina ha pienamente recuperato la salute. Nel 2023, Annika prese la coraggiosa decisione di abbandonare la combinata nordica (nella quale era atleta di vertice, capace di salire sul podio in Coppa del Mondo) per specializzarsi nel salto con gli sci, allo scopo di prendere parte appunto alle Olimpiadi 2026.
Ci siamo quasi. Il rien ne va plus è prossimo. Sieff è passata sotto la flamme rouge del percorso che porta al traguardo a cui è stata subordinata una fase della carriera. Quali possono essere le sue prospettive a Predazzo. Lo dirà il rendimento espresso in Coppa del Mondo, che sinora è stato quello di chi ha il proprio habitat naturale nella fascia di classifica 11-20, dimostrando di avere le capacità per effettuare saltuarie scorribande nelle prime dieci posizioni.
Il cognome Malsiner dovrebbe comunque essere in stanga di partenza ai Giochi, portato però da Jessica, la terza delle tre sorelle altoatesine (Manuela, la maggiore, si è ritirata da tempo). La ventitreenne proveniente dalla Val Gardena ha sempre avuto un rendimento oscillante, ma nei momenti di massimo splendore sapeva essere donna da zona punti con costanza, talvolta in grado di attestarsi nella top-15. Nei periodi bui, viceversa, la competitività era ben inferiore. Quale versione vedremo? Ai trampolini la risposta.
L’Italia può inoltre contare sulle due Martina, a cominciare da Ambrosi. Classe 2001, la trentina è cresciuta progressivamente negli ultimi anni, tanto da diventare atleta in grado di ottenere punti nel massimo circuito. Si vedrà se vi sarà un’ulteriore evoluzione, oppure se siamo prossimi al limite del potenziale. Un potenziale che, invece, può sicuramente sviluppare l’altra Martina, Zanitzer, venuta al mondo nel 2005. È ancora acerba, ma i presupposti per maturare ci sono tutti.
Il discorso, con i dovuti distinguo, può valere anche per Noelia Vuerich. È ancora una teenager e sinora il suo livello è stato inferiore a quello delle connazionali, ma il suo orizzonte può essere molto ampio, nella consapevolezza di poter avere tutto il tempo a disposizione per sviluppare le qualità fornitale da madre natura.
