Los Angeles 2028Softball
Laura Bigatton: “Il cammino verso Los Angeles 2028 è già iniziato. Elisa Cecchetti ci dà tranquillità”
Laura Bigatton è stata l’ospite dell’ultima puntata di Strike Zone dedicato al softball. La lanciatrice classe 1997 si è raccontata a 360 gradi tra analisi personale, percorso con il Bollate e con la Nazionale, senza dimenticare gli obiettivi in prima persona e di squadra.
La lanciatrice di Bollate ha iniziato il suo racconto dalla strettissima attualità: “Come sto? Direi bene. Siamo in pausa ma è una pausa solo tra virgolette. Stiamo lavorando in palestra e piano piano riprenderemo gli allenamenti dato che il campionato è fermo. Per il resto proseguo con il mio lavoro dato che sono una insegnante di sostegno. Come sempre, quindi, devo incastrare tutto tra scuola e sport”.
La MVP della Finale Scudetto ha poi analizzato quanto fatto con la squadra meneghina: “Senza dubbio abbiamo vissuto un anno fantastico, pazzesco, anche a livello personale. Sono contenta di avere vinto il titolo, ovviamente, ma devo dire comunque che le partite sono state veramente belle. Si è giocato un softball di alto livello, anche perchè incontravamo una formazione forte come quella del Forlì. Siamo arrivate a gara 5, per cui la vittoria ha portato con sé una emozione enorme”.
Dallo Scudetto alla Coppa Campioni: “Per colpa della pioggia è stato cambiato il format della Finale. Da 7 siamo passate a 5 inning. Sostanzialmente non c’è stata una finale. Abbiamo affrontato un girone unico. Chi arrivava prima vinceva. L’ultimo match contro le olandesi è stato incredibile. Siamo sempre state in svantaggio ma siamo riuscite a recuperare e vincere. Credo che tanti dessero già per vinta la partita per le olandesi. Ma, proprio all’ultimo, abbiamo ribaltato il risultato. Potevamo anche chiudere in anticipo, ma il tutto è stato veramente emozionante. Si sapeva che la finale sarebbe stata tra Bollate e Olimpia e ci ha regalato tanti colpi di scena”.
Dai successi con la squadra di club alla Nazionale: “Abbiamo disputato un Europeo quasi perfetto. All’inizio abbiamo perso contro la Spagna. Se posso dire un ko che ci serviva perché ci eravamo adagiate un po’ troppo sul fatto che fossimo forti. Ci ha dato una scarica di emozioni. Negative, certo, ma dovevamo renderci conto che eravamo migliori di quello che stavamo mettendo in campo. Da quel momento in avanti abbiamo disputato ottime prestazioni. La Finale? Sicuramente emozionante. Eravamo in svantaggio, e non di poco. Recuperare 3 punti e superare l’Olanda, una nazionale forte, non era semplice. Noi sapevamo che avremmo potuto farlo e ci siamo riuscite fino a centrare il titolo”.
Uno degli aspetti più importanti della Nazionale è il rapporto che si è creato con il nuovo staff tecnico: “Senza dubbio un rapporto ottimo. C’è tanta comunicazione, quindi fiducia e trasparenza. Come avevamo chiesto. Sappiamo che l’errore può accadere, come qualsivoglia scivolone, ma ci supportano sempre. Noi eravamo convinte di poter vincere, ma lo erano anche loro. Greta Cecchetti è un punto di riferimento, nonché mia compagna anche nel Bollate. Io sono lanciatrice, lei è pitching coach. Ritrovarla in Nazionale è stato un onore e un orgoglio per me. Con la sua presenza e la sua esperienza sono più tranquilla. Penso che sia un esempio per le ragazzine che si avvicinano a questo sport, un insegnamento di non mollare mai”.
Qual è il segreto di Bollate? Bigatton ha le idee chiare: “Penso che siamo una famiglia. Elisa Cecchetti è il nostro capitano. La vedo come un collante tra le generazioni che stanno crescendo e noi veterane che dobbiamo approcciarle e amalgamarci le une con le altre. Io sono nata e cresciuta nel Bollate e con altre giocatrici ci conosciamo da sempre. Abbiamo vinto e perso tanto, abbiamo vissuto discussioni però è normale che sia così. Cecchetti? Anche lei è un esempio di determinazione e lo vediamo ad ogni allenamento. Il supporto suo c’è sempre. Qualsiasi cosa ci occorre, poi, la società ce la fa avere”.
Bigatton racconta poi qual è stata l’emozione più grande della sua carriera: “Non ho dubbi, giocare e lanciare nella finale scudetto. Gioco in questa squadra da 12 anni e di serie ne ho giocate e perse tante. Ma non avevo mai avuto la possibilità di lanciare in una gara 5. Vincere con la nazionale è stato bello, quest’anno mi sono sentita anche più utile per le compagne. Come partite contro la Gran Bretagna in un incontro fondamentale per il nostro percorso”.
Dal punto di vista personale non si smette mai di imparare: “Noi lanciatrici lavoriamo su obiettivi a medio e lungo termine. Io sto lavorando per migliorare la tecnica di lancio. Non solo, devo crescere sul come lanciare e su quali lanci scegliere. Non mi sento certo arrivata. Penso di poter ancora migliorare e dare di più alla squadra”.
Il grande sogno, tuttavia, è chiaro: “Ovviamente le Olimpiadi di Los Angeles 2028. Proprio per questo motivo stiamo già partendo per lavorare anche in inverno. Ci sarà un raduno con la nazionale anche se non sappiamo ancora dove. Senza dubbio dobbiamo creare un percorso importante verso la manifestazione con i Cinque Cerchi. Prima ci saranno anche le Qualificazioni ai Mondiali che, tuttavia, non sappiamo ancora dove si giocherà. Noi stiamo lavorando al massimo. Passo dopo passo dovremo amalgamare il gruppo per arrivare pronte all’evento”.
