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Superbike

Superbike, il Paride asiatico abbatte l’Achille europeo. Fra Razgatlioglu e Bulega hanno fatto la differenza gli episodi?

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Bulega Razgatlioglu / Valerio Origo

Il Mondiale Superbike 2025 si è concluso con un distacco di 13 punti tra Toprak Razgatlioglu e Nicolò Bulega. Un’inezia, se rapportata al fatto che il turco e l’italiano abbiano chiuso rispettivamente a 616 e 603. Una differenza di poco più del 2%, che ha regalato il terzo titolo all’anatolico e relegato l’emiliano alla piazza d’onore.

Una lettura superficiale e vittimista potrebbe ricondurre agli episodi il trionfo del centauro Bmw e la sconfitta di quello Ducati. In particolare, Assen è stata sanguinosa (il doppio ritiro per problemi della V4R è costato tanti punti al più giovane dei due contendenti per il titolo). Con il senno di poi, il round olandese di aprile rappresenta il proverbiale tallone in cui il Paride asiatico ha colpito fatalmente l’Achille europeo.

Retorico e mitologia a parte, è tuttavia indubbio che Razgatlioglu abbia corso gli ultimi tre round con la consapevolezza di potersi accontentare dei piazzamenti, senza per forza di cose tirare al massimo. Con un’altra situazione di classifica dopo Magny-Cours, dove Toprak ha infilato il terzo hat-trick consecutivo, avremmo verosimilmente assistito a una parte finale differente. Non lo sapremo mai e, su questo piano cognitivo, ogni ipotesi vale il suo contrario.

Di certo c’è che chi ha vinto il Mondiale 2025, se l’è meritato; e se lo sarebbe meritato anche Bulega, se fosse stato lui a primeggiare. Però, il titolo può e deve andare a uno solo. Il turco viene incoronato per la terza volta e saluta tutti, lanciandosi nell’avventura della MotoGP. Non ha più niente da dimostrare in Superbike.

Quella Superbike pronta a essere conquistata da Nicolò. Per fortuna non è un poema omerico, non è un conflitto bellico. A fine stagione si resetta tutto e si riparte da capo. L’Achille di cui sopra non viene seppellito e Toprak è ben più di un Paride, semmai ricorda più Ciro il Grande o Cambise II. Però qui non si ragiona in termini mitologici, bensì di Storia.

Non ci sarà rivincita, fra Razgatlioglu e Bulega. Peccato, ma è giusto così. L’anatolico fa bene ad accettare una nuova sfida. Tuttavia, i due potrebbero essere destinati a re-incontrarsi. Non oggi e non domani, ma dopodomani. Perché fra dodici mesi l’emiliano potrebbe calcare le stesse orme dell’anatolico, trasferendosi nel Motomondiale lasciando vacante la corona Superbike…

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