Pallavolo
Subito Monza–Perugia, Milano–Modena e il derby marchigiano. L’esordio in Superlega promette spettacolo
La Superlega riapre i battenti e lo fa con un turno inaugurale che sa già di stress test per progetti tecnici vecchi e nuovi. L’ultima fotografia rimasta in memoria è quella dell’Itas Trentino campione d’Italia al termine di una finale intensa contro la Lube Civitanova; poco prima, la Sir Susa Vim Perugia aveva alzato l’Europa consacrandosi regina continentale. Dietro, Verona aveva certificato la propria crescita, Piacenza mostrato picchi altissimi a fronte di discontinuità, Milano e Modena alternato fiammate a passaggi a vuoto. La nuova stagione riparte da qui ma con roster ritoccati, guide tecniche in parte rinnovate e un equilibrio che, sulla carta, promette un campionato ancor più denso. I numeri dello scorso anno raccontano di una regular season dominata da Trentino e Perugia (57 punti a testa, 20 vittorie e 2 sconfitte), di una Lube ricostruita in corsa capace di arrivare fino a gara-4 di finale, e di playoff che hanno ridisegnato ambizioni e consapevolezze. Ora la palla torna al centro: lunedì 20 e martedì 21 ottobre le prime sei sfide, con incroci subito ricchi di spunti tecnici e psicologici.
Sul mercato si è lavorato tanto e con idee precise. Trento inaugura l’era Marcelo Méndez senza stravolgere il nucleo: restano Sbertoli, Michieletto, Lavia e Gualberto, mentre Theo Faure prende il posto di un opposto “di peso” come Rychlicki; al centro spunta il gigante Torwie e la sensazione è che il sistema-palla alta resti la matrice, con muro-difesa in ulteriore crescita. Perugia, regina d’Europa, conferma la spina dorsale (Giannelli, Ben Tara, Plotnytskyi, Semeniuk, Russo/Loser, Colaci) e aggiunge briscola con Dzavoronok: profondità, fisicità e varianti per ogni rotazione. Lube cambia pelle ma non ambizione: fiducia ai giovani di qualità (Nikolov, Bottolo, Loeppky) attorno a un totem come Podrascanin e alla regia di Boninfante; il nuovo opposto Kukartsev allunga le soluzioni dalla panchina. Verona rilancia con Micah Christenson e il bomber Darlan, mantenendo il carisma offensivo di Mozic e Keita; Piacenza riparte da Porro al palleggio, da una coppia di centrali da urlo (Simon–Galassi) e dalla freschezza di Bovolenta e Bergmann sulle bande; Milano affida la regia a Fernando Kreling e scommette su Rotty accanto a Reggers e Otsuka; Modena apre un ciclo diverso con Tizi-Oualou in cabina di regia, Buchegger terminale e tanta fame in posto 4 con Porro e Davyskiba. Occhio anche alle “mine vaganti”: Cisterna ha cambiato molto (dentro Barotto, Muniz, Plak e Lanza), Cuneo ha portato in casa leadership con Zaytsev e Baranowicz, Grottazzolina ha costruito un roster esperto (arrivano Falaschi, Stankovic, Petkov) e Padova continua a coltivare talento (su tutti Gardini e Orioli).
Cucine Lube Civitanova – Yuasa Battery Grottazzolina. Subito un derby marchigiano: la Lube di Medei vuole mettere in chiaro fin dall’esordio la propria identità di squadra aggressiva in battuta e ordinata nel cambio palla. Il 6+1 probabile (Boninfante al palleggio, Nikolov opposto, Bottolo e Loeppky in banda, Gargiulo–Podrascanin al centro, Balaso libero) offre equilibrio e possibilità di correre in transizione. Dettaglio chiave: la gestione della palla alta nelle rotazioni “pesanti” contro un muro esperto. Grottazzolina riparte dalla Superlega per giocarsela con mestiere: giocatori esperti come Falaschi e Stankovic, l’impatto al centro di Petkov, la mano mancina di Tatarov e la sagacia tattica di Fedrizzi disegnano una squadra poco incline a regalare. Per strappare set e punti servirà percentuale in ricezione (Marchisio faro della seconda linea) e lucidità nelle free-ball: chi sbaglia meno di solito all’Eurosuole porta a casa il bottino.
Rana Verona – Gas Sales Bluenergy Piacenza. È il big match del lunedì. Verona inaugura la gestione Soli con una diagonale “mondiale”: Christenson con Darlan, mentre Mozic e Keita restano garanzie di break point quando la battuta spacca la ricezione. Cortesia–Zingel sono coppia di centro affidabile, con D’Amico a dettare i tempi dietro. La chiave? La qualità del sideout sulle traiettorie tese di Porro e la gestione dei palloni sporchi quando Simon sale di livello a muro. Piacenza risponde con un 6+1 che ha potenziale altissimo: Porro trova sponde solide in Mandiraci e Bergmann, con Bovolenta da opposto in grado di aprire l’angolo sulle diagonali lunghe; al centro, il binomio Simon–Galassi è probabilmente il più dominante del campionato. Se la battuta emiliana diventa una lama, Verona dovrà affidarsi al ritmo di Christenson per tenere l’inerzia. Sfida da dettagli e nervi, con sensazioni da semifinale anticipata.
Allianz Milano – Valsa Group Modena. Esordio “cittadino” carico di sottotrame. Milano di Piazza riparte dal sistema difensivo collaudato (libero Catania, diagonale Kreling–Reggers, in banda Rotty–Otsuka, al centro Caneschi–Di Martino): per gli ambrosiani, l’arma in più dovrà essere la continuità al servizio e la capacità di leggere Buchegger in controtempo. Modena versione Giuliani porta freschezza e fisicità: regia Tizi-Oualou, posto 2 Buchegger, posto 4 con Porro e Davyskiba a garantire spinta anche su palla sporcata; al centro Sanguinetti–Mati possono incidere in primo tempo e soprattutto a muro, con Perry punto fermo della seconda linea. Due progetti tecnici in parabola ascendente: chi gestirà meglio la rotazione lunga con opposto in prima linea e servizio mirato sul ricevitore “corto” indirizzerà la notte dell’Allianz Cloud.
Cisterna Volley – Itas Trentino. Cartello “pericolo variabile”: Cisterna ha cambiato tanto, ma il mix intriga. La diagonale Fanizza–Barotto, con Muniz e Plak in banda e Mazzone al centro, racconta fisicità e potenza; dalla panchina Lanza è l’assicurazione esperienza per stabilizzare la ricezione. Contro c’è la corazzata Trento, con Sbertoli a lucidar palla alta per Michieletto e Lavia, Faure a prendersi responsabilità in fase “calda”, Gualberto–Torwie a chiudere il cancello e Laurenzano a cucire tutto dietro. Per Méndez il tema è tipico: tenere basso l’errore al servizio senza perdere aggressività, perché se la ricezione di Cisterna sale diventa una sfida di cambiopalla puro. Per il gruppo Morato, invece, la scommessa è reggere la pressione dei tricolori senza sfilacciarsi quando arrivano i break consecutivi.
Sonepar Padova – MA Acqua S.Bernardo Cuneo. Sfida che vale doppio per la lotta alla salvezza. Padova di Cuttini prosegue il percorso “green”: Todorovic in regia, Gardini–Orioli in posto 4, Polo–McRaven al centro, Diez libero. È una squadra che cresce nel ritmo e nella gestione dell’errore: quando il servizio funziona, la transizione corre veloce; quando scende, il rischio è doversi affidare troppo alla palla alta. Cuneo è, per contro, una squadra “adulta”: torna Baranowicz a governare il traffico, Zaytsev porta leadership e punti nei finali, Sedlacek il braccio che apre soluzioni, dietro Cavaccini è garanzia. Il tema tattico è evidente: Padova deve togliere ritmo al cambio palla piemontese, altrimenti la qualità dei veterani farà la differenza sulle palle pesanti. Partita da episodi e strappi, possibile maratona.
Vero Volley Monza – Sir Susa Vim Perugia. Un esordio da prime serate. Monza riparte da Zimmermann–Padar in diagonale e da una coppia di martelli giovani e verticali come Rohrs–Marttila; al centro Mosca–Larizza, con Scanferla a blindare la ricezione. L’identità di Eccherli è chiara: servizio in spinta per guadagnare campo e correre. Ma davanti c’è Perugia, la squadra da battere in Europa e una delle più complete al mondo per profondità: Giannelli orchestra Ben Tara, Plotnytskyi e Semeniuk; Russo–Loser garantiscono altezza e tempi di lettura, Colaci detta la linea dietro e dalla panchina possono alzarsi Dzavoronok e Solé per cambiare inerzia senza perdere qualità. Per Monza la partita passa dalla tenuta in ricezione sulla striscia centrale (servizi addosso alla “coppia corta”) e dall’efficacia dei contrattacchi di Padar; Perugia, se impone il proprio cambio palla e mette pressione con la battuta in salto, rimane favoritissima, ma l’Opiquad sa diventare un fattore.
